martedì 30 giugno 2009 | |
30/06/09 - Basta con le tragedie che derivano dall'incuria e dalla mancanza di manutenzione ! La tragedia di Viareggio è il sintomo della grave malattia che affligge il nostro paese. Da troppo tempo assistiamo nel campo dei trasporti ferroviari, come in altri settori lo stillicidio di eventi sentinella che segnalano il degrado delle strutture e dei mezzi di trasporto che non vengono adeguatamente "curati" con la manutenzione. In poco meno di un mese: 30 aprile un ponte tra Piacenza e Lodi crolla in ragione della piena. I piloni e le strutture portanti dovevano essere manutenzionate da tempo, 22 giugno treno merci deraglia sulla linea Bologna-Firenze, infine la tragedia di Viareggio. Sarà l'indagine a definire i determinanti che hanno dato origine a questa tragedia: pure in assenza di dati certi si può dire che qualcosa si è rotto. Sull'incidente ferroviario di Viareggio c’è una dura nota dei delegati RSU/RLS dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri, organismo trasversale composto da lavoratori e iscritti a tutte le sigle sindacali: “La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l'elevatissimo rischio connesso. Esso si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S. Rossore ed a Prato”......continua su fonte: http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1153&Itemid=53 |
martedì 30 giugno 2009
Basta con le tragedie che derivano dall'incuria e dalla mancanza di manutenzione !
Contratti: all'assemblea nazionale FIOM richiesti aumenti medi pari a 130 euro lordi per il prossimo biennio
L'obiettivo dichiarato dal sindacato dei metalmeccanici è quello di aumentare le retribuzioni più basse. Tra le richieste blocco dei licenziamenti per 2 anni, compresi i precari, e aumenti retributivi integrali per i lavoratori in cassa integrazione
Il documento politico e la piattaforma rivendicativa approvati all'unanimità dall'Assemblea nazionale della FIOM-CGIL
Aumenti medi pari a 130 euro lordi per il prossimo biennio. Questa è la richiesta avanzata dal Segretario Generale della FIOM Gianni Rinaldini durante l'assemblea nazionale della categoria per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici che scadrà il 31 dicembre.
Oltre a rivendicare un aumento medio mensile pari a 130 euro lordi per il biennio 2010-2011, il Segretario Generale della FIOM, nell'illustrare la piattaforma che a breve verrà presentata a Federmeccanica, ha chiesto: 35 euro al mese pari a 455 euro l'anno per chi non fa la contrattazione integrativa; blocco dei licenziamenti per due anni compreso i lavoratori precari; defiscalizzazione degli aumenti retributivi del contratto nazionale che rientrano nei parametri oggi già definiti per la defiscalizzazione dei premi di risultato.
Rinaldini, ha anche aggiunto, che la piattaforma sarà presentata alla controparte con largo anticipo rispetto alla scadenza dei tre mesi prevista dal vecchio modello contrattuale che la FIOM non riconosce. La piattaforma sarà anche sottoposta al vaglio dei lavoratori, sia quelli iscritti alla FIOM sia quelli iscritti ad altre organizzazioni sindacali.
E' questa dunque, la risposta delle tute blu della CGIL alla piattaforma separata varata da FIM e UILM che prevede aumenti mensili lordi per il prossimo triennio pari a 113 euro seguendo lo schema del nuovo modello contrattuale. "La nostra piattaforma - ha spiegato Rinaldini - è per il rinnovo del biennio economico. L'obiettivo è quello di aumentare le retribuzioni più basse. Infatti, la richiesta nel biennio riguarda la fascia di lavoratori dal terzo al quinto livello professionale. Proponiamo a Federmeccanica che gli aumenti retributivi del contratto nazionale rientrino nei parametri e nei limiti oggi definiti dal governo per la defiscalizzazione dei premi di risultato. Chiediamo poi il blocco dei licenziamenti compresi i precari, per questa fase di crisi e per tutto il biennio. Inoltre chiediamo che gli aumenti retributivi vengano dati per intero ai lavoratori in cassa integrazione".
Secondo il leader della FIOM questi obiettivi "devono diventare gli elementi di riferimento per la nostra iniziativa nei prossimi giorni, settimane e mesi. Rinaldini ha proposto all'assemblea un ordine del giorno per andare alla verifica con FIM e UILM delle regole democratiche "che - ha concluso Rinaldini - tengano assieme pluralismo e democrazia".
fonte :cgil.it
FILCEM presenta piattaforma per rinnovo elettrici, 190 euro medi per il prossimo triennio
Non c'è accordo sulla richiesta salariale. La Filcem Cgil vuole un aumento di 190 euro medi nel triennio 2009-2012. Due novità di rilievo: contratto unico per il comparto integrato energetico-idrico; un sistema duale di “governance” dell'impresa
Leggi la piattaforma contrattuale
I sindacati degli elettrici non sono però riusciti a varare una piattaforma unitaria. “Ci abbiamo provato fino a qualche giorno fa – esordisce Alberto Morselli, segretario generale FILCEM-CGIL – ma alla fine il confronto tra noi si è arenato sulla richiesta salariale: noi abbiamo insistito affinché si indicasse la cifra, ma CISL e UIL di categoria non hanno voluto, o potuto, esplicitare alcunché”. La piattaforma della FILCEM-CGIL chiede un aumento di 190 euro medi nel triennio 2009-2012, di poco superiore al 6% realizzato nel secondo biennio economico del contratto 2005-2009: se si applicasse invece quanto indicato dall'indice Isae previsto dall'accordo separato dello scorso 15 aprile, si avrebbe un aumento nel triennio solo del 5,7%, del tutto insufficiente a recuperare il potere di acquisto dei lavoratori elettrici. ”Per quanto si possa discettare sui conti – aggiunge Morselli – i segretari generali di FLAI e UILCEM non hanno avanzato alcuna controproposta quantitativa, che pure avremmo valutato con attenzione. Perché – si chiede il leader della FILCEM – si è preferito da parte loro non esplicitare la richiesta di aumento?” Certo la vicenda dell'accordo separato ha pesato molto: “lo abbiamo rigirato come un calzino – spiega Morselli – ma purtroppo il nostro giudizio negativo su quell'accordo ne esce rafforzato perché di fatto azzera l'autonomia contrattuale delle categorie riducendo ad un mero automatismo l'aumento economico del contratto nazionale che diventa così una equazione senza contrattazione”. Ciononostante Morselli non perde la speranza: “tutto ciò – dice – che non abbiamo potuto fare unitariamente prima, lo possiamo recuperare nel corso della trattativa”.
Ma la piattaforma della FILCEM-CGIL non è fatta solo di recupero salariale ma contiene, tra le altre, due novità di rilievo: la prima, quella di andare oltre gli attuali perimetri contrattuali per realizzare il contratto unico del comparto integrato energetico-idrico, accorpando i settori elettrico, energia e petrolio, gas-acqua (contratti questi in scadenza a fine 2009) per meglio governare i processi industriali in corso; la seconda, la costituzione – sul modello tedesco - di un sistema duale di “governance” dell'impresa che preveda l'istituzione dei Consigli di sorveglianza, con all'interno anche i rappresentanti dei lavoratori per l'indirizzo e il controllo delle strategie aziendali, così da sviluppare ulteriormente il sistema in atto di relazioni industriali verso forme più avanzate di democrazia economica.
La piattaforma contrattuale della FILCEM-CGIL mette al centro la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro, e – con il passaggio dagli attuali Rls ai Rlsa, i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza e ambiente – si propone di incrementare le migliori pratiche già in uso in ogni ambito aziendale. La FILCEM propone anche la revisione dei sistemi classificatori per riconoscere merito e competenze; il rafforzamento del “welfare” integrativo, a cominciare dall'unificazione dei fondi di previdenza complementare Fopen, Pegaso e Fiprem, e dalla conferma dell'impegno sul Fisde, il fondo integrativo sanitario; un ruolo più incisivo delle RSU sugli orari di fatto, sui turni, la reperibilità, le trasferte; una maggiore stabilizzazione del lavoro al fine di limitarne la precarietà.
LEGGI il testo della piattaforma contrattuale della FILCEM-CGIL approvata oggi a Roma, unitamente ad una presa di posizione della Segreteria nazionale FILCEM a proposito delle polemiche di questi giorni e ad un utile riepilogo sui "conti in tasca del contratto".
fonte:cgil.it
INCIDENTE A VIAREGGIO
I sindacati: "Una tragedia annunciata"
I ferrovieri: «Treni italiani insicuri
e anche le norme Ue sono lacunose».
Domani un'ora di sciopero del settore
lunedì 29 giugno 2009
INCIDENTI LAVORO: CGIL, IN E-R TROPPE SITUAZIONI A RISCHIO
Una checklist per la sicurezza sui luoghi di lavoro
Controlli sulla sicurezza?
Ancora incidenti sul lavoro
Pavia, grave incidente sul lavoro:
due operai muoiono folgorati
Una scarica elettrica li ha colpiti mentre stavano lavorando alla copertura del tetto di un'abitazione
PAVIA - Due operai sono rimasti folgorati da una scarica elettrica sul tetto di un palazzo in via Sartirana 26, a Mede, in provincia di Pavia. I due stavano lavorando su un cestello elevatore alla copertura di un tetto.
I SOCCORSI - I sanitari del 118 hanno tentato sul posto tutte le tecniche di rianimazione ma non c'è stato nulla da fare. La morte del primo, un uomo di circa 30 anni di origine romena residente a Broni (Pavia), era stata constatata subito. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco.
LA RICOSTRUZIONE - Secondo una prima ricostruzione, gli operai erano impegnati a fissare alcune lastre su un tetto quando, con tutta probabilità, hanno toccato i fili dell'alta tensione e sono morti folgorati nella piattaforma su cui stavano lavorando, a un'altezza di circa 8 metri. L'allarme è scattato pochi minuti dopo le 15 ma nessuno, spiegano dal 118 di Pavia, sembrerebbe aver visto l'incidente. Da subito è apparso chiaro che un operaio fosse deceduto, si tratta di un romeno di 30 anni residente a Broni, mentre è stato necessario riportare a terra la piattaforma per costatare il decesso del secondo operaio, probabilmente straniero e ancora da identificare. I carabinieri sono al lavoro per stabilire l'esatta dinamica dell'incidente ed eventuali responsabilità.
fonte; www.corriere.it
giovedì 25 giugno 2009
Fiat, il “Piano Marchionne” cancella 10 mila posti di lavoro
L'allarme lanciato dal segretario della Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi
Il piano Marchionne, presentato la scorsa settimana, porterà al taglio di 10 mila posti di lavoro. Questa è la stima che fa la Fiom con Cremaschi che ha lanciato un allarme sostanziato da numeri veri
Calano gli infortuni? Prima di festeggiare meglio fare un po' di chiarezza sui dati
"Il primo articolo sull'argomento con una visione chiara dei fatti" , l'autore , come sempre coglie in pieno i punti deboli degli entusiastici proclami .
Fare parlare i dati sugli incidenti sul lavoro con saggezza, senza facili entusiasmi : occorre non abbassare la guardia.
I dati esposti da Inail nella giornata di ieri sono dati macro che premiano i valori assoluti e non consentono facili generalizzazioni: per molti comparti lavorativi a rischio, occorre che vengano svolti approfondimenti usando il denominatore non solo dei lavoratori occupati ma anche quello delle ore effettivamente lavorate. Infatti in una fase di crisi che per molti settori ha avuto inizio con l'utilizzo della CIG già dal quarto trimestre dell'anno scorso occorre molta cautela prima di assumere una valutazione definitiva che avvalori l'idea che vi sarebbe stato un miglioramento diffuso della gestione della sicurezza nelle imprese italiane.
Questi dati macro vanno scomposti e vanno individuate le situazioni critiche ove occorre un intervento di miglioramento della gestione della sicurezza sul lavoro.
Assai preoccupanti sono poi i dati riguardanti le malattie professionali, in particolare quelle riguardanti l'apparato muscolo scheletrico.
Il 61% degli infortuni è concentrato nelle aree del Nord a maggiore densità occupazionale: in particolare Lombardia (149.506 casi), Emilia Romagna (123.661) e Veneto (104.134), che insieme assommano oltre il 43% degli eventi infortunistici denunciati nell'intero Paese.
Nel 2008 il totale degli incidenti su lavoro in Emilia Romagna sono stati 123.661 contro i 130.545 del 2007 con una diminuzione del 5,3%.
Gli incidenti mortali sono stati 112 con una diminuzione di una sola unità rispetto al 2007.
I morti sul lavoro sono in crescita, rispetto al 2007, nella provincia di Ferrara (da 9 a 20), di Rimini (da 4 a 8), di Piacenza (da 5 a 11) e Ravenna (da 10 a 14). Si registra un lieve aumento degli infortuni totali, invece, solo nella provincia di Forli'-Cesena (0,5 per cento), a fronte di una diminuzione complessiva nelle altre province.
L'insieme dei dati nazionali e regionali richiede una serie di approfondimenti e una particolare cautela prima di formulare giudizi definitivi sul miglioramento generalizzato della gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per questi motivi occorre non abbassare la guardia: anche in Emilia Romagna esistono ancora troppe situazioni aziendali nelle quali la gestione della salute e della sicurezza è inadeguata e/o insufficiente. Infine va ricordato che la decisione del governo di stravolgere negli aspetti fondamentali le norme che hanno consentito in questi anni miglioramenti nella gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro potrebbe interrompere questo trend positivo del calo degli eventi infortunistici sul lavoro. editor
fonte:diariodiprevenzione
mercoledì 24 giugno 2009
La FILLEA denuncia:
'Il lavoro offeso, il difficile percorso per il riconoscimento dei diritti delle vittime del lavoro nelle costruzioni' |
Presentata la ricerca realizzata dalla FILLEA-CGIL e dall'IRES sul percorso post infortunio Il 36% dei lavoratori non denunciano gli incidenti per via delle pressioni delle imprese e per il sistema di irregolarità complessivo in cui lavora Nella giornata in cui vengono presentati i dati INAIL sugli incidenti sul lavoro, e alla vigilia dell'approvazione delle modifiche 'contro riformatrici' al Testo Unico, la FILLEA e l'IRES presentano una ricerca dal titolo 'Il lavoro offeso. Il difficile percorso per il riconoscimento dei diritti delle vittime del lavoro nelle costruzioni', che cerca di fare luce sul difficile percorso post infortunio nel settore dell'edilizia. Storie di vita e statistiche che provano a spiegare quanto sia importante prevenire, ma anche dotare il lavoratore degli strumenti necessari al reinserimento sociale e lavorativo dopo un incidente nel luogo di lavoro. Dalla ricerca emerge un quadro non confortante: il 36% dei lavoratori non denunciano l'incidente all'INAIL per via delle pressioni che riceve, dirette o indirette, dal datore di lavoro. La quasi totalità dei lavoratori che entrano in relazione con l'istituo, inoltre, lamenta tempi lunghi, una difficile comunicazione, la sottovalutazione del danno. Un 'disagio' testimoniato dal fatto che circa il 20% degli assegni mensili di invalidità assegnati sono frutto di un percorso conflittuale, una non adeguata assistenza terapeutica ed una assenza del sostegno psicologico. Oggi l'83% dei lavoratori morti sul lavoro lasciano sola una famiglia. ''I dati diffusi oggi dall'INAIL - dice Walter Schiavella, Segretario Generale della FILLEA-CGIL - darebbero una diminuzione degli infortuni, ma noi misuriamo, quotidianamente, una realtà diversa, e lo facciamo anche con questa ricerca, che dimostra come il 36% dei lavoratori intervistati afferma di non 'dichiarare' gli infortuni sul lavoro, per via delle pressioni delle imprese e per il sistema di irregolarità complessivo in cui lavora. Quest'area grigia e sommersa, in assenza delle norme necessarie che chiediamo, rischia di aumentare''. Per il numero uno della categoria degli edili, “dall'indagine che presentiamo oggi emerge un'altra 'faccia' del problema degli infortuni sul lavoro, di ciò che accade dopo, che rischia di essere in stretta continuità con quanto accade prima''. Infatti, secondo Schiavella, un 'filo conduttore' unisce l'infortunio sul lavoro e la fase successiva: ''A nostro avviso - continua Schiavella - manca un approccio complessivo al tema della sicurezza. Da una parte, infatti, assistiamo a un rischio di abbassamento del sistema normativo e sanzionatorio che interessa il Testo Unico sulla sicurezza, in questi giorni in discussione in Parlamento e, dall'altra, l'assenza di qualsiasi norma tesa a garantire la regolarità del lavoro e, con essa, la sua sicurezza''. A concludere l'iniziativa Morena Piccinini, Segretaria Confederale della CGIL: ''Quella che presentiamo oggi è la prima ricerca che indaga il dopo-infortunio e di come i lavoratori affrontano questa situazione di maggiore vulnerabilità e di insicurezza derivante dall'incidente''. Dalla ricerca IRES e FILLEA, rileva Piccinini, “esce fuori in modo evidente lo stretto collegamento tra la condizione del lavoratore dopo l'infortunio e quella precedente legata al suo contesto lavorativo. Infatti - prosegue la dirigente sindacale - quante più tutele di garanzia il lavoratore ha durante l'attività lavorativa, tanto più alte si manifesteranno le tutele dopo l'incidente. Allo stesso tempo, quanto più fragili sono le tutele nel sistema produttivo, tanto più fragili saranno le possibilità di recupero del lavoratore dopo l'infortunio''. Piccinini sottolinea infine l'importanza del ruolo del sindacato nella formazione e nel mantenimento delle tutele dei lavoratori. ''Quanto più siamo riusciti - conclude Piccinini - a fare azioni integrate per rendere più 'forte' il lavoratore, tanto più saremo in grado di far valere le tutele nel post-infortunio''. 24/06/2009 La ricerca - la sintesi della ricerca - le tabelle - le interviste |
Formazione sulla sicurezza:passo avanti in FIAT
Fiat: firmato accordo con i sindacati per un piano di formazione sulla sicurezza
- Il testo del verbale di accordo
- La sintesi del piano formativo
- Circolare Segreteria Nazionale FIOM
Rinnovo del contratto settore elettrico
Al centro del confronto con i lavoratori, alcuni punti centrali e qualche novità di rilievo: dal contratto di settore a quello più ampio del comparto energetico-idrico accorpando i settori elettrico, energia e petrolio, gas-acqua per governare meglio i processi industriali in corso; più democrazia industriale, passando dagli Osservatori e dal confronto preventivo ai Consigli di sorveglianza comprensivi della rappresentanza dei lavoratori; revisione dei sistemi classificatori per riconoscere merito e competenze;rafforzamento del "welfare" integrativo, a cominciare dall'unificazione dei fondi di previdenza complementare Fiprem, Fopen e Pegaso, e dalla conferma dell'impegno sul Fisde, il fondo integrativo sanitario. Richiesti 190 euro di aumento economico al parametro medio nel triennio 2009-2012 per difendere il potere di acquisto delle retribuzioni. Prevista a Roma il prossimo martedì 30 giugno l'Assemblea nazionale dei quadri e dei delegati per trarre la sintesi delle assemblee svolte tra i lavoratori e approvare definitivamente la piattaforma che sarà subito inviata alle controparti e alle imprese del settore per una trattativa rapida ed efficace (C.Ca.)
Tg1, anche gli infortuni sul lavoro (siamo a 500 morti nel 2009) sono gossip?
di Giuseppe Giulietti
Incidente alla Comital di Spinetta Marengo (Alessandria)
Esplosione in fabbrica, gravi due operai.
Un macchinario è esploso questa mattina nello stabilimento Comital di Spinetta Marengo (Alessandria). Diversi lavoratori sono feriti, due molto gravi. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Alessandria. L'azienda, controllata dal fondo Management e Capitali, con sede centrale a Volpiano (Torino), controlla i marchi Cuki, Domopak e Tonkita
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