giovedì 17 dicembre 2009

Graziano Trasmissioni: 1000 esuberi, sciopero


I lavoratori della Oerlikon-Graziano Trasmissioni di Cascine Vica (To) si sono fermati in sciopero, dopo le assemblee, fino a fine turno, con un presidio fuori dai cancelli dell'azienda. 'Con questa iniziativa - spiega la Fiom - i dipendenti vogliono protestare contro il piano di ristrutturazione presentato dall'azienda al ministero delle Attivita' Produttive che prevede 1.000 esuberi in Italia, di cui circa 500 in Piemonte, e la chiusura dello stabilimento di Cento, in provincia di Ferrara. I lavoratori chiedono che non venga chiuso alcuno stabilimento in Italia e che questa fase di crisi con calo dei volumi venga affrontata senza licenziamenti, utilizzando gli ammortizzatori sociali a partire dai contratti di solidarieta'.


17/12/2009 12:24

fonte rassegna.it


martedì 15 dicembre 2009

Campagna di comunicazione della CGIL

Fisco:‘Più evadono, più paghi’, parte la campagna di comunicazione della CGIL
CGIL presenta proposte per un fisco giusto, taglio strutturale tasse per lavoratori e pensionati
Obiettivo della campagna è comunicare la posizione della CGIL in materia di politica fiscale e sostenere un’iniziativa politica di più vasto respiro che il sindacato promuoverà sin dai primi mesi del prossimo anno


Consulta i materiali dell'IRES CGIL -


I manifesti della campagna 'Più evadono più paghi'

fonte cgil.it

lunedì 14 dicembre 2009

Il mancato riconoscimento delle malattie professionali


Le malattie professionali risultano essere un fenomeno spesso sottovalutato. L’avv. R. Dubini ne spiega le ragioni segnalandoci due documenti di CGIL e CISL che contengono proposte di miglioramento della tutela della salute dei lavoratori.


Il fenomeno delle malattie professionali richiede una particolare attenzione per la tutela integrale della salute dei lavoratori. Emerge sempre l'incognita delle malattie ‘perse' cioè di quelle malattie che, pur se di origine professionale, non vedono mai la luce e quindi sfuggono ad ogni tutela.

Molte criticità sono dovute al mancato riconoscimento delle tecnopatie in ambito INAIL. Eppure esistono criteri scientifici adottati nel campo prevenzionale per il loro riconoscimento. Vi sono le questioni giuridiche legate al nesso di causalità nei processi civili e penali nelle malattie professionali, nonché i problemi legati alle azioni di regresso dell'INAIL per le tecnopatie nelle quali siano emerse responsabilità a carico del datore di lavoro.

Le Asl hanno difficoltà nel realizzare una corretta programmazione territoriale degli interventi di prevenzione che richiede la fattiva collaborazione dei medici competenti e di quelli di base.

I medici competenti hanno ulteriori difficoltà legate al fatto che la denuncia di malattia professionale implica, nei fatti, la perdita dell'incarico di medico competente.

Occorre fare il punto sulla prevenzione delle malattie professionali e, soprattutto, richiamare l'attenzione su un fenomeno spesso sottovalutato rispetto agli infortuni sul lavoro, ma altrettanto importante.

Rolando Dubini, avvocato in Milano


A questo proposito la CGIL e la CISL hanno prodotto due documenti di proposta per una azione di sistema che pubblichiamo di seguito, successivamente alla nota di accompagnamento della CGIL.

CGIL - Nota di accompagnamento
Il tema delle malattie professionali rappresenta nel nostro Paese un punto di estrema criticità.
Molte fonti istituzionali (Commissione del Senato sul fenomeno delle morti bianche, Rapporto annuale Inail 2008) forniscono dati che fanno emergere una gravissima e motivata preoccupazione.
La stessa Cgil, nell’audizione al Senato del 27 novembre 2007 aveva fornito elementi di conoscenza che erano poi stati ripresi nella relazione conclusiva della Commissione (cfr allegato).
In un recente documento della Cisl rimesso in questi giorni al Ministro del Lavoro (cfr allegato) si calcolano in 8600 casi/anno “i tumori di certa origine lavorativa”.
In questo quadro abbiamo più volte sollecitato un confronto del Governo con le parti sociali sul tema al fine di promuovere un Piano nazionale di prevenzione la cui urgenza appare del tutto evidente.

In assenza di questo confronto, cui il Governo si è sempre sottratto, abbiamo reiteratamente sollecitato ed infine ed ottenuto la convocazione in seduta straordinaria della Commissione consultiva ex articolo 6 del Decreto lgs 81/08.
In previsione della riunione straordinaria della Commissione Consultiva, che si è tenuta il 24 novembre scorso, abbiamo infine prodotto il documento (cfr allegato): “La prevenzione delle malattie professionali: proposte della Cgil per una azione di sistema”.
Tra le principali proposte avanzate dalla nostra Organizzazione vanno richiamate quelle relative alla promozione di una campagna straordinaria sulle “Malattie professionali perdute”, l’adozione e diffusione di una Carta dei diritti dei lavoratori e di Rls in materia di sorveglianza sanitaria, la definizione dei parametri di rischio per le sostanze pericolose (per le quali il Decreto prevedeva un termine di 45 giorni), l’allestimento di un sito internet espressamente dedicato all’informazione medica per “il pubblico” etc.
Nel corso della riunione la Cgil ha illustrato il proprio documento che ha registrato consensi diffusi nel merito delle singole proposte.

In particolare è stata accolta la proposta (non contenuta nel documento) relativa alla promozione di una campagna denominata “Scuola Sicura” per la diffusione di un percorso didattico mirato alla comprensione dei rischi propri degli ambienti scolastici (staticità degli edifici, messa a norma degli impianti di varia natura etc). Si è previsto che il percorso didattico debba concludersi con un vero e proprio report sulla sicurezza sulla base del quale far confrontare gli studenti con le autorità preposte al fine di condividere gli interventi (anche strutturali) per la messa a norma degli edifici scolastici.
Allo stesso modo è stata accolta la proposta relativa al coinvolgimento del Dipartimento delle Pari Opportunità in un progetto che prevede, tra l’altro, la lettura di genere degli adempimenti e degli atti connessi all’attuazione del Testo Unico sulla sicurezza (in allegato la proposta a suo tempo avanzata dalla Cgil e finora rifiutata dal Governo).

Va rilevato che il documento della Cgil è risultato esplicitamente alternativo all’intendimento del Governo di dar vita ad una campagna di informazione mediatica generica ed inconcludente che era stata peraltro duramente contestata da tutte le parti sociali componenti la Commissione che avevano criticato, secondo le parole della stessa Confindustria, “lo sperpero di danaro pubblico”.
Le numerose delegazioni imprenditoriali presenti al tavolo non hanno mai preso la parola.
In questo quadro il Governo è stato costretto alla fine ad una forzata marcia indietro riconoscendo la necessità di un approfondimento di merito sull’utilizzo dei 20 mln/€ e sui contenuti (da noi ritenuti inaccettabili e basati in buona sostanza sul concetto di “responsabilità” dei comportamenti dei lavoratori). Tale approfondimento si terrà a fine gennaio, termine rispetto al quale il Governo si è impegnato a non procedere ad ulteriori impegni di spesa.
Le Regioni dal canto loro, accogliendo un invito esplicito della Cgil, si sono impegnate ad avanzare, sulla traccia delle proposte avanzate, specifiche ipotesi di progettazioni esecutive della campagna.


CGIL - La prevenzione delle malattie professionali. Proposte della Cgil per una azione di sistema (formato .doc, 158 kB).


CISL - Proposta CISL per la Campagna di comunicazione per la diffusione della cultura della salute e sicurezza sul lavoro (ex art.11, c.7, d.lgs.81/08 s.m.)(formato .doc, 165 kB).
fonte :SIRS-RER


Crisi: a novembre cala CIGO ma esplode CIGS, in 11 mesi -2,35mld nei salari


CGIL, resta una priorità portare la CIGO da 52 settimane a 104 e lasciare la CIGS con le sue regole, per affrontare i problemi legati alle crisi industriali più consistenti e profonde

Ritorna prepotentemente ad aumentare il ricorso alla CIG nel mese di novembre: si conferma un calo della CIGO ma, contestualmente, esplode il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Giudizi che emergono da una elaborazione di dati Inps sul ricorso agli ammortizzatori sociali, a Cura dell’Osservatorio CIG del Dipartimento Settori Produttivi della CGIL Nazionale. Un’analisi che non si limita a fotografare il dato di novembre ma traccia un primo bilancio per l’anno in corso del ricorso alla cassa integrazione e dal quale si rileva come da gennaio a novembre siano stati mediamente 1.110.000 i lavoratori coinvolti nei processi di CIG. Lavoratori che hanno complessivamente subito una decurtazione dei loro salari per oltre 2,35 miliardi di euro.

mini guida su cigs


CGIL presenta proposte per un fisco giusto, taglio strutturale tasse per lavoratori e pensionati


Parte campagna di comunicazione sulla lotta all'evasione e per l'equità fiscale. Necessaria riforma strutturale IRPEF: aumento delle detrazioni per 500 euro da erogare entro marzo e poi per 100 euro nei prossimi 3 anni

4/12/2009
Ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente e sui pensionati complessivamente per circa 20 miliardi nei prossimi tre anni e farlo subito: con un aumento delle detrazioni per 500 euro da erogare entro marzo e poi strutturalmente con 100 euro di detrazione per i prossimi 3 anni. E’ questa la richiesta al centro delle proposte presentate oggi dalla CGIL per un fisco giusto. La confederazione - che oggi in una conferenza stampa tenuta dal Segretario Generale, Guglielmo Epifani, e dal Segretario Confederale, Agostino Megale, ha lanciato anche la campagna di comunicazione sulla lotta all’evasione e per l’equità fiscale - propone una strutturale riforma fiscale che sposti di fatto la pressione sulle transazioni e sulle rendite finanziarie, e sulle grandi ricchezze, oltre a recuperare l'evasione fiscale, che, secondo il sindacato, vale 110 miliardi.

“Il prelievo fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni - ha detto Epifani - è il più alto d'Europa. Non è giusto, c’è bisogno di mettere mano a questa iniquità per una questione di giustizia sociale. Bisogna farlo seriamente e bisogna farlo adesso”. Sul come farlo è stato il segretario confederale, Agostino Megale, a spiegarlo. Secondo la CGIL, infatti, è possibile attuare una riforma dell'IRPEF che in tre anni, dal 2010 al 2012, consenta la riduzione delle tasse a lavoratori dipendenti e pensionati per circa 20 miliardi di euro. Tre, in sintesi, le direttrici sulle quali lavorare: recupero dell’evasione fiscale, imposte sulle grandi ricchezze, un’aliquota sulle rendite finanziarie al 20%.

In questo modo, ha sostenuto il leader della CGIL, si libererebbero 19,8 miliardi “per ridurre le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati, spostando il prelievo su altre fonti”. Secondo Epifani “non bisogna aspettare tempi migliori” per fare questa operazione di equità. “Sono questi i tempi migliori - ha aggiunto - lo stanno facendo in tutti i paesi europei. I consumi languono e la misura che proponiamo sarebbe anticiclica. L'importante partire da subito per poi realizzare un piano ordinato per spostare il prelievo dal lavoro dipendente e dalle pensioni ad altre fonti”.

La proposta della CGIL è molto articolata. Si parte con la riforma dell'IRPEF dal 2010 per 19,8 miliardi in tre anni e comprende le detrazioni di imposta per il 2009 o 2010 per circa 9 miliardi. Le misure della confederazione di Corso d'Italia - che ha dimostrato dati alla mano la progressiva iniquità del fisco nei confronti dei lavoratori dipendenti e dei pensionati - prevedono anche la tassazione del 20% delle rendite e transazioni finanziarie internazionali, un'imposta sulle grandi ricchezze, misure per studenti e giovani lavoratori e credito d'imposta per ricerca, formazione e innovazione.

Il Governo può e deve fare qualcosa subito, a cominciare dalla legge Finanziaria in discussione. “Si poteva e si può fare ancora qualcosa in questa Finanziaria - ha detto Epifani - come detassare parte della tredicesima, riprendere il discorso della quattordicesima per i pensionati e aumentare le detrazioni. L'importante è partire rapidamente e poi avere un piano organico”. Le proposte saranno formalmente avanzate al governo, ma prima si penserà un percorso comune con CISL e UIL che su questo tema sembrano avere più o meno le stesse opinioni della CGIL. “Ci sono punti di contatto con le proposte di CISL e UIL - ha concluso Epifani - ci sono richieste comuni. Vedremo se si potrà fare un'azione di pressione di tutto il movimento sindacale”. Le proposte della CGIL, infine, ha annunciato il segretario confederale, Agostino Megale, saranno al centro delle settimane che la CGIL promuoverà a febbraio per “un fisco giusto” in tutte le regioni d’Italia: “La nostra - ha detto Megale - è un’iniziativa quasi ‘pedagogica’, di alto senso civico e istituzionale. Nel mezzo della discussione congressuale, la CGIL parlerà al paese intero proponendo una grande alleanza di ordine culturale per denunciare l’iniquità del fisco”.
FONTE/www.cgil.it

venerdì 11 dicembre 2009

Anche un fumetto per non dimenticare Piazza Fontana




In bianco e nero, silenziosa, il 15 dicembre 1969 la Piazza del Duomo di Milano è invasa da 300mila persone. Senza cartelli, senza slogan. Un muro di dignità si erige a difesa della città, in ricordo delle vittime della strage alla Banca dell'Agricoltura di cui si stanno celebrando i funerali. Soprattutto a difesa di tutti gli altri. E' una delle immagini più forti di "Piazza Fontana", fumetto sceneggiato da Francesco Barilli e disegnato da Matteo Fenoglio per la casa editrice Becco Giallo...............


..........Per confezionare questo libro Barilli e Fenoglio hanno ripercorso il dissestato iter delle vicende giudiziarie e setacciato il materiale video e fotografico disponibile, spiegando in appendice ogni scelta stilistica e narrativa. Hanno dato la voce a vittime e testimoni, intervistando ( e disegnando) Fortunato Zinni, sindaco di Bresso, all'epoca impiegato allo sportello, Francesca e Paolo Dendena e Carlo Arnoldi, figli di Pietro Dendena e Giovanni Arnoldi morti il 12 dicembre. Il risultato non è un fumetto. Aldo Giannulli, ricercatore di Storia contemporanea all'Università di Milano, consulente di diverse procure in merito alle stragi alla Banca dell'Agricoltura e a Piazza della Loggia, lo spiega bene nell'introduzione. "Piazza Fontana" è "un modo diverso di raccontare la storia" , è la capacità del fumetto di ricomporre la memoria con forza espressiva e senza retorica ed è "un appello all'impegno civile". Lo stesso impegno civile che hanno dimostrato tutti quelli che il 15 dicembre erano in Piazza del Duomo. Dice alla fine del volume Fortunato Zinni che, tra politica, magistratura, stampa e opinione pubblica, sulla strage si salva solo l'opinione pubblica e solo per quella "fiammata d'orgoglio dei funerali".

giovedì 10 dicembre 2009

PROCESSO ETERNIT


Si apre il 10 dicembre a Torino il processo contro gli ex vertici dell'Eternit

Maria Arietti, nata il 4 aprile 1927 e deceduta il 26 luglio 1995 a Cavagnolo (Torino) per mesoltelioma peritoneale e asbestosi, è la prima del bollettino di guerra che elenca le circa tremila persone cadute o ammalatesi in Italia per colpa dell'amianto, il minerale killer lavorato fino al 1986 in quattro stabilimenti dell'Eternit contro i cui ex dirigenti giovedì prossimo a Torino si aprirà uno storico processo.

Sul banco degli imputati il Pubblico Ministero di Torino Raffaele Guariniello, dopo anni di faticose indagini, è riuscito a trascinare per la prima volta i massimi ex dirigenti della multinazionale del cemento: il miliardario svizzero (originario di Heerbrugg, San Gallo, oggi residente in Costa Rica) Stephan Schmidheiny (62 anni) e Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, nobile belga 89enne. Sarebbero loro infatti i responsabili di quanto avveniva nelle quattro sedi prese in esame dalle indagini: Cavagnolo (provincia di Torino), Casale Monferrato (Alessandria), (Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). I due padroni dell'amianto, nella qualità di effettivi responsabili della gestione della società Eternit, sapevano della pericolosità del minerale, ma hanno omesso di adottare provvedimenti adeguati e, anzi, hanno commesso fatti diretti a cagionare un disastro e dai quali è derivato un pericolo per la pubblica incolumità. l'articolo segue su area7.ch


http://area7.ch/dettagli.php?id_edizione=1042&id_articolo=2967&rif=0da9677072

venerdì 4 dicembre 2009

Sicurezza sul lavoro. Cosa ne pensano i lavoratori


Diffusi questa a Roma i dati del primo rapporto Aifos sulla sicurezza sul lavoro. Il 40% del campione non ha svolto alcun corso nell’ultimo biennio e il 19% non saprebbe cosa fare in caso di incendio


I lavoratori credono nell'utilità della formazione ai fini della sicurezza sul lavoro e, anzi, rivendicano percorsi formativi più concreti e aderenti alle proprie mansioni. È quanto emerge dal primo rapporto dell'Associazione italiana formatori della sicurezza sul lavoro, presentato questa mattina a Roma alla Camera dei deputati. Dall'indagine - che è stata condotta su mille lavoratori e rappresentanti dei lavoratori della sicurezza - emerge che circa il 40% degli intervistati non ha svolto alcun corso nell'ultimo biennio. E questo - commenta l'Aifos - a dispetto del fatto che "il decreto legislativo 81/2008 e il recente correttivo del 3 agosto 2009 n. 106 per ridurre gli infortuni sul lavoro prevedono l'obbligatorietà della formazione per accrescere la consapevolezza e la conoscenza dei rischi esistenti in azienda".
Dal rapporto emerge poi che il 78% dei lavoratori intervistati ha imparato a svolgere il proprio lavoro grazie all'esperienza senza ricevere alcuna formazione in azienda, mentre solo il 10% ha iniziato l'attività di affiancamento. L'80% dei lavoratori, inoltre, esprime un giudizio positivo sulla formazione in azienda fatta in affiancamento e con la presenza di un esperto sul posto di lavoro e "vicino alla macchina discutendo con uno o più compagni sul posto di lavoro". Mentre un altro 80% è convinto che la qualità della formazione è importante per conoscere i problemi legati alla sicurezza.

Più in particolare, dallo studio emerge che il 45% dei lavoratori intervistati considera una buona formazione utile per migliorare lo svolgimento dei compiti di lavoro, il 66% pensa che sia importante per migliorare le relazione con i clienti e il 62% crede che la formazione sia utile per acquisire una maggiore competenza nello svolgimento delle mansioni e dei ruoli che ricopre in azienda. Quanto agli strumenti, il 70% dei lavoratori ritiene insufficiente l'utilità dei libretti informativi e il 65% non crede nell'autoapprendimento, che spesso si traduce in videocorsi. Inoltre l'80% degli intervistati considera utile la formazione svolta in azienda, ma sostiene l'utilità dell'affiancamento e il ricorso ad esperti.

Il rapporto affronta anche la questione della sicurezza all'interno delle aziende. Chi ha fatto un corso di formazione di 32 ore sa sicuramente cosa fare in caso di emergenza, ma "purtroppo" solo il 10% ha fatto un'esperienza di questo tipo. Il 20% non sa chi è il medico competente all'interno dell'azienda e il 19% non sa addirittura cosa fare in caso di incendio.
fonte: www.sirsrer.it

mercoledì 2 dicembre 2009

Sicurezza sul lavoro, responsabile il delegato senza fondi



02/12/2009 - Nuova stretta in materia di sicurezza sul lavoro. In una azienda il delegato alla tutela della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro è sempre responsabile degli incidenti che possono accadere ai dipendenti.
La responsabilità non viene meno nel caso in cui il delegato aziendale non abbia a disposizione le risorse economiche e gli strumenti necessari per l’attuazione delle misure antinfortunistiche previste dalla legge.

Si è espressa in questo senso la Corte di Cassazione, che con la sentenza 44890/2009, depositata martedì 24 novembre scorso, ha chiarito che in casi simili il delegato alla sicurezza aziendale deve chiedere espressamente l’adeguamento agli standard previsti, rifiutando l’incarico in caso contrari>>>continua su fonte:
http://www.edilportale.com/news/2009/12/sicurezza/sicurezza-sul-lavoro-responsabile-il-delegato-senza-fondi_17215_22.html