mercoledì 10 settembre 2008

EPPUR SI MUOVE……


Timidi passi nella giusta direzione, sono quelli che la CGIL sta facendo in questi giorni, promuovendo una iniziativa che coinvolge attivamente i delegati dei vari territori della provincia, argomenti all’ ordine del giorno la vergognosa manovra finanziaria, del governo Berlusconi e le Linee di riforma della struttura della contrattazione documento approvato unitariamente il 7 maggio scorso dalle segreterie di CGIL-CISL-UIL


Sulla manovra governativa, la RSU di Luserna S.G. sta preparando un proprio comunicato che metta nella testa dei convinti della bontà della manovra economica qualche sano dubbio sulla validità ed efficacia e in certi casi sulla stessa moralità dei provvedimenti che saranno a breve adottati.


Pertanto in questa sede mi limiterò a fare qualche serena considerazione sull’ altrettanto importante questione del rinnovo del modello contrattuale.


Anzitutto, bisogna chiedersi,è veramente necessario riformare la CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE ?


Io credo di si.


la contrattazione così come noi la conosciamo è figlia di accordi vecchi gli accordi del 23 luglio 1993, che tenevano conto di altre situazioni economiche sociali. La concertazione durò un anno e mezzo a partire dal 1 giugno 1992 e l'intesa del '93 contemplava un nuovo tipo di contrattazione, con due livelli diversi per tempi e contenuti (contratto nazionale e contratto aziendale) i risultati ?


Sono sotto gli occhi di tutti;


il CCNL riesce a mala pena e con costi enormi per i lavoratori a recuperare le perdite salariali dovute all' inflazione, mentre il contratto integrativo,la dove si riesce a farlo, legato come è a parametri variabili, produzione, qualità, orari,limita fortemente, le condizioni di vita dei lavoratori, quando non si trasforma ,ed è il caso più comune, in un semplice premio sulla presenza.


Questo naturalmente per i lavoratori più fortunati, perche l’ 80 % delle aziende NON HA LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA, pertanto per questi lavoratori il CCNL resta l’unica forma di aumento del salario. Il documento approvato unitariamente il 7 maggio scorso dalle segreterie di CGIL-CISL-UIL denominato Linee di riforma della struttura della contrattazione deve essere considerato, ma soprattutto deve diventare un occasione, per un cambiamento positivo.


Cosa intendo per cambiamento positivo?


La riforma del CCNL deve essere utilizzata per ricostruire quanto negli anni è stato frantumato dalle varie leggi e “accordi” sul mercato del lavoro,vanno ricostruite le filiere produttive, vanno accorpati con coerenza i settori,bisogna introdurre strumenti di recupero salariale che superino il semplice recupero dell’ inflazione, e che riportino il salario, a livelli adeguati. Attualmente il recupero salariale è scandalosamente lontano dall’inflazione reale.


Anche la contrattazione aziendale a mio modo di vedere deve subire mutamenti rispetto agli attuali assetti, bisogna che essa serva soprattutto a ridistribuire ai i lavoratori (il cui lavoro è stato determinante per costruirla) la ricchezza prodotta nelle singole aziende, fermando l’emorragia, che incanala la ricchezza prodotta nel profitto goduto dai datori di lavoro.
infatti mentre nel 1983 il 77% della ricchezza del PIL andava ai salari ed il 23% ai profitti, nel 2005 ai salari andava meno del 69%, mentre ai profitti oltre il 31%: l'8% del PIL in più ai profitti rispetto a vent'anni fa. Una cifra pari a 120 miliardi di euro, che significa
5 mila 200 euro persi nel salario di ogni lavoratore, e questo ogni anno.


Il che vuole dire facendo i conti con il mio stipendio da livello H di 1050 € circa,che in questo momento di € potrei guadagnarne circa 1500, bella differenza vero?


Il salario deve dunque essere centrale in qualunque tipo di modello contrattuale si vada a costruire.


Gli iniziali dubbi da me nutriti circa il significato della definizione,( sto parlando dell’ inflazione ) “realisticamente prevedibile” sono stati ampiamente superati dalla realtà delle cose.


Nessun dubbio quindi


Con l’inflazione media al 4% con punte del 6% sui beni di primaria necessità, ecco la percentuale di aumento da richiedere…… quella reale!! Per il primo anno tra il 4 e il 6 % e, dato che il nuovo modello contrattuale dovrebbe prevedere, una durata di tre anni, ogni anno queste cifre vanno riviste al rialzo.


Quanto al fatto che l’inflazione totale andrebbe decurtata da quella importata ( per essere espliciti il petrolio e i carburanti in genere), mi sento di dire che condivido, pienamente la cosa, ma…….. nel momento in cui faccio il pieno alla mia automobile, viene Emma Marcegaglia a spiegare al benzinaio , che la cifra da lui richiesta và decurtata dall’ inflazione importata.


Immagino le facce di chi nel sindacato fa trattativa,sento già le loro osservazioni ; proposte simili non sono “ credibili” e gli domando per chi devono essere credibili le nostre proposte? Per la Confindustria o per i nostri rappresentati?


Non mi impressiona Confindustria quando fa proposte di rinnovo con percentuali del 2/ 2.2% ( la famosa decurtazione dell’ inflazione importata) è il loro lavoro cercare di fare accordi al ribasso, mi spaventa invece quando il suo presidente afferma e non viene smentita, che il “ clima è buono” e non parla certo del tempo….


Su questo; quando CONFINDUSTRIA fa certe affermazioni, non è che sta parlando anche per il SINDACATO almeno non per TUTTO il SINDACATO,sta semplicemente facendo il suo lavoro che è oltre a salvaguardare i privilegi della classe imprenditoriale,anche quello di fare passare falsi messaggi tra i lavoratori con l’ovvia intenzione di dividere il più possibile il fronte, quindi dico ai denigratori, quelli di sinistra,( quelli di destra già lo sanno) che il sindacato italiano o almeno una buona parte di esso, tutto è ma non la cinghia di trasmissione delle politiche di Confindustria e del Governo.


Noi dobbiamo fare il nostro lavoro, che è quello di recuperare, TUTTO il salario che in questi anni abbiamo perso.
Quindi smettete di strapparvi i capelli per la disperazione e cercate invece di dare una mano.


Riguardo al provvedimento sulla detassazione degli straordinari, voluto da Governo e Confindustria, riteniamo che rientri in una logica di aumento dell’ orario di lavoro, il che significa spingere i lavoratori a peggiorare ulteriormente le proprie condizioni di vita, il provvedimento non tiene infatti in nessun conto il fatto che molti infortuni avvengono a causa di orari prolungati e ritmi di lavoro elevati, che sono tra i principali fattori stancanti. L’aumento dell’ orario di lavoro che tale sistema consegna alle aziende, non potrà che rallentare il processo già di per se molto lento della stabilizzazione del rapporto di lavoro.


Senza che oltretutto ciò incida in maniera significativa sugli obbiettivi di miglioramenti produttivo che sono legati invece a fattori di innovazione dei processi nel miglioramento dei prodotti e in una efficiente organizzazione del lavoro.


Quindi è chiaro che questo strumento va decisamente rispedito al mittente.


Concludo con le procedure di consultazione, che sicuramente saranno fatte prima (speriamo) della firma del testo definitivo; questo NON è il welfare, e quindi le consultazioni devono essere fatte SOLO tra i lavoratori attivi, che è a loro che la riforma si rivolge, mi dispiacerebbe davvero assistere alle commedie dell’autunno passato, con i pensionati inseguiti e millantati per ottenerne il voto.


La CGIL ,a volte sembra un pachiderma bloccato in un pantano, eppur si muove……. diamogli tutti un aiutino


SALVATORE