sabato 26 giugno 2010
Pomigliano, la fabbrica secondo la Fiat
venerdì 25 giugno 2010
FIAT: CGIL, FIOM è fortemente rappresentativa e non se ne può fare a meno
In una intervista al 'Corriere della sera' la vicesegretaria generale della CGIL, Susanna Camusso: “oggi scioperiamo contro una manovra sbagliata, per cambiarla"
martedì 22 giugno 2010
VENERDI' 2 LUGLIO 2010 SCIOPERO GENERALE
DELL’INTERA GIORNATA PER I LAVORATORI DEI SETTORI PUBBLICI, BANCARI, POSTE E DI 4 ORE PER I LAVORATORI DEI SETTORI PRIVATI. MANIFESTAZIONE e CORTEO da PORTA SUSA (ore 9:30) a PIAZZA CASTELLO
IL GOVERNO HA VARATO UNA MANOVRA INGIUSTA, INIQUAE CON SCELTE CHE DEPRIMONO ANCORA DI PIU’ L’ECONOMIALA CGIL RITIENE CHE LE PRIORITA’ E GLI OBIETTIVI DI UN INTERVENTO ECONOMICO, IN PARTICOLARE, DEBBANO ESSERE:
-
avviare la riforma fiscale, abbassando la tassazione sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni, e sostenere la lotta all’evasione fiscale
-
tassare rendite e grandi patrimoni
-
definire una nuova politica industriale, del terziario e dei servizi
-
varare un “Piano per il lavoro” a favore, in particolare, dei giovani e delle donne incentivando le assunzioni a tempo indeterminato e cancellando le tante precarietà presenti nei settori pubblici e privati
-
intervenire sugli sprechi e riformare il settore della conoscenza, in particolare è urgente avviare un piano formativo che investa nella scuola e nell’università
-
rendere flessibile il patto di stabilità per i Comuni per avviare i cantieri, in particolare quelli sulle piccole opere
NO ALLA MANOVRA DEL GOVERNO
Da tempo sarebbe stato necessario favorire la crescita, varare un “Piano per il lavoro”, chiedere a tutti di contribuire a partire dai redditi più alti, grandi patrimoni ed imprese.Il governo ha scelto di colpire solo i lavoratori e le lavoratrici, pubblici e privati, i precari, i pensionati e lepensionate. Infatti, con la manovra:
-
blocca i contratti pubblici, anche quelli già rinnovati, e gli scatti di anzianità nella scuola
-
taglia i trasferimenti alle Regioni ed ai Comuni: meno risorse per lo sviluppo, meno prestazioni e servizi sociali, più costi per anziani, pensionati e fasce deboli
-
ferma per un anno la pensione per tutti i lavoratori e le lavoratrici e riduce la salvaguardia per coloro che sono in mobilità
-
chiude il 40% degli Enti di ricerca
-
congela il turnover e licenzia la metà dei precari in tutta la Pubblica Amministrazione, blocca la contrattazione di 2° livello e decide nel 2012 il pensionamento a 65 anni delle lavoratrici pubbliche.
La CGIL ribadisce il suo fermo NO al “Collegato lavoro” che attacca i diritti di quanti lavorano e che non accoglie neanche le osservazioni del Presidente della Repubblica.
TORINO h. 9:30 MANIFESTAZIONE e CORTEO da PORTA SUSA a PIAZZA CASTELLO
martedì 15 giugno 2010
Fiat Pomigliano, è accordo separato
Il 22 il referendum di Fim e Uilm. La Fiom conferma il no. 18 turni di lavoro, niente pause pranzo durante i turni, deroga al diritto di sciopero, 120 ore di straordinario. Sanzioni in caso di proteste. Aggiunta dell'ultim'ora: una commissione paritetica
E’ stato firmato ufficialmente il 15 giugno l’accordo separato sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. E’ quanto emerge al termine dell’incontro tra azienda e sindacati in Confindustria a Roma. Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno firmato il nuovo documento, integrato, presentato dal Lingotto. La Fiom ha confermato il suo no. Martedì 22 giugno si terrà il referendum tra i lavoratori, indetto da Fim e Uilm.
La Fiat ha presentato un nuovo documento, a cui viene aggiunto un punto relativo all’istituzione di una commissione paritetica di raffreddamento sulle sanzioni, come era stato richiesto dalle organizzazioni che venerdì scorso avevano già dato primo un primo via libera.
Tra i punti dell’accordo, il passaggio da 17 a 18 turni di lavoro nell’impianto, che ha 5mila lavoratori diretti e circa 15mila con l’indotto. L’accordo prevede inoltre 120 ore di straordinario all’anno obbligatorie, cancella le pause previste sulle linee di montaggio, porta a fine turno la pausa mensa, per utilizzare così la mezz’ora di mensa anche con straordinari per recuperi produttivi ogni qual volta l’azienda ne avrà bisogno>>>>>> continua su fonte:
vertenza fiat Pomigliano
LAVORO IN CAMBIO DI OCCUPAZIONE. LA CINA NON È MAI STATA COSÌ VICINA
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1901&Itemid=53
lunedì 14 giugno 2010
POMIGLIANO. LE LAVORATRICI E I LAVORATORI CHIAMATI A SCEGLIERE FRA IL POSTO DI LAVORO E IL RADICALE PEGGIORAMENTO DEI PROPRI DIRITTI
giovedì 3 giugno 2010
Sicurezza sul lavoro: le novita' della finanziaria
Le principali novità evidenziate in materia di sicurezza sul lavoro sono la soppressione di IPSEMA e ISPESL e il rinvio al 31 dicembre della valutazione del rischio stress lavoro correlato per le Pubbliche Amministrazioni.
DECRETO-LEGGE 31 maggio 2010, n. 78 - Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitivita' economica. “Art. 7 - Soppressione ed incorporazione di enti ed organismi pubblici; riduzione dei contributi a favore di enti. 1. Con effetto dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, al fine di assicurare la piena integrazione delle funzioni assicurative e di ricerca connesse alla materia della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e il coordinamento stabile delle attività delle attività previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, ottimizzando le risorse ed evitando duplicazioni di attività, l’IPSEMA e l’ISPESL sono soppressi e le relative funzioni sono attribuite all’INAIL, sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero della salute; l’INAIL succede in tutti i rapporti attivi e passivi.” “Art. 8 - Razionalizzazione e risparmi di spesa delle amministrazioni pubbliche 12. Al fine di adottare le opportune misure organizzative, nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche di cui all'at. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 2001, il termine di applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 28 e 29 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, in materia di rischio da stress lavoro-correlato, è differito al 31 dicembre 2010.“ |
Avevamo già anticipato la scorsa settimana la notizia della soppressione dell’ISPESL nell’articolo "A rischio l'esistenza dell’ISPESL".
Il provvedimento è in vigore dal 31 maggio, ma non è ancora definitivo. Difatti come tutti i Decreti-legge dovrà essere convertito il Legge entro 60 giorni dalla pubblicazione o decadrà, cioè perderà efficacia sin dall’inizio.
Nel frattempo l’ISPESL ha sospeso le attività istituzionali ed è in stato di agitazione permanente.
Se volete aiutare l’istituto, se volete che la ricerca pubblica esista ancora, se pensate che la sicurezza del lavoro sia un valore, sottoscrivete l'appello:
Appello contro la soppressione dell'ISPESL L'ISPESL, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro, ha investito per 30 anni denaro pubblico per dotarsi di attrezzature e personale ricercatore che lo hanno portato oggi ad essere conosciuto ed apprezzato dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale e di notevole utilità per la comunità economica e per i decisori politici. Tutto questo rischia di essere vanificato e sperperato, la professionalità dei ricercatori mortificata, più di 500 fra borsisti e co.co.co che in questi anni hanno sopperito alla mancanza di organico rendendosi indispensabili, rimarranno disoccupati, in nome di un risparmio che se valutato correttamente risulta irrisorio. In nessun Paese europeo le ragioni della crisi hanno portato allo scioglimento degli enti di ricerca che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro e della riduzione delle tutele sociali. Per tali motivi, si ritiene la scelta dell’inclusione dell’ISPESL tra gli Enti soppressi: * non appropriata alla luce dei compiti e del ruolo istituzionale affidato dalle norme a ISPESL, compiti e ruolo ribaditi dal Governo con il D.Lgs. 81/2008 ed il D.Lgs. 106/2009 in materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; * non in linea con le motivazioni alla base dell’ odierno decreto legge. Chiediamo al Governo e al Parlamento di riconsiderare al più presto un provvedimento che depaupera un capitale umano e scientifico rilevante, e priva opinione pubblica, decisori pubblici ed organismi internazionali di un referente professionale autorevole e indipendente. Firma l’appello |
Appello contro la soppressione dell'ISPESL
L'ISPESL, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro, ha investito per 30 anni denaro pubblico per dotarsi di attrezzature e personale ricercatore che lo hanno portato oggi ad essere conosciuto ed apprezzato dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale e di notevole utilità per la comunità economica e per i decisori politici.
Tutto questo rischia di essere vanificato e sperperato, la professionalità dei ricercatori mortificata, più di 500 fra borsisti e co.co.co che in questi anni hanno sopperito alla mancanza di organico rendendosi indispensabili, rimarranno disoccupati, in nome di un risparmio che se valutato correttamente risulta irrisorio.
In nessun Paese europeo le ragioni della crisi hanno portato allo scioglimento degli enti di ricerca che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro e della riduzione delle tutele sociali.
Per tali motivi, si ritiene la scelta dell’inclusione dell’ISPESL tra gli Enti soppressi:
- non appropriata alla luce dei compiti e del ruolo istituzionale affidato dalle norme a ISPESL, compiti e ruolo ribaditi dal Governo con il D.Lgs.81/2008 ed il D.Lgs. 106/2009 in materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
- non in linea con le motivazioni alla base dell’ odierno decreto legge.
Chiediamo al Governo e al Parlamento di riconsiderare al più presto un provvedimento che depaupera un capitale umano e scientifico rilevante, e priva opinione pubblica, decisori pubblici ed organismi internazionali di un referente professionale autorevole e indipendente.
Against the abolition of ISPESL
During the last 30 years ISPESL (National Institute for Occupational Safety and Prevention) has been growing to become an institution of great relevance and scientific rigor as well as remarkably useful for policy makers in the field of occupational health. These resources would be lost or misused and more than 500 professionals unemployed, in the name of a small immediate money saving.
Having had the opportunity of appreciating the valuable works of ISPESL and the high professional quality of its individual researchers, we consider the abolition of ISPESL a great loss for the national and international community,
We ask the Parliament and government to reconsider as early as possible the inconveniency of such a measure that depletes a relevant human and scientific capital and deprives public opinion, policy makers, and international organizations of an independent reference authority.