venerdì 29 maggio 2009

Processo Thyssen: testimone, sicurezza subordinata a conseguenze economiche

Gli interventi sulla sicurezza negli stabilimenti italiani della ThyssenKrupp erano subordinati a criteri di business.


Gli interventi sulla sicurezza negli stabilimenti italiani della ThyssenKrupp erano subordinati a criteri di business. È quanto emerso oggi al processo contro i vertici della multinazionale tedesca per il rogo che nel dicembre 2007 causò la morte di sette operai a Torino. A dirlo è stato il responsabile della produzione a freddo dello stabilimento di Terni, l’ingegnere Alessandro Segala, spiegando davanti alla Corte d'Assise che dopo l'incendio di Krefeld, che nel 2006 distrusse completamente una linea simile a quella andata poi a fuoco a Torino, “c’era stato un forte impulso al miglioramento dei sistemi di sicurezza”.

“Era nata una discussione per valutare i rischi e le contromisure necessarie - ha aggiunto l’ingegnere - ed era stato istituito un gruppo di lavoro incaricato di affrontare il problema”. L'azienda aveva anche deciso di investire delle risorse, circa 12 milioni di euro, che dovevano però essere spesi secondo criteri ben precisi: “Ci era stato detto di effettuare gli interventi in relazione alle conseguenze economiche di un'eventuale incidente”.

Anche per lo stabilimento di Torino, ha poi aggiunto Leonardo Lisi, impiegato presso l'ufficio tecnico della Thyssenkrupp di Terni, erano previsti miglioramenti della sicurezza: “L'azienda aveva stanziato a questo scopo un milione e mezzo di euro” inseriti nel bilancio 2006-2007. Soldi che però vennero spostati sul bilancio dell'anno successivo. Poi decise addirittura di investirli “una volta che l'impianto - ha detto - fosse stato trasferito a Terni”. Il dibattimento è durato in tutto 5 ore.


fonte:rassegna.it

mercoledì 27 maggio 2009

Telecom Italia licenzia 470 dipendenti


Bernabè avvia la messa in mobilità per 470 operatori e supervisor del 1254.

Bernabè aveva detto al Tg, circa due mesi fa : "Sono vicino ai lavoratori dal punto di vista umano e non metteremo sulla strada nessuno". Come in altre occasioni, l'amministratore delegato di Telecom Italia, forse il manager italiano più pagato in questo momento, si è puntualmente contradddetto.

Oggi 26 maggio, Bernabè ha avviato la procedura dimobilità per 470 tra operatori e supervisor dei call center del 1254, il servizio di informazioni per l'elenco abbonati, che comprende anche la gestione dei centralini Telecom Italia.

Sono sparsi in tutta Italia ma equivalgono a un medio stabilimento industriale. La misura è stata presa nonostante l'aumento del canone, che ha però permesso di distribuire ai top manager di Telecom Italia circa 40 milioni di bonus extracontrattuali.

fonte:[ZEUS News - www.zeusnews.com - 26-05-2009]

Questa decisione avviene in aperta contestazione di quanto chiesto proprio ieri dal ministro Sacconi, cioè una moratoria sui licenziamenti. Vengono in mente le parole del capo dei vescovi italiani monsignor Bagnasco: "I lavoratori sono trattati come inutile zavorra".

IL DOCUMENTARIO SULLA SARAS DI SARROCH




Dopo la morte di tre operai nella raffineria Saras di Sarroch, si torna a parlare del film Oil, di Massimiliano Mazzotta, uscito a gennaio 2009, che denuncia inquinamento e rischi per la sicurezza degli operai. Video tratto dal canale You Tube di Oil

Incidente Saras







Di fronte ai cancelli della Saras stamattina duemila lavoratori hanno manifestato in silenzio, per rispetto al dolore dei familiari delle vittime. Otto le ore di sciopero proclamate per oggi, i metalmeccanici si fermeranno anche domani e dopodomani,così come il giorno dei funerali, in cui ci sarà lo sciopero generale del territorio di Cagliari. Sulle responsabilità dell'incidente mortale di ieri interviene ancora il segretario generale Enzo Costa: «Nessuno può nascondersi dietro l’alibi di un permesso firmato o non firmato». Dopo l'ennesima tragedia sul lavoro, un appello alla riflessione va ai parlamentari che vogliono cambiare il testo unico sulla sicurezza. 

«Ciò che è accaduto ieri – denuncia Costa – dovrebbe far riflettere chi, proprio in questi giorni di dibattito parlamentare, sostiene la necessità di modificare il testo unico sulla sicurezza per ridurre le responsabilità penali delle aziende: un fatto vergognoso in un Paese come l’Italia che si distingue in Europa per l’alto numero di incidenti mortali e infortuni sul lavoro».
Cause e responsabilità di quanto accaduto ieri saranno chiarite dalla magistratura, ha detto Costa aggiungendo che «sarebbe comunque gravissimo apprendere ufficialmente che dentro la raffineria le operazioni di lavoro vengano svolte in maniera spontanea, addirittura decise da singoli lavoratori». 
Che il permesso ci fosse oppure no è una questione certamente importante che verrà chiarita dall’inchiesta giudiziaria ma «in entrambi i casi esistono precise responsabilità che non hanno niente a che vedere con l’operato di singoli lavoratori». Non è accettabile che dentro uno stabilimento ad alto rischio, per chi ci lavora e per chi vive lì vicino, tutti i lavori, quelli diretti e quelli appaltati, non siano strettamente e rigorosamente controllati.

fonte cgil.it

Modifiche al Testo Unico Sulla Sicurezza


inserito da Editor   
mercoledì 27 maggio 2009
27/05/09 - BANCARI: MODIFICHE AL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA  UNA  VERA  CONTRORIFORMA Pubblichiamo questo documento unitario dei sindacati di categoria dei bancari che individua con molta precisione la caratteristica regressiva contenuta  nello schema di "correzione" del d.lgs81/08 proposto dal governo. IL DOCUMENTO 
fonte:diariodiprevenzione

UNA VERA CONTRORIFORMA

Il 27 Marzo scorso il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al provvedimento che
modifica il Testo Unico della Sicurezza (D.Lgs. 81/2008).
Il disegno di legge pendente interviene su molti punti del Testo Unico, con contenuti
che, se confermati, oggettivamente, dopo aver rinviato sistematicamente le parti
più salienti del decreto, introdurrebbero corpose e rilevanti modifiche, in grado di
depotenziare parti rilevanti del Decreto.
Ne potrebbero risultare ridotti i diritti individuali e collettivi dei lavoratori (RSA e
RLS), attraverso lo svuotamento dell’Art. 9 dello Statuto dei Lavoratori.
La modifica mette in discussione, soprattutto, la possibilità di RSA e RSU di
intervenire su materie di stretta competenza negoziale (carichi e ritmi di lavoro,
turni) demandando in via esclusiva tali funzioni ai RLS (che, al contrario, non hanno
strutturalmente prerogative negoziali), ridimensionando e svuotando in questo
modo il ruolo di rappresentanza e di contrattazione aziendale del sindacato, in
particolare sulle materie riferite alle condizioni di lavoro ed ai fattori legati agli
aspetti organizzativi.
Inoltre a partire dal 16 maggio viene confermata la previsione di non effettuare
visite mediche in fase preassuntiva, come previsto dall’art. 5 dello Statuto dei
lavoratori, tenendo, tuttavia, conto che tutta la materia è in discussione presso le
commissioni parlamentari che esauriranno i lavoro entro il 16 agosto del 2009.
Il disegno di legge messo a punto dal ministro del lavoro non si armonizzerebbe con
l’ordinamento giuridico vigente: né nei suoi presupposti fondativi (il valore del
solidarismo e del personalismo costituzionale) né nelle sue conseguenze applicative
di fonte ordinaria.
Oltre a ciò, va evidenziata la portata dirompente dell’art. 2/bis della bozza del
decreto correttivo, con il quale si conferisce presunzione di conformità alle
prescrizioni previste dal decreto, attribuendo le relative funzioni alle commissioni di
certificazione (private) istituite presso gli enti bilaterali e le università, e
sottraendole quindi ai soggetti pubblici preposti (ISPESL, ASL), in assenza di sistemi
di controllo.
Preoccupanti sono le modifiche riguardanti l’art 15 bis, con le quali si vorrebbero
introdurre limiti alla responsabilità omissiva dei datori di lavoro e dei dirigenti, per
trasferirla su altri soggetti (preposto, medico competente, lavoratore): ciò
confliggendo con i principi generali del diritto penale e con lo spirito e la lettera
dell’art. 2087 c.c.
Infatti verrebbe meno l’obbligo del datore di lavoro di adottare le misure che, in
relazione alla peculiarità del suo lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a
tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori. Il datore di lavoro rimane vincolato
soltanto dalle norme in essere, ed è esonerato dal tener conto dell’adeguamento al
progresso scientifico.
In relazione al rischio da stress lavoro-correlato, il datore di lavoro a partire dal 16
maggio avrà l’obbligo di inserirlo nel documento di valutazione dei rischi, in attesa
dell’iter parlamentare su tutta la materia che si dovrà esaurire entro il 16 agosto
2009.
Infine, ci preoccupano le modifiche introdotte in materia di appalti. Non si ritiene
infatti adeguato escludere, a priori, l’obbligo di redazione del DUVRI in caso di lavori
di durata non superiore a due giorni (in genere per lavori di manutenzione). E’ noto
infatti come i rischi da interferenza siano tra i più ricorrenti e pericolosi e legarli al
fattore tempo, non ne determina certo la maggiore o minore pericolosità.
Tali modifiche, che peraltro non prevederebbero più l’obbligo di analisi congiunta tra
datori di lavoro stretti da un contratto di appalto, appaiono quanto mai inadeguate.
Così come ci preoccupa l’eliminazione della norma di “nullità del contratto” nel caso
di mancata indicazione dei costi della sicurezza.
Il messaggio culturale e politico che il documento del Governo trasmette, al di la
delle dichiarazioni rassicuranti, è quello di permettere una maggiore
deresponsabilizzazione da parte di quelle aziende che non rispettano le norme,
alimentando nei fatti una concorrenza sleale verso la stragrande maggioranza delle
imprese che investono per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle
lavoratrici.
Non dimentichiamo che l’Italia, rispetto all’Europa ha un triste primato annuo:
1.200 morti per lavoro, 25.000 infortuni e oltre 1.000 rapine in Banca.
In sintesi, intendiamo richiamare il Legislatore ad un forte senso di responsabilità
nel recuperare lo spirito del Decreto 81, che ha introdotto l’auspicata nozione di
impresa connotata dai forti elementi di socialità tratti dalla Costituzione
repubblicana (utilità sociale e rispetto della persona: art. 41, comma 2), attuando
tali postulati in una risoluta tensione partecipativa degli organismi di
rappresentanza dei lavoratori .
Auspichiamo che la salute e la sicurezza dei lavoratori non torni ad essere, come
prima del Decreto, un mero “limite esterno” alla libera attività d’impresa, ma
rimanga giuridicamente e divenga nei fatti vero obiettivo strategico della stessa: in
ossequio alla più nobile delle intuizioni portate dal Decreto 81.
Per far questo, occorre attuare in modo corretto i meccanismi della bilateralità e
della negoziazione aperta: categorie che non devono essere modificate con un
emendamento tecnico, perché appartengono al sistema di valori giuridici
permanenti dell’ordinamento repubblicano.
E’ importante ribadire che durante tutta la fase di confronto in sede istituzionale il
decreto in essere resta integralmente in vigore in tutti i suoi punti.
Pertanto invitiamo tutte le nostre strutture territoriali, in stretto raccordo con le
nostre rappresentanze aziendali unitarie e con i RLS, a presidiare la salvaguardia
del Decreto 81 nella sua originaria e attuale versione, valutando l’opportunità di
avvisare, in caso vi fossero modifiche sostanziali di comportamento da parte
datoriale, le scriventi Segreterie Nazionali, che, unitamente alla Commissione
Nazionale Salute e Sicurezza, valuteranno se intraprendere eventuali iniziative a
tutela delle grandi intuizioni e innovazioni di cui il Decreto 81 è portatore.

Roma, 26 maggio 2009

Le Se g r e t e r i e Na z i o n a l i – La Co m m i s s i o n e Na z i o n a l e Int e r s i n d a c a l e S al u t e  e Si c u r e z z a
DIRCREDITO FABI FIBA/Cisl FISAC/Cgil SILCEA SINFUB UGL Credito UILCA

INCIDENTE SARAS


SACCONI, DA ISPETTORI PIU' CONTROLLI SICUREZZA
La notizia
Gli ispettori del lavoro inviati da Roma dovrebbero concentrare maggiormente le loro verifiche sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, piuttosto che sui rapporti di lavoro stesso. E' la proposta del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, all'indomani della tragedia di Sarroch. Attualmente - ha ricordato Sacconi, a margine della presentazione del nuovo Centro ricerche Chiesi - "i controlli sono realizzati dai servizi sanitari regionali, mente le nostre attivita' ispettive non hanno competenza diretta sui profili di sicurezza in luoghi diversi dall'edilizia". Tuttavia, come gia' previsto dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, "dobbiamo rafforzare la possibilita' che i servizi ispettivi centrali oltre a verificare il corretto inquadramento dei rapporti di lavoro possano ancor piu' entrare nel merito dei profili della sicurezza", all'insegna di "un maggiore coordinamento tra le funzioni ispettive centrali e quelle locali". Gli ispettori del lavoro, ha insomma riassunto Sacconi, "dovranno concentrarsi meno sui formalismi rispetto ai rapporti di lavoro e prestare piu' attenzione ad aspetti sostanziali come salute e sicurezza". fonte AGI.IT

Il commento

La soluzione proposta dal ministro è impertinente rispetto alle caratteristiche del tragico incidente di Saras: una vecchia soluzione centralistica di vigilanza che comprova la mancanza di un disegno di rinnovamento della organizzazione della Pubblica Amministrazione in materia di strategie per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

1) Non servono gli ispettori centrali che , come commessi viaggiatori, piombano "una tantum" in questo o quell'impianto, servono strutture forti a livello di ciascuna regione che seguono e fanno in continuità il monitoraggio degli impianti delle aziende ad alto rischio, valutano l'organizzazione dei sistemi di gestione salute e sicurezza adottati dalle imprese, vigilano sulla qualità dei capitolati d'appalto delle imprese della manutenzione, la formazione del personale, ecc. In sostanza occorre un Servizio regionale efficace di prevenzione dotato di personale e di mezzi protetto dalle "interferenze" delle lobbie locali.
Il coordinamento va bene ma occorre una grande chiarezza su chi fa cosa: alimentare l'illusione della "geometrica potenza" della vigilanza centralizzata è un grave errore.
2) Gli ispettori del lavoro debbono vigilare sui rapporti di lavoro perchè è questo che sanno fare e se  lo facessero seriamente sarebbe un grancde contributo al miglioramento delle condizioni di base per la gestione della sicurezza. La proliferazione di micro imprese con scarso know how che vincono gli appalti al massimo ribasso sono un aspetto rilevante  del problema ....
fonte:diariodiprevenzione

martedì 26 maggio 2009

SINDACATO MOLTO PARTECIPATIVO


POSTE, IL FEUDO CISL. È IL MODELLO BONANNI
ROMA
Il tema principe del Congresso Cisl che si è concluso sabato scorso è stato certamente quello della «partecipazione dei lavoratori all'azienda»: che il segretario Raffaele Bonanni, riconfermato con un autentico plebiscito (99% dei voti), vuole declinare nel modo più incisivo possibile. Portando i dipendenti non solo a godere dei risultati della produttività o di quota parte degli utili, ma anche dentro i consigli di amministrazione delle aziende. C'è un'impresa - praticamente la più grossa del nostro paese - che è già occupata dai «lavoratori» nei suoi gradi più alti, e anzi che realizza in pieno il sogno di Bonanni: dato che è un vero e proprio feudo della Cisl.
Si tratta delle Poste. Azienda controllata dal Tesoro, ma che si muove verso la liberalizzazione del settore prevista in Europa a partire dal 2011. Centocinquantamila lavoratori, con oltre 60 mila iscritti alla Cisl. La Cgil ne ha circa 22 mila. Per la prima volta, alle ultime elezioni, il sindacato di Bonanni ha superato il 50% dei consensi all'elezione delle Rsu: ben il 52%, quando la Cgil ha il 23%. Fin qui, nulla di particolarmente male: è la normale concorrenza tra sindacati, e vinca il migliore. Quello che però, a parere della Cgil, impedisce all'azienda Poste di risolvere tanti suoi problemi, è la commistione sindacato/management che porta - parole del segretario generale Slc Cgil Emilio Miceli - a un vero e proprio «consociativismo sindacale». Al vertice di Poste siedono infatti uomini Cisl.
Ecco un breve elenco: Giovanni Ialongo, attuale presidente Poste e Postel (società di Poste che offre servizi alla pubblica amministrazione) è ex segretario della Cisl Funzione Pubblica; Rino Tarelli, commissario straordinario I Post (ente previdenziale del settore), è stato anche lui segretario Cisl Funzione Pubblica; poi c'è Luigi Marelli, alle relazioni industriali, ex segretario nazionale Fim Cisl. C'è poi una pioggia di iscritti Cisl nei posti dirigenziali chiave: Pasquale Marchese, responsabile divisione mercati; circa il 70% dei dirigenti del servizio postale; e la metà dei 22 direttori regionali mercato privati (i dirigenti che poi indicano le nomine dei direttori di filiale). 
La Cisl così in azienda decide il bello e cattivo tempo, frenando, a parere degli altri sindacati, il pluralismo interno, e rapporti sani - conflittuali, quando dovesse servire - tra lavoratori e dirigenti. Un esempio: nel luglio 2008 è stato siglato un contratto separato - sulla stabilizzazione di 14 mila precari - tra azienda, Cgil, Uilpost e Saip. Senza Cisl. In agosto e settembre, sono partite ben due lettere da parte dell'amministratore delegato di Poste, Massimo Sarmi, che caldeggiava la ripresa dell'unità sindacale: «Molto è stato fatto in questi ultimi anni, per sviluppare un sistema relazionale costruttivo, basato sul reciproco rispetto delle parti, nel convincimento che l'interesse aziendale e dei lavoratori si tuteli cercando sempre l'equilibrio e la sintesi tra le diverse posizioni».
Lettera che la dirigenza deve aver dimenticato: a inizio maggio è stato firmato un accordo sul premio solo con Cisl e Failp. «La cosa peggiore è che i risultati di quell'intesa - spiega la Cgil - erano stati concordati la notte prima con noi, ma poi l'indomani è arrivata la firma con la sola Cisl, che ci ha escluso. Un modo per portare un risultato al congresso». Così la Cgil ha deciso di disertare il congresso dei postali Cisl. Tra gli altri nodi che si dovrebbero affrontare, gli infortuni, ma anche gli investimenti sui «titoli tossici», che sempre secondo la Cgil avrebbero fatto perdere 156 milioni di euro (e parliamo di investimenti che non avrebbero dovuto essere di rischio). Se questa è la «partecipazione» della Cisl, sembra lasciarsi dietro problemi irrisolti e troppi conflitti sterili.
Antonio Sciotto
FONTE:Manifesto 

INCIDENTI SUL LAVORO


Tre morti in Sardegna
Tre operai sono morti il pomeriggio del 26 maggio intorno alle 14 all'interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari). I tre, secondo le prime informazioni, si trovavano in un impianto di desolforazione che si sarebbe saturato di esalazioni tossiche. Erano dipendenti della ditta esterna Comesa arl. che ha in appalto alcuni lavori all'interno della raffineria. In queste settimane gli impianti sono infatti interessati da una serie di interventi di manutenzione programmata. 

Le vittime erano tutte di Villa San Pietro, paese a 30 chilometri da Cagliari e a pochi chilometri dagli impianti della Saras. Si chiamano Bruno Muntoni, operaio esperto di circa 60 anni, e Daniele Melis e Giorgio Solinas,  due giovani colleghi, entrambi sotto i 30 anni di età. Secondo le prime notizie i tre operai sarebbero morti per intossicazione da azoto, che e' letale in pochi minuti. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 ma per i tre non c'era piu' niente da fare. 

La squadra era formata da quattro persone, una è rimasta all’esterno per assistere i colleghi, ha dato l’allarme ed è stata rianimata, riuscendo a salvarsi.

Sullo stesso tema:
» Il racconto del sopravvissuto: "Morti nel tentativo di aiutarsi"
» SPECIALEAttacco al Testo Unico

lunedì 25 maggio 2009

PROCESSO ETERNIT


Processo Eternit, l'Inps si costituisce parte civile

Possibile richiesta danni per tre miliardi di euro

 

TORINO

Udienza lampo, questa mattina, per l’inchiesta Eternit che vede indagati i vertici della multinazionale svizzera. La seduta odierna ha visto, infatti, la costituzione di parte civile dell’Inps e le difese hanno quindi chiesto un rinvio. L’udienza è stata così aggiornata al primo giugno.

«Abbiamo chiesto la costituzione di parte civile - spiega l’avvocato Maurizio Greco - perchè ci sentiamo lesi nel nostro diritto patrimoniale. Quello subito dall’Inps è un danno legato all’erogazione anticipata delle prestazioni in ragione di un fatto illecito».

Al momento non è ancora stato calcolato con esattezza il danno per cui l’Inps si costituisce, ma potrebbe aggirarsi sui 3 milia
rdi di euro.

FONTE LA STAMPA .IT

Se vai all'assemblea non ti premio


I sindacati denunciano: Telecom Italia esclude dai premi i lavoratori che partecipano alle assemblee.

Lo scontro frontale tra sindacati e Telecom Italia si trasferirà anche nelle aule di tribunale: pare infatti che dall'ultima distribuzione di premi al personale (erogati discrezionalmente e non contratti) siano stati esclusi tutti i lavoratori che ricoprono incarichi nelle rappresentanze sindacali.

Parimenti sarebbero stati esclusi i lavoratori che hanno partecipato alle assemblee retribuite (convocate regolarmente dal sindacato in orario di lavoro, come prevede lo Statuto dei Lavoratori) e i lavoratori che godono dei permessi previsti dalla legge 104 perchè gravemente malati o con familiari portatori di handicap a carico.

Questa discriminazione avverrrebbe a prescindere dalle prestazioni effettive, e nonostante al vertice dell'azienda si sia insediato Oscar Cicchetti, braccio destro di Bernabè e per molti anni addirittura iscritto al Pci.

Cgil-Cisl-Uil hanno annunciato che procederanno contro queste scelte, denunciando l'azienda Telecom Italia per condotta antisindacale

fonte:ZEUS News - www.zeusnews.com - 24-05-2009]

:

sabato 23 maggio 2009

IL CONGRESSO CISL APRE LA VIA A NUOVE ALLEANZE



Un congresso molto politico questo della Cisl. E non solo per gli interventi di autorevoli ministri del centrodestra come Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi o della presidente della Confindustria Marcegaglia. Interventi-eventi celebrati dai mass media come la nascita di un inusuale, affollato matrimonio. C'è anche chi ha cercato di coinvolgere nella fastosa cerimonia Guglielmo Epifani. Così si è potuto leggere, ad esempio sulle colonne di "Liberal", senza alcuna ironia, che il ministro Sacconi si è rivolto al segretario della Cgil "addirittura senza insulti". Certo qualcuno potrebbe accusare la stessa organizzazione di Epifani di avere dato spazio, nel suo ultimo congresso, a una sorta di alleanza con il presidente del Consiglio dell'epoca, Romano Prodi. Solo che in quella occasione il consenso era costruito attorno ad un complessivo e ambizioso progetto sindacale dal titolo "Riprogettare il Paese". Oggi quale è il progetto del centrodestra? Quello di promettere ai lavoratori, nel pieno di un dissesto economico inusitato, di partecipare agli utili delle imprese? Resta il fatto che comunque l'esperienza dovrebbe insegnare quanto sia importante il valore dell'unità e dell'autonomia. E come non si possa chiedere al maggior sindacato italiano una specie di ritorno a Canossa sul famoso modello contrattuale. I rilievi specifici mossi da Epifani sui limiti della contrattazione aziendale e territoriale, sul nuovo indice d'inflazione, non possono essere accantonati giudicandoli inesistenti, come in sostanza ha fatto Raffaele Bonanni nelle conclusioni.
Quel che però più indigna è la premessa esposta dal ministro Sacconi alla nuova scelta contrattuale accettata da Cisl e Uil. Tutto nascerebbe dall'accordo stipulato nel 1993 e che avrebbe portato alla decurtazione dei salari. Tutta colpa (parole del ministro in TV) della "borghesia cinica e referenziale". Ovverosia Carlo Azeglio Ciampi, Bruno Trentin, Pietro Larizza, Sergio D'Antoni. Una tesi infame ribadita anche al Congresso Cisl senza che nessuno obiettasse. Magari spiegando che quell'accordo aveva permesso l'entrata nell'Unione Europea e che l'indice d'inflazione avrebbe dovuto essere concordato con i sindacati che in caso contrario avrebbero potuto riprendersi la libertà d'azione. Osservazioni ribadite a lungo, inutilmente, da Trentin, quando era in vita. 
Detto questo l'Assise Cisl apre qualche spiraglio che sarebbe bene valorizzare. Così sulla possibilità di un'iniziativa comune su un tema bruciante come il fisco (ma dove è finita la piattaforma unitaria dello scorso anno?). Così sulle regole per la rappresentanza, svincolo cruciale per impedire fratture come quelle in corso. E' il tema della democrazia nei sindacati. Quella che affida ai lavoratori il consenso più o meno maggioritario ad un'intesa, come quella sul modello contrattuale che rappresenta una specie di nuova Costituzione per i rapporti di lavoro. 
Temi che se affrontati davvero rappresenteranno un passo avanti per tutti. La prospettiva è quella non breve, fatta di percorsi accidentati, tra sentieri impervi e rischi di trappole. Siamo - come ha spiegato Epifani riscuotendo notevoli applausi dal Congresso Cisl - nel cuore di una crisi prepotente. Non bastano le descrizioni di quanto avviene, come ha voluto sottolineare il segretario della Uil Luigi Angeletti, intento a dileggiare chi solo critica mentre altri fanno accordi. Dimenticando che nel Paese si sono stipulati o si stipulano migliaia di accordi. Con la Cgil. Per cercare almeno di limitare gli effetti della crisi. Per la società del lavoro che ci sarà domani. Perchè tutto questo finora non è stato possibile con l'attuale governo? Forse perché la coalizione di centrodestra è affollata di quei "populisti" sui quali si era soffermato a lungo nella sua relazione Bonanni. Senza però osare dare a quel termine, "populista", un'identità, un volto
BRUNO UGOLINIfonte l'unita'

MANIFESTAZIONE ANTI RAZZISTA A MILANO









QUANDO SI DICE GOVERNO AMICO: SACCONI AL CONGRESSO CISL


Continua il patto di  mutua asistenza tra il ministro  Sacconi e il 
"sindacalista"Bonanni, dopo il patto separato sulla riforma del modello contrattuale, concordia anche sulla riforma delle pensioni( più soldi? No! si allunga ancora l'età  pensionabile)  Al congresso della Cisl  le dichiarazioni di entrambi hanno  evidenziato a una pefetta sintonia  su questi  temi, peraltro,c'è concordia anche con il presidente di Confindustria, Emma Marcegalia. Tutto naturalmente in difesa dei lavoratori, soprattutto le fascie più deboli.......... ma per piacere!
Salvatore

venerdì 22 maggio 2009

Ministro!!!!!!!


Sto lavorando per Voi.
Dopo vari decreti ,ecco un bell'esempio di cosa bisogna fare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

giovedì 21 maggio 2009

BONANNI, LA BUSSOLA CISL È TARATA SUL GOVERNO


Zero critiche all'esecutivo. Ma sul fisco apre alla Cgil
ROMA
Altro che governo amico, la relazione di apertura del sedicesimo congresso Cisl dedica al governo in carica un vero e proprio tributo. «Dall'Abruzzo, alla festa del 25 aprile, all'approvazione del federalismo fiscale, la politica, pur tra contraddizioni, sembra dare nuovi segnali di confronto», scandisce il segretario generale della confederazione Raffaele Bonanni aprendo l'assise congressuale. 
Nessun appunto (se non un amichevole rimbrotto per non avere sfruttato la possibilità di sforare, come l'Ue consentiva, deficit e debito) e il governo, presente in sala con una più che nutrita delegazione, non mancherà di applaudire. Se l'analisi di Bonanni si potrebbe definire 'tremontiana' - nel richiamarsi a un nuovo modello di sviluppo, alternativo all'economia finanziaria e speculativa e fondato sulla rivalutazione del lavoro, su un «nuovo umanesimo del lavoro» - la ricetta è quella di Sacconi - ben esplicitata dal recente Libro bianco sul welfare che Bonanni condivide nei suoi punti salienti. Per la Cisl, dicono in molti, è il congresso «della svolta». Con un dibattito interno ridotto al lumicino, la confederazione guidata da Bonanni si prepara all'incasso. L'unità sindacale è l'ultimo capitolo delle dodici pagine di relazione. Il filo che Bonanni tende a Epifani (seduto in sala) è quello della riforma fiscale (qualcuno si ricorda la piattaforma unitaria 2007, accantonata in men che non si dica con il cambio di governo?) e della «democrazia economica». Ma di un filo sottile si tratta, che passa attraverso un altro (tutt'altro) modello di sindacato, non conflittuale ma partecipe e ben tratteggiato in quella riforma del modello contrattuale che la Cgil non ha firmato. 
Democrazia economica e fisco 
È una battaglia storica per la Cisl e dato il vento favorevole Bonanni la mette in cima alla relazione: «Sulla partecipazione dei lavoratori alla governance, agli utili e all'azionariato collettivo è tempo che il parlamento giunga finalmente a una legge in attuazione dell'articolo 46 della Costituzione». A margine del congresso, Sacconi assicura «tempi rapidi»: giusto ieri il «ddl Ichino» (che unifica due proposte, una a firma Pdl e una a firma Pd) ha iniziato il suo iter parlamentare. «Democrazia economica» (si potrebbe iniziare dalla Fiat, suggerisce il segretario Cisl) e «democrazia partecipativa» sono strettamente intrecciate nel discorso di Bonanni. Non un accenno invece alla democrazia sindacale (e ai nodi irrisolti della rappresentanza e rappresentatività)
«I salari sono fermi da dieci anni e questa è un'emergenza nazionale», dice Bonanni. La risposta risiede in un fisco più amico, e il segretario Cisl propone una riforma che abbassi il prelievo sul lavoro dipendente - includendo anche un «quoziente familiare» - riordinando le imposizioni su patrimoni e capitali e intensificando la lotta all'evasione fiscale. È la mano tesa alla Cgil. Ma il percorso unitario è accidentato, nel merito delle questioni più importanti. Bonanni difende a denti stretti l'accordo sulle regole della contrattazione, «che ha un valore esemplare straordinario oltre che sostanziale»: non avendolo firmato, dice, la Cgil «ha abdicato al ruolo e alle responsabilità del sindacato».
Obiettivo, «è la produttività del sistema paese, dall'efficienza delle pubbliche amministrazioni agli investimenti infrastrutturali e materiali, alla concorrenzialità dei servizi...» e via dicendo. Sulla contrattazione non si dice granchè, salvo per difenderne la decentralizzazione. Largo spazio viene invece dedicato al capitolo welfare. L'orientamento è quello del Libro bianco di Sacconi: «E' necessario un welfare riqualificato, universalistico, nel quale l'intervento pubblico sia anche regolatore e controllore della compartecipazione del privato e del terzo settore...». 
Bonanni dice sì al contratto unico, apre allo «Statuto dei nuovi lavori» (lanciato dal Libro bianco) e anche, in materia previdenziale, all'innalzamento dell'età pensionabile. Ultimo capitolo: «Azione riformatrice e unità sindacale». Non senza critiche: «È la strategia della Cgil che l'ha paralizzata nel suo ruolo contrattuale, l'ha fatta prigioniera della logica dello sciopero generale, fino alla manifestazione tutta politica di aprile di cui sono stati protagonisti mediatici i leader politici dei partiti di opposizione e di quelli non rappresentati in parlamento». «Tutto questo - conclude Bonanni - mette in difficoltà lo stesso partito d'opposizione, la sua strategia riformista, già di per sè travagliata».
Gli applausi dell'esecutivo
«Bellissima», «appassionata», «completa» e «equilibrata»: gli aggettivi della delegazione governativa presente in sala (i ministri Sacconi, Scajola e il sottosegretario Letta) si sprecano. «Siamo pronti a discutere di tutto», aggiunge Sacconi. Dario Franceschini e Cesare Damiano usano toni più contenuti. Entrambi apprezzano «l'appello alla ricerca dell'unità sindacale». Il segretario Pd giudica «importante la rivendicazione dell'autonomia sindacale». Anche il segretario Uil Angeletti apprezza. Epifani invece - seduto in sala insieme a un bel pezzo della segreteria confederale Cgil - non commenta. Entrambi prenderanno la parola venerdì, prima del ministro Sacconi. 
21/05/2009 |  Manifesto |  Sindacato
fonte cgil.it

SENATO: riflessione sulla modifica degli artt. 2-bis e 10-bis





La Commissione Tofani - pur nella varietà delle posizioni emerse - ritiene necessario eliminare la lettera d) e riformulare la lettera c) dell'art. 10-bis nonchè rivedere l'art. 2-bis.
 

la Commissione d'inchiesta del Senato sugli "Infortuni" presieduta dal Senatore Oreste Tofani ha avviato una importante riflessione sui contenuti e le problematiche interpretative dei nuovi articoli 2-bis e 15-bis introdotti dallo schema di decreto correttivo del decreto legislativo n. 81 del 2008, approvato dal Governo e recentemente presentato al Parlamento per il prescritto parere delle Commissioni di merito. 


La Commissione Tofani - pur nella varietà delle posizioni emerse - ritiene necessario:
- eliminare la lettera d) e riformulare la lettera c) dell'art. 10-bis 
- rivedere l'art. 2-bis

Leggi gli interventi e le proposte dei:
- Sen. Oreste Tofani
- Sen. Paolo Nerozzi
- Sen. Giorgio Roilo 
- Sen. Cecilia Donaggio

fonte amblav

mercoledì 20 maggio 2009

SICUREZZA LAVORO :RISCHI CHIMICI EMERGENTI


RISCHI CHIMICI EMERGENTI ASSOCIATI ALLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: LA PREVISIONE DEGLI ESPERTI.
Luisella Gilardi, DoRS
intesi

La Comunità europea, nell’ambito della strategia “Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società: una nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza 2002 –2006”  invitava l’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza  sul lavoro a creareun "Osservatorio dei rischi" per l’anticipazione di rischi nuovi ed emergenti. L’Agenzia è stata chiamata a rispondere a questa domanda:

Quali sono i rischi emergenti in campo fisico, biologico, chimico e psicosociale?

 

Il documento, ivi descritto, rendiconta l’esperienza di consultazione effettuata secondo il metodo delphy con 49 esperti provenienti da 21 paesi europei per l'identificazione dei rischi chimici emergenti.

 

Definizione di rischio emergente:

 

Un rischio emergente nel campo della Salute e Sicurezza sul Lavoro è dato da qualunque rischio che sia nuovo e crescente.

 

Nuovo significa che:

  • il rischio prima non esisteva;
  • un problema già noto da tempo viene ora considerato un
  • rischio a causa delle nuove conoscenze scientifiche o della
  • nuova percezione pubblica. 

Il rischio è crescente se:

  • Il numero di pericoli che determinano il rischio sta aumentando;

  • la probabilità di esposizione sta aumentando;

  • l’effetto del pericolo sulla salute dei lavoratori si sta aggravando.

 

Fra i rischi chimici emergenti vengono identificati:

 

le nanoparticellecon tale termine si identificano normalmente delle particelle formate da aggregati atomici o molecolari con un diametro compreso - indicativamente -fra 2 e 200 nm.

Non è ancora noto il danno associato all’esposizione a tali sostanza, tuttavia la loro natura inorganica e le dimensioni particolari sono compatibili con insorgenza di effetti cardiopolmonari, modifiche delle strutture proteiche, effetti autoimmuni, stress ossidativi e tumori. 

 

lo scarico dei motori diesel, classificato come probabile cancerogeno per l’uomo dalla IARC, la cui presenza in ambiente di vita e di lavoro è ancora molto alta. Può causare cancro del polmone e danni al polmone ma di natura non tumorale.

 

le fibre minerali artificiali, sono materiali in costante evoluzione. Alcune tipologia sono già state classificate dalla CE, mentre altre sono troppo recenti e i dati sulla tossicità ancora scarsi.

 

Alcune sostanze sensibilizzanti e allergizzanti come le resine epossidiche e gliisocianati, ancora utilizzati in maniera massiccia nell’ambito della EU. E’ necessario che vengano fornite informazioni precise ai lavoratori riguardo queste specifiche proprietà in modo da utilizzare idonei DPI.

 

Nell’ambito delle sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione, è ancora largamente diffusa l’esposizione ambientale ad amianto, agli interferenti endocrini, ai POP (persistent organic pollutant).

In ambito lavorativo l’esposizione a silice cristallina e a polvere di legno, nonostante alcune restrizioni imposte dalla normativa recente, è ancora presente.

 

I settori in cui è stato identificato il maggior numero di agenti chimici potenzialmente dannosi per la salute sono: il settore edile e il trattamento dei rifiuti.

 

Ulteriori informazioni:

 

Leggi la scheda sintetica in lingua italiana “Previsione degli esperti sui rischi emergenti associati alla salute e alla sicurezza sul lavoro” 

 

Leggi la relazione completa in lingua inglese  "Previsione degli esperti sui rischi emergenti associati alla salute e alla sicurezza sul lavoro”

 

Tutte le informazioni pubblicate sull’Osservatorio Europeo dei rischi sono disponibili al seguente indirizzo: http://osha.europa.eu/en/riskobs

ervatory

FONTE:DORS PIEMONTE