venerdì 16 luglio 2010

Anche la Fiat licenzia per un'email


La Fiat licenzia un delegato Fiom-Cgil: aveva inviato dall'email aziendale una critica all'accordo di Pomigliano.

Si chiama Pino Capozzi, ha 32 anni, è un colletto bianco alla Fiat Mirafiori di Torino: 6° livello, lavora al Design ma è anche delegato sindacale della Fiom-Cigl e milita nel Pd di Nichelino.

Diciamo meglio che era un colletto bianco, perché ora è stato licenziato dalla Fiat dopo sei giorni di sospensione cautelativa: aveva inviato dall'email aziendale ai suoi 40 colleghi di reparto la lettera dei lavoratori Fiat di Tchy in Polonia che criticavano l'accordo di Pomigliano. Tale accordo, secondo loro, avrebbe sfruttato i lavoratori italiani né più né meno di come si fa in Polonia e invitavano i nostri lavoratori a unirsi nell'ostacolare la Fiat anzichè lasciarsi dividere.

Il delegato sindacale Capozzi aggiungeva un commento di condivisione dei contenuti della lettera e questo è bastato per farlo licenziare: avrebbe denigrato l'azienda usando mezzi interni e contravvenendo alla policy aziendale che proibisce l'uso dell'email aziendale per propaganda sindacale.

Capozzi ricorrerà contro il provvedimento. Intanto la Fiom-Cgil ha proclamato uno sciopero di quattro ore in tutti gli stabilimenti Fiat contro questa politica repressiva di Marchionne che, secondo La Fiom, ci riporta al clima degli anni'50 e, aggiungiamo, anche al clima della Polonia comunista degli anni '80 prima dell'estate di Danzica.

Precedenti del genere si erano verificati in Telecom Italia l'estate scorsa, quando un dipendente licenziato per motivi simili ha poi concluso un transazione (molto onerosa per Telecom, che ha voluto evitare il giudizio).

In Alitalia nel febbraio 2010 un dirigente sindacale e pilota, che era stato licenziato per aver inviato ai suoi colleghi una lettera di critica all'amministratore delegato Rocco Sabelli, è stato poi riassunto per ordine del giudice del lavoro di Roma.

Il giudice ha ritenuto che Alitalia era entrata in modo scorretto in possesso dell'email, che era circolata privatamente tra colleghi, e che le espressioni di critica rientravano, anche se dure, all'interno dei diritti costituzionalmente garantiti.

fonte :[ZEUS News - www.zeusnews.com - 15-07-2010]

sabato 3 luglio 2010