venerdì 30 ottobre 2009

28 OTTOBRE in Piazza San Carlo






14 novembre 2009


Il 14 novembre 2009 la CGIL organizzerà a Roma una grande manifestazione nazionale. Lo scopo è portare in piazza la condizione del lavoro, organizzando per quella data un evento che non potrà essere taciuto, cercando così di evitare l'oscuramento delle persone e delle vertenze, mentre la politica è impelagata in giganteschi problemi istituzionali.

Di fronte ad una crisi che assume dimensioni preoccupanti e che coinvolge drammaticamente tutto il territorio nazionale, una crisi che nessuno ha più il coraggio di sottovalutare, negare o nascondere, la CGIL in continuità con la propria azione, iniziata con le manifestazioni territoriali del 27 settembre 2008, proseguita con lo sciopero generale del 12 dicembre 2008 e la manifestazione nazionale del 4 aprile 2009, ribadisce la necessità di dare voce e visibilità al lavoro e alle condizioni reali del Paese con la manifestazione nazionale di sabato 14 novembre 2009.
Queste le rivendicazioni concrete alla base della manifestazione:

  1. il raddoppio del periodo di cassa integrazione, portandola da 52 a 104 settimane;
  2. l'aumento dell'indennità di CIG;
  3. l'avvio di una vera riforma degli ammortizzatori sociali;
  4. l'aumento e l'estensione dell'indennità di disoccupazione per tutte le figure interessate od escluse dal beneficio;
  5. sostegno alle richieste avanzate unitariamente dal Sindacato pensionati in materia di adeguamento delle pensioni, non autosufficienza, welfare;
  6. rilancio delle politiche di sanità e scuola pubblica;
  7. apertura di un tavolo di confronto per il superamento del precariato ed assunzione dei precari della Pubblica Amministrazione a partire da quelli della scuola;
  8. riduzione delle tasse su lavoro e pensioni, rilancio di una seria lotta all'evasione fiscale che rischia di essere ulteriormente compromessa dai provvedimenti assunti dal Governo in materia di “scudo fiscale e rientro dei capitali dall'estero”;
  9. predisposizioni di un piano di investimenti, immediatamente spendibili, finalizzato al recupero del patrimonio pubblico, edilizia scolastica, casa, riassetto idrogeologico, risparmio energetico ed energie alternative;
  10. allentamento del patto di stabilità che consenta ai Comuni di rendere immediatamente cantierabili interventi di edilizia pubblica o per il sostegno al welfare.

In preparazione a questo importante appuntamento la CGIL ha deciso di presidiare per 4 settimane le piazze di Roma con i lavoratori che sono al momento impegnati nelle lotte per difendere i posti di lavoro.

Approfondimenti: documento comitato direttivo CGIL del 30 settembre 2009


DownloadVolantino manifestazione nazionale CGIL del 14 Novembre 2009

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martedì 27 ottobre 2009

Monza: una sentenza che parla dell'ultrattività del CCNL metalmeccanici

Una nota della CGIL e il testo della sentenza
27/10/2009
Il Giudice del lavoro di Monza ha emesso una interessante sentenza il 6 ottobre 2009 ( L.S. c. Sira S.r.l.) che riguarda la verifica della legittimità di un contratto a termine e le conseguenze sanzionatorie a seguito di invalidità della clausola di apposizione del termine al contratto.

L’interesse trae origine dalle motivazioni portate dal giudice Cristina Dani là dove respinge l’eccezione di illegittimità dell’assunzione a termine relativa al superamento dei limiti quantitativi previsti dal CCNL dei metalmeccanici del 1999.

Il giudice sostiene che il contratto del 1999 firmato da FIM, FIOM, UILM, è ultrattivo fino alla definizione di un nuovo contratto firmato da tutti e tre (CCNL 2008) e non è sostituito da quello firmato da FIM e UILM del 2003 con la bizzarria che “il settore metalmeccanico industria sia (è) stato caratterizzato dalla anomala coesistenza di due diversi CCNL.”

Rileva, altresì, il giudice che la legge 368/2001 dispone che “ … l’individuazione dei limiti quantitativi è affidata ai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi” (sottolineato nel testo).

Questo, però, vale solo per i contratti successivi alla legge.

Ciò può significare che i rimandi di legge alla contrattazione collettiva ai sindacati comparativamente più rappresentativi, qualora esercitati da chi non è comparativamente più rappresentativo, non produce effetti legittimi.

Pubblichiamo una nota e la sentenza di cui si parla. Prevediamo, inoltre, di ritornare sull’argomento data la rilevanza del tema.
fonte cgil.it

lunedì 26 ottobre 2009

Ferrovie, annullato licenziamento macchinista De Angelis


Il tribunale di Roma ha annullato il licenziamento del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls) Orsa, Dante De Angelis, macchinista delle ferrovie eletto nell'impianto di Roma. Lo rende noto una nota del sindacato, ricordando che De Angelis era stato licenziato a ferragosto dello scorso anno perchè responsabile, secondo Ferrovie dello Stato, di aver denunciato l'insicurezza dei treni Eurostar a seguito dello spezzamento di un Etr 500. 'Quella del tribunale di Roma - afferma l'Orsa - è la risposta che ci attendevamo. L'unica che meritava la dirigenza del gruppo Fs che, anzichè valorizzare le capacità e l'attenzione dei propri Rls, afferma la propria infallibilità licenziando lavoratori che hanno l'unico torto di essere attenti alla sicurezza dei viaggiatori e dei lavoratori'. Secondo l'Orsa, 'non si puo' essere licenziati quando si denuncia insicurezza, ancor meno quando le denunce sono fondate'.

'Ed è questa - prosegue la nota -
la condizione di De Angelis, basti pensare che le sue denunce sono riproposte nel rapporto annuale 2008 dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (Ansf) in cui si menziona puntualmente la necessità di una maggiore attenzione sia per gli inconvenienti agli Eurostar Etr serie 400 (460, 480, 485, ecc) che per gli spezzamenti degli Etr 500: esattamente le segnalazioni per le quali Dante De Angelis è stato licenziato'.

TAGS ferrovie de angelis

26/10/2009 15:30

fonte : rassegna .it

venerdì 23 ottobre 2009

IL PAESE REALE VA IN PIAZZA

28 OTTOBRE Piazza San Carlo dalle dalle ore 10.30 alle ore 18.30. Alle ore 19.00 concerto contro la precarietà dei "EL TRES DE SOLEDAD"

Presidio permanente delle aziende in crisi. Saranno protagonisti le lavoratrici e i lavoratori che stanno pagando la crisi.

Dalle 9.30 alle ore 18.30 parleranno e si raccontano i lavoratori, le lavoratrici, i precari, le precarie, chi ha perso il lavoro, chi lo cerca, chi è in cassa integrazione, chi fatica a vivere con un salario da lavoro o da pensione

Nel pomeriggio ci accompagneranno le band di giovani musicisti

    • LE JADISH

    • SANS PAPIER

Alle ore 19.00 concerto contro la precarietà

EL TRES DE SOLEDAD

Insieme per condividere perché nessuno resti solo.

Vogliamo denunciare che lavoro, salari, pensioni, welfare, sapere, democrazia sono in ROSSO.

SUL LAVORO: aumenta la cassa, aumenta la disoccupazione, servono ammortizzatori sociali per tutti/e e politiche industriali per impedire i licenziamenti

SUI SALARI E PENSIONI: calano i consumi, non si arriva a fine mese, siamo costretti ad indebitarci, ma continuiamo ad essere gli unici a pagare più tasse. Vogliamo più salario, la rivalutazione delle pensioni e meno tasse su lavoro e pensioni

LA DEMOCRAZIA: le lavoratrici e i lavoratori hanno il diritto di votare sui loro contratti. NO ad accordi separati

IL WELFARE: + welfare + sanità = + diritti di cittadinanza

IL SAPERE: NO ai tagli sulla scuola, università, ricerca. Il sapere deve essere un diritto per tutti

Scarica il volantino del presidio

PROGRAMMA DI INIZIATIVE A SOSTEGNO DELLE PROPOSTE DELLA CGIL


Una lunga serie di iniziative a sostegno delle proposte della CGIL, per uscire dalla crisi, per i diritti, per il sapere e la democrazia.

Dopo la partecipazione alla manifestazione a Roma del 3 ottobre in difesa della libertà di informazione, continueremo a stare in campo con proposte e iniziative per tutto il mese di ottobre e novembre.>>http://www.cgiltorino.it/newsmodule/view/id/68/src/@random4a3bb09fdb4ec/section/46

mercoledì 21 ottobre 2009

"Piazza Fontana" il fumetto


Out 21/10/2009

Oggi esce in tutte le librerie "Piazza Fontana", il fumetto mio e di Francesco Barilli.

"Milano, 12 dicembre 1969.
A metà pomeriggio la Banca NAzionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana è ancora affollata per le contrattazioni del mercato agricolo e del bestiame, che per tradizione si tengono il venerdì. Alle 16 e 37, nel salone principale dell'edificio, esplode una bomba collocata per provocare il più alto numero di vittime: al piano terra, sotto il tavolo che si trova al centro della stanza, di fronte agli sportelli.
Il bilancio finale è di 17 morti e decine di feriti.
L'esplosione segna l'inizio della "strategia della tensione" e apre il sipario sui dieci anni più controversi e bui della più recente storia italiana".

Piazza Fontana
di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio

BeccoGiallo
pagg. 192
16,00 euro

http://www.vecchioblister.blogspot.com/


Matteo

lunedì 19 ottobre 2009

Malattie professionali: la relazione dell'INCA al congresso della SIMLII


19/10/2009 | Salute e sicurezza
Pubblichiamo il testo della relazione predisposta dall'INCA nazionale per il Congresso della SIMLII.

Si è così colta l'occasione per portare avanti il discorso iniziato negli ultimi due congressi e dunque dopo il ruolo o per meglio dire la responsabilità dei medici competenti nella sottostima delle malattie professionali è parso importante stigmatizzare la posizione presente nella medicina del lavoro italiana (posizione portata avanti dal gruppo torinese) della diagnosi perfetta e dunque delle sole patologie ad altissima specificità nosologica.

Si tratta di posizioni che hanno certamente una ricaduta pesante sull'emersione delle malattie professionali ed anche sul nesso di causalità fra patologia e lavoro ma che sopratutto possono portare ad un indebolimento delle misure preventive.
fonte:www.cgil.it

ELOGIO DEL POSTO FISSO


Tremonti: meglio il posto fisso
«Non credo la mobilità sia un valore»
MILANO
Il posto fisso come «valore» culturale alla base delle società europee, pilastro che ha consentito la realizzazione di un sistema di welfare che garantisce scuola, sanità e pensioni. A tessere un simile elogio del lavoro stabile, contro la cultura dominante della flessibilità, è stato un pò a sorpresa il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Una sortita estemporanea proprio durante un convegno a cui partecipavano i leader del sindacato, tanto che dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil - forse un pò stupiti dall’uscita del titolare di via Venti Settembre - sono arrivate reazioni compiaciute e anche un pò ironiche rispetto agli standard del sindacalese. Il posto fisso, del resto, nella storia del sindacato è sempre stato un obiettivo prioritario.

Positiva anche la reazione della Confcommercio, mentre il giuslavorista Pietro Ichino ha attaccato il ministro, accusandolo di fare demagogia.>>CONTINUA SUhttp://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200910articoli/48464girata.asp

LICENZIAMENTO LAVORATORE INIDONEO ?


Cassazione: non può essere licenziato il lavoratore allergico alla mansione

Con sentenza nr. 21710 dello scorso 13 ottobre, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento intimato per sopravvenuta inidoneità fisica del lavoratore alle mansioni assegnate, senza che il datore di lavoro abbia accertato se il lavoratore potesse essere addetto a mansioni diverse e di pari livello, evitando trasferimenti di altri lavoratori o sconvolgimenti nell’organigramma produttivo.

Il caso ha riguardato un lavoratore assunto come operaio con mansioni di addetto all’igiene urbana e all’approvvigionamento dell’acqua. Successivamente il lavoratore, dopo consenso veniva assegnato ai servizi di segnaletica stradale, incompatibili però con la sua allergia alle vernici; lo stesso, a seguito di tale incompatibilità, veniva licenziato per inidoneità fisica.

La Corte precisa che la libertà di iniziativa economica, prevista dall’art. 41 Cost., non equivale a libero arbitrio, poichè il comma successivo ne vieta lo svolgimento quando l’iniziativa privata rechi danno alla sicurezza e alla dignità umana.

Ciò significa che la libertà dell’imprenditore di decide al meglio l’organizzazione della sua azienda, non è esente da controllo, soprattutto da controllo giurisdizionale. In pratica, “il Giudice può controllare il rispetto del diritto del singolo al lavoro (art.4, 35 e 36 Cost) ed alla salute ( art. 32 Cost e 2087 c.c.), eventualmente bilanciando i due interessi (del datore e del lavoratore) contrapposti.

Proprio per tale motivo, gli Ermellini hanno ritenuto illegittimo il licenziamento del lavoratore che, “assegnato a mansioni pacificamente nocive per la salute, avrebbe potuto cambiare le proprie mansioni con altre mansioni di pari livello, assegnate ad altri lavoratori, senza pregiudizio per costoro e senza mutamenti dell’organico aziendale.

Fonte: www.cassazione.net

domenica 18 ottobre 2009

venerdì 16 ottobre 2009

Dal 1980 lavoratori hanno perso 3.215 euro all’anno, circa 247 euro al mese

CGIL, da 1980 lavoratori hanno perso 3.215 euro all’anno, circa 247 euro al mese
Presentato studio ‘Salari in crisi - Un fisco equo per sostenere i redditi da lavoro e da pensione’. E’ urgente intervento redistributivo per ripagare onesti da ‘schiaffo’ scudo
15/10/2009
Se la pressione fiscale fosse rimasta invariata dal 1980 a oggi, ogni lavoratore avrebbe in busta paga 3.215 euro annui in più pari a circa 247 euro mensili. Mentre, invece, l’aumento della pressione fiscale dell’11,4% - dovuto esclusivamente ad un aumento della pressione tributaria visto che la pressione contributiva è rimasta pressoché invariata dal 1980 - è stata tutta a carico del lavoro. E’ questo il dato principale emerso oggi nel corso dell’iniziativa promossa da CGIL e IRES "Salari in crisi - Un fisco equo per sostenere i redditi da lavoro e da pensione" alla presenza del segretario confederale dell’organizzazione sindacale, Agostino Megale, e di dirigenti sindacali di CISL e UIL. Uno studio, quello elaborato dalla CGIL e dall’istituto di ricerca, che mette assieme dati e riflessi della crisi sul lavoro per sostenere la necessità urgente di una riforma del fisco fondata sull’equità. "Se la pressione tributaria fosse rimasta la stessa - osserva Megale - il salario netto mensile non sarebbe di 1.240 euro ma di 1.487 euro”.

Ed è alla luce del dato sulla pressione fiscale negli ultimi trent’anni, associato ad altri presentati oggi, che il dirigente della CGIL sostiene la necessità di “una indispensabile riforma fiscale, nel quadro di un intervento immediato di sostegno ai redditi da lavoro e da pensione insieme al rilancio della domanda interna, con l’obiettivo strutturale di diminuire le tasse mediamente di 100 euro mensili ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, per un motivo di ‘giustizia fiscale’. Per realizzare questo obiettivo bisogna investire almeno 1,2 punti di Pil”. La crisi, infatti, “rende urgente interventi che sostengano l’occupazione e i redditi attraverso un’azione di carattere redistributivo. Un’urgenza - ha spiegato il dirigente sindacale - dettata anche dal fatto che mentre 28 milioni di persone pagano regolarmente le tasse il governo si cimenta sullo scudo fiscale: un vergognoso schiaffo ai contribuenti onesti”.

La CGIL, sui temi del fisco, (“mentre è in corso un lavoro di approfondimento unitario con CISL e UIL per aggiornare le proposte comuni”, spiega il segretario confederale di Corso d’Italia), avanza proposte su cinque punti: lotta all’evasione fiscale, ripristinando in primis la tracciabilità dei pagamenti; riformare l’IRPEF, riducendo la prima aliquota dal 23 al 20% e incrementando le detrazione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione; agire sulle rendite e sulle ‘grandi ricchezze’, aumentando il livello delle tassazione e istituendo una imposta di ‘solidarietà’ sulla base del modello francese; sul secondo livello contrattuale bisogna rendere strutturale la detassazione; infine al federalismo non va delegata la ‘valorizzazione’ del reddito rendendo la delega sul tema meno generica. Per fare tutto ciò, rileva Megale, “servirebbe un patto fiscale tra tutti i contribuenti onesti all’insegna di una cultura dell’equità e della legalità fiscale e in difesa dei più deboli. Uno strumento - conclude - capace di fare ‘pressione’ sul governo affinché riveda e cambi radicalmente la sua politica fiscale”.

Clicca qui per visualizzare le slides dello studio dell'IRES - CGIL 'Salari in crisi - Un fisco equo per sostenere i redditi da lavoro e da pensione

fonte: cgil.it

NASCE LA FILCTEM CGIL - La nuova Federazione dei lavoratori chimici, tessili, energia e manifatture


Si chiama FILCTEM-CGIL, la neonata Federazione sindacale che organizza le lavoratrici e i lavoratori della chimica, dei tessili, dell'energia e delle manifatture che nasce dall'unificazione di due importanti categorie della Cgil (Filcem e Filtea):
lo hanno deciso oggi, 15 ottobre - presenti Guglielmo Epifani ed Enrico Panini, rispettivamente segretario generale e organizzativo Cgil - i componenti dei due Comitati direttivi nazionali riuniti in seduta congiunta che hanno approvato, all'unanimità il dispositivo predisposto dalla Cgil. I Comitati direttivi hanno anche eletto all'unanimità Alberto Morselli, segretario generale della neonata Federazione, e la nuova segreteria nazionale derivante dall'unificazione delle attuali segreterie delle due Federazioni. Inoltre Alberto Morselli ha indicato Valeria Fedeli nell'incarico di vicesegretaria generale della FILCTEM.

La FILCTEM-CGIL è chiamata ad operare in importanti e strategici settori dell'industria (chimico-farmaceutico, tessile-abbigliamento e calzaturiero, gomma-plastica, vetro, concia e pelli, ceramica e piastrelle, occhiali, lavanderie industriali, lampade e display), dell'energia (petrolio, trasporto gas, miniere) e dei servizi ad alta rilevanza tecnologica (elettricità, acqua, gas).

"Un atto importante, un passaggio significativo - ha esordito Guglielmo Epifani nel presentare la nuova Federazione -; la Cgil avrà un solo compito, quello di accompagnamento di garanzia, affinchè ci sia piena parità di diritti e di doveri, senza alcuna annessione". "Da oggi - ha proseguito Epifani - il gruppo dirigente della categoria deve operare unitariamente, a partire dal Comitato direttivo. Non è una svolta burocratica, né tantomeno di sistemazione dei gruppi dirigenti, ma una straordinaria storia che prova a ricominciare".
La nuova Federazione rappresenta "una scelta strategica per tutta la Cgil - ha detto Alberto Morselli, neoeletto segretario generale - soprattutto nel sostenere una nuova e più puntuale politica industriale, contrattuale e organizzativa. Una preziosa risorsa - ha aggiunto - per l'intero movimento sindacale, e diverrà più autorevole con le stesse associazioni imprenditoriali, perchè il processo di unificazione in atto rappresenta un risultato meditato e convinto, dove tutele, diritti, partecipazione, solidarietà e potere di contrattazione saranno rappresentati da un soggetto più grande e più forte dove tutti si sentiranno a casa loro". (C.Ca.)

I precedenti:

giovedì 15 ottobre 2009

Malattie professionali


INAIL: latenti e spesso mortali, e' allarme per le malattie professionali

In controtendenza rispetto al calo ormai strutturale degli infortuni, le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%: un fenomeno insidioso e difficilmente quantificabile anche a causa dei lunghi periodi di incubazione.


E' un aumento percentuale a due cifre - l'11% in più nel corso dell'ultimo biennio - quello registrato dall'andamento delle malattie professionali in Italia. Nel 2008 le denunce pervenute all'INAIL hanno raggiunto quota 29.704: mille in più rispetto al 2007 (+3,2%), anno che aveva già registrato a sua volta un incremento di ben 2mila casi sull'anno precedente (+7,4%). A fronte, dunque, di una flessione ormai consolidata dei casi mortali, le patologie professionali nel nostro Paese procedono in controtendenza: un dato - si sottolinea nel Rapporto Annuale 2008 dell'INAIL - che non va genericamente imputato a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro; piuttosto all'emersione del fenomeno e alla maggiore sensibilità verso un problema in precedenza spesso sottovalutato.
Le patologie più diffuse
Entrando nello specifico delle cifre, la quasi totalità dei casi denunciati (il 93%, pari a 27.539 domande) riguarda il settore dell'industria e dei servizi; i casi restanti si dividono, invece, in 1.817 domande relative al comparto agricolo e 348 tra i dipendenti del conto Stato. La sordità si conferma la malattia professionale più diffusa (5.700 casi, il 20% sul totale nel 2008), pur con un'incidenza che diminuisce progressivamente. Tra le patologie emergenti si segnalano, in particolare, quelle che colpiscono l'apparato muscolo-scheletrico: le denunce per tendiniti (oltre 4mila) e le affezioni dei dischi invertebrali (circa 3.800) sono, infatti, più che raddoppiate nell'ultimo lustro. Numericamente rilevanti sono anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e per sindrome del tunnel carpale (circa 1.500). Particolare importanza, inoltre, stanno assumendo i disturbi psichici lavoro-correlati (nell'ultimo quinquennio hanno toccato i circa 500 casi l'anno, in larga parte individuati come "mobbing"). Un fenomeno a sé è rappresentato, infine, dall'asbestosi* (600 casi): una patologia drammatica e particolarmente sfuggente che - come verrà specificato successivamente - presenta periodi di latenza di anche quaranta anni (secondo le stime il picco di manifestazione sarà raggiunto intorno al 2025).
Tanti gli indennizzi per menomazioni permanenti
Una differenza sostanziale (quanto naturale) contraddistingue gli infortuni sul lavoro dalle malattie professionali: se gli indennizzi, per i primi, riguardano essenzialmente inabilità temporanee (95% sul totale), per le seconde, invece, sono relativi a menomazioni permanenti (80%). Questa peculiarità è dovuta alla natura stressa dei due eventi lesivi: un infortunio, infatti, è accidentale e traumatico (ma ha maggiori possibilità di guarigione), una patologia è più insidiosa e, la maggior parte delle volte, gravemente minante per il fisico. Non a caso l'incidenza dei casi mortali sul complesso degli indennizzati è molto più elevata tra i tecnopatici che non tra gli infortunati: al punto da fare ritenere che siano le malattie, più che gli incidenti di per sé (come già detto, ormai stabilmente in calo negli anni), la reale "piaga sociale" che affligge il mondo del lavoro.
I tumori: un nemico subdolo e difficilmente quantificabile
Citando il Rapporto Annuale del 2008 dell'INAIL: "Una valutazione realistica dei casi mortali da malattia professionale richiede necessariamente una visione prospettica di lungo periodo in considerazione del fatto che, ad esempio, i 280 decessi relativi al 2008, risultanti alla data di rilevazione del 30 aprile 2009, sono destinati inevitabilmente ad aumentare. E questo non solo per effetto di casi ancora in corso di definizione, ma anche e soprattutto in considerazione delle caratteristiche di latenza di alcune patologie, che possono portare alla morte anche dopo molti anni dall'esposizione al rischio, dalla contrazione o dalla manifestazione della patologia".
Analizzando i decessi per malattie professionale, i tumori rappresentano complessivamente, in media, circa il 90% delle malattie professionali letali indennizzate dall'INAIL e addebitabili per lo più alla causa "storica": l'asbesto (amianto). Con circa 2mila denunce nel 2008 quello dei tumori è, dunque, un fenomeno in crescita e non ancora pienamente rappresentato dai numeri, al punto da fare ritenere possibile una obiettiva quantificazione della loro dimensione reale soltanto tra alcuni decenni. Al di là di questa precisazione metodologica, attraverso appropriate tecniche di previsione statistica si è stimato che allo stato attuale "la generazione completa" di morti per patologie professionali denunciate nel 2008 si aggirerà intorno alle mille unità.
* l'asbestosi è una malattia polmonare cronica conseguente all'inalazione di fibre di asbesto. L'asbesto (noto anche come amianto), è stato utilizzato ampiamente, fino a tempi recenti, nel campo dell'edilizia (cfr Eternit), dell'industria navale, ferroviaria, automobilistica, chimica, alimentare, metallurgica, delle materie plastiche, nonché in svariati campi come materiale antincendio. L'asbestosi, pertanto, rientra nel campo delle malattie professionali.
Fonte: INAIL.

Metalmeccanici, accordo separato senza la Fiom


Arriva l'accordo separato per il rinnovo contrattuale dei metalmeccanici.Federmeccanica, Fim e Uilm lo hanno raggiunto oggi (15 ottobre) senza la Fiom. Le parti, nell'ultimo incontro di stamani, hanno concordato un aumento mensile di 112 euro per il triennio 2010-2012. Vengono così recepite le nuove regole sui contratti, contenute nell'accordo separato del 22 gennaio, siglato senza la Cgil. Dall'1 gennaio 2011 saranno corrisposti ulteriori 15 euro mensili per chi non fa la contrattazione integrativa. E' prevista una prima tranche "leggera" degli incrementi: si parte dal 2010 con 28 euro di aumento, poi 40 euro nel 2011 e 42 euro nel 2012. Le imprese hanno ottenuto così gli "zero oneri" richiesti per l'anno prossimo a causa della crisi economica. Istituito un fondo di sostegno al reddito, gestito dall'ente bilaterale partecipato al 50% dai lavoratori e al 50% delle imprese. Circa 6 euro in più di contribuzione vanno a Cometa, il fondo di previdenza complementare del settore. L'ipotesi di accordo viene firmata formalmente verso le 13.30.

Rinaldini, accordo illegittimo, subito referendum
"E' un accordo separato che consideriamo illegittimo sulla parte normativa". Lo dichiara il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, ai microfoni di RadioArticolo1. Sull'aumento salariale, prosegue, "manteniamo ferma la nostra richiesta per quanto riguarda il biennio, quello che è stato concordato oggi lo consideriamo semplicemente un anticipo". Il leader delle tute blu chiede a Fim e Uilm "di sottoporre l'accordo separato al referendum di tutti i lavoratori metalmeccanici". Se l'intesa non passa al vaglio degli addetti coinvolti, avverte, "noi della Fiom non applicheremo quelle regole". Inoltre, se ci sono modifiche peggiorative sulla parte normativa "si aprirà inevitabilmente anche un contenzioso legale. Per noi è vigente l'attuale contratto nazionale, fino alla fine del 2011, che è la sua scadenza naturale". Annuncia quindi le prossime iniziative della Fiom: "Apriremo una campagna nazionale sulla democrazia, che non è più soltanto un problema sindacale ma una questione politica enorme. E nella contrattazione non applicheremo le eventuali regole che sono state definite". Per la Fiom "l'unico vincolo è il voto dei lavoratori. Se non si vuole questa deriva, che è l'esatto opposto della coesione sociale che viene invocata, c'è uno strumento che è appunto la democrazia. Altrimenti l'accordo è un semplice sopruso - conclude - che sarà contrastato in tutti i modi". Fino a ieri (14 ottobre) Rinaldini, aveva chiesto di sospendere il negoziato e indire il referendum tra i lavoratori sulle piattaforme separate.

Cremaschi, 15 euro dal 2010, aumento offensivo
Va all'attacco anche il segretario nazionale della Fiom e leader della Rete 28 aprile, Giorgio Cremaschi: "Un contratto scandaloso che svaluta il lavoro dei metalmeccanici". Dal 2010 le tute blu riceveranno 28 euro a livello medio (il quinto) quindi, fa i conti Cremaschi, "un lavoratore di terzo livello riceverà un aumento di 15-16 euro netti. Il più basso rinnovo salariale da molti anni a questa parte". Le categorie di Cisl e Uil, insieme alle imprese, hanno raggiunta un'intesa "offensiva", a suo giudizio, che "in più viola le regole ancora in vigore sulla contrattazione, violando i diritti dei lavoratori. Infine, viola anche le più elementari regole di democrazia visto che è stato firmato da un sindacato di minoranza".

La soddisfazione di Federmeccanica, Fim e Uilm
Intanto le aziende e le categorie di Cisl e Uil "festeggiano" l'intesa, tutti sulla stessa linea. Il primo commento è del presidente di Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi, che parla di "accordo molto buono e molto responsabile nei confronti del paese e dei lavoratori, è un atto di grande responsabilità". Un'intesa "onerosa ma soddisfacente", a suo giudizio, che esclude la Fiom dato che il sindacato "si è chiamato fuori dalla partita, perchè per merito e metodo ha presentato una piattaforma non utile ad un accordo". Giuseppe Farina, leader della Fim, annuncia un referendum “tra gli iscritti”. E’ stato un negoziato “non lungo ma molto difficile”, dice, e conferma “che il diritto al rinnovo esiste sempre”. I sindacati non hanno scambiato nulla, a suo avviso: “Non abbiamo fatto ricorso a scioperi e abbiamo messo in busta paga gli aumenti fin dal primo giorno”. Tiene banco l’esclusione della Fiom: “Il problema è solo capire quando assumerà un atteggiamento più responsabile”, dichiara. Rimbalza le responsabilità anche il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi: “L'hanno voluto loro, noi ci dobbiamo preoccupare dei lavoratori. La Fiom è più impegnata nel suo congresso e nella politica generale piuttosto che a rinnovare il contratto”. In ogni caso, esprime “giudizio positivo” sull’intesa, soprattutto per il risultato salariale.

Sacconi, dispiace autoesclusione della Fiom
Torna la Fiom anche nelle parole del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che parla di "autoesclusione". A Sacconi "spiace sinceramente, nel momento in cui le altre categorie della Cgil appaiono più costruttivamente partecipi dei negoziati. L'auspicio - continua - è che possa ricomporsi un quadro unitario di relazioni industriali". L'accordo separato, comunque, "conferma la positività del nuovo modello contrattuale e la semplificazione che grazie ad esso si sta realizzando".

Anche Ugl e Fismic non firmano
Ugl e Fismic non siglano l'intesa, ma per motivi diversi dai metalmeccanici Cgil. I sindacati non confederali, infatti, nel testo dell'accordo sono esclusi dalla partecipazione dell'ente bilaterale che gestisce il fondo di sostegno al reddito. Entrambi chiedono "pari dignità" rispetto alle altre organizzazioni e si riservano di aderire o meno in relazione a questo punto.

martedì 13 ottobre 2009

manifestazione nazionale antirazzista a Roma 17 OTTOBRE


La Cgil di Pinerolo raccoglie le adesioni dei partecipanti alla manifestazione nazionale antirazzista a Roma per il 17 OTTOBRE Possiamo utilizzare un pulman che parte da Pinerolo

Abbiamo poco tempo, chi è interessato a partecipare puo ' contattare il sottoscritto : 3355825413 oppure Hamid al 3208745193 se preferite email mandarano@cgiltorino.it

saluti

Il 7 ottobre del 1989 centinaia di migliaia di persone scendevano in piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo. Il 24 agosto dello stesso anno a Villa Literno, in provincia di Caserta, era stato ucciso un rifugiato sudafricano, Jerry Essan Masslo.
A 20 anni di distanza, il razzismo non è stato sconfitto, continua a provocare vittime e viene alimentato dalle politiche del governo Berlusconi. Il pacchetto sicurezza approvato dalla maggioranza di centro destra risponde ad un intento persecutorio, introducendo il reato di “immigrazione clandestina” e un complesso di norme che peggiorano le condizioni di vita dei migranti, ne ledono la dignità umana e i diritti fondamentali.
Questa drammatica situazione sta pericolosamente incoraggiando e legittimando nella società la paura e la violenza nei confronti di ogni diversità.
Intanto, nel canale di Sicilia, ormai diventato un vero e proprio cimitero marino, continuano a morire centinaia di esseri umani che cercano di raggiungere le nostre coste.
E’ il momento di reagire e costruire insieme una grande risposta di lotta e solidarietà per difendere i diritti di tutte e tutti rifiutando ogni forma di discriminazione e per fermare il dilagare del razzismo.
Pertanto facciamo appello a tutte le associazioni laiche e religiose, alle organizzazioni sindacali, sociali e politiche, a tutti i movimenti a ogni persona a scendere in piazza il 17 ottobre per dare vita ad una grande manifestazione popolare in grado di dare voce e visibilità ai migranti e all’Italia che non accetta il razzismo sulla base di queste parole d’ordine׃

• No al razzismo
• Regolarizzazione generalizzata per tutti
• Abrogazione del pacchetto sicurezza
• Accoglienza e diritti per tutti
• No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
• Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
• Diritto di asilo per rifugiati e profughi
• Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
• No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’accesso ai diritti
• Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti
• Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
• Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender.
• A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro

Comitato 17 ottobre

http://www.cgiltorino.it/newsmodule/view/id/66/src/@random4a3bb09fdb4ec/section/46

lunedì 12 ottobre 2009

10 mila i morti sul lavoro in Italia ogni anno


Secondo l'INAS-CISL sarebbero 10 mila i morti sul lavoro in Italia ogni anno. "I dati ufficiali sono sottostimati perché non si considerano gli effetti delle malattie professionali".


"Sono 10 mila i morti sul lavoro ogni anno. I dati ufficiali sono sottostimati" perché non si considerano gli effetti delle malattie professionali "la vera emergenza". Questa la denuncia dell'Inas (Istituto nazionale assistenza sociale), il patronato della Cisl, che, in occasione del suo 60/mo anniversario ha anche presentato alla stampa una video-inchiesta sulla sicurezza sul lavoro, in gran parte dedicata alla pericolosità della silice, dichiarata "cancerogeno certo per l'uomo" dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.
Sempre secondo l'Inas, sono "oltre 300 mila i lavoratori a rischio cancro in molte produzioni, soprattutto nelle costruzioni, a causa di questo nuovo 'caso amianto'". Tornando a parlare in generale delle vittime sul lavoro, secondo il patronato della Cisl, "ai 1200 morti denunciati quest'anno dal rapporto Inail se ne aggiungono altri 8800 circa non evidenziati. Queste cifre sono difficilmente contestabili" e rappresentano "una stima anche abbastanza generosa", ha affermato il presidente dell'Inas-Cisl, Antonino Sorgi. Per questo, ha sottolineato l'importanza della prevenzione e dell'informazione come strumenti "per combattere gli effetti delle malattie professionali".

L'Inas-Cisl parla di "una vera e propria strage, peggio di una guerra, con 27 morti al giorno e 833 al mese" in conseguenza dell'attività lavorativa svolta. Il patronato della Cisl calcola le 10.000 vittime l'anno aggiungendo ai dati degli incidenti sul lavoro quelli delle malattie e, in particolare, dei tumori. Secondo i dati Istat, nel 2006 sono decedute in Italia 172.098 persone a seguito di un tumore. "Se noi applichiamo la percentuale prudenziale del 5% a quella cifra - ha spiegato l'Inas - troviamo che in quell'anno, nel nostro paese, sono morte per tumori di origine professionale ben 8.600 persone". Un numero che cresce negli anni e che non viene "riconosciuto", ha sostenuto il patronato della Cisl.

Sul tema e' intervenuta anche l'Anmil. Circa 2.500 incidenti sul posto di lavoro ogni giorno, e ogni giorno 3 persone perdono la vita e 27 rimangono ferite: è in queste cifre il motivo dell'appello a non abbassare la guardia avanzato anche quest'anno dall'associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, che domenica celebra a Verona la 59esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: le morti bianche, infatti, restano una delle cause principali di decesso, quasi il doppio rispetto agli omicidi. Ad oggi nel nostro Paese sono oltre 800.000 gli invalidi del lavoro e quasi 130.000 le vedove e gli orfani per i quali - sottolinea l'Anmil - è necessario prevedere "una più equa tutela rispetto a quella finora garantita a causa di una legge obsoleta e inadeguata, quale è il Testo Unico Infortuni, che risale al 1965".

fonte: ansa

Guglielmo Epifani si schiera: «Voterò Bersani c'è bisogno di lui»

Ampiamente intuibile da tem­po, forse da sempre, per un verso. Deciso strappo alla regola, per altro: ma, giurano, del tutto casuale. Picco­lo grande caso di giornata, quello di Guglielmo Epifani che a sorpresa -ma senza fare sorprese - si schiera a favore del candidato segretario Pier Luigi Bersani. Nel giorno della Con­venzione, a due settimane dalle pri­marie Pd, il numero uno della Cgil sceglie di ufficializzare la sua prefe­renza - personale naturalmente - in vista del 25 ottobre. E opta per l'ex ministro diessino.

Rompe così, Epifani, la consuetu­dine di non schierarsi - diversamen­te dal suo predecessore Sergio Coffe­rati. E lo fa da una tribuna piuttosto insolita. Non un messaggio pubbli­co, non un intervento alla convenzio­ne Pd, non una lettera. Piuttosto, l'in­tervista con Maria Latella dagli studi di Sky Tg 24. Lei gli fa la domanda (andrà a votare? e per chi?), lui can­dido risponde: «Pur non essendo iscritto andrò a votare e penso che sceglierò Bersani perchè a parte la consuetudine di rapporti, abbiamo bisogno di ridare al Pd un'identità e un radicamento più forte, e penso che Bersani sia la persona giusta per provare a fare una cosa molto diffici­le ma della quale abbiamo assoluta­mente bisogno».

Nulla di concordato, giurano. Nul­la di strano nel coming out, spiega­no: solo che finora Epifani aveva evi­tato di essere esplicito per non dare l'idea di schierare la Cgil durante la fase congressuale del Pd. «Adesso, invece, a due settimane dalle prima­rie, il discorso cambia», spiega il suo entourage. E una preferenza «che non schiera l'organizzazione» si può anche esprimere. Del resto, pur non schierandosi, già nel 2007 Epifani aveva presentato al costituendo Pd e al suo amico Veltroni una serie di os­servazioni critiche - scarso radica­mento nel mondo del lavoro, orga­nizzazione fragile - che oggi si ritro­vano in linea con quelle bersaniane. L'ex ministro, comunque, incassa e ringrazia: «Mi fa piacere», fa sapereDel resto, con il tassello ufficiale del numero uno Cgil, la sua candidatu­ra si rafforza vieppiù. Tutto tace, in­vece, sul fronte della Cisl. Il segreta­rio Raffaele Bonanni fa notoriamen­te il tifo per Franceschini, ma preferi­sce non ufficializzarlo. Per ora, alme­no: due settimane sono lunghe


fonte:l'unità