mercoledì 31 marzo 2010

ddl lavoro


Napolitano non firma ddl lavoro, testo torna al Parlamento

La CGIL ha criticato il testo di legge duramente - anche attraverso lo sciopero generale del 12 marzo - per l’aggiramento dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori. » Leggi il comunicato di Guglielmo Epifani
» Le tappe del ‘collegato lavoro’ dal via libera al Senato alla bocciatura di oggi di Napolitano
» Il testo integrale del messaggio del Presidente Napolitano alle Camere
31/03/2010

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rinviato al Parlamento il ddl lavoro, il testo di legge duramente criticato dalla CGIL - anche attraverso lo sciopero generale del 12 marzo - per le norme, in esso contenute, e che porterebbero tra l’altro all’aggiramento dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori. In una nota il Quirinale chiede alle Camere, a norma dell'articolo 74 della Costituzione, una nuova deliberazione sul provvedimento. “Il Capo dello Stato - motiva la nota - è stato indotto a tale decisione dalla estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni - con specifico riguardo agli articoli 31 e 20 - che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale”.

Napolitano ha perciò ritenuto “opportuno un ulteriore approfondimento da parte delle Camere, affinché gli apprezzabili intenti riformatori che traspaiono dal provvedimento possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale”. Il presidente della Repubblica, quindi, pur in un apprezzabile quadro riformatore benché estremamente eterogeneo, chiede che le Camere individuino “precise garanzie” e un equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale “più chiaro e definito”.

Il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, esprime a nome dell’intera organizzazione sindacale “soddisfazione e apprezzamento per la decisione del Quirinale” e critica l’avviso comune su arbitrato e conciliazione firmato dalle parti, esclusa la CGIL . Per Epifani le motivazioni che hanno spinto il Colle a non firmare la legge sono le stesse espresse dalla CGIL. “E’ una decisione - prosegue il Segretario Generale - che conferma le considerazioni della CGIL sugli aspetti critici del provvedimento. E’ di tutta evidenza l’intempestività di una dichiarazione comune su una legge - conclude Epifani - nemmeno ancora promulgata né pubblicata sulla Gazzetta ufficiale”.

La CGIL non solo oppone da tempo una forte critica al 'ddl lavoro', ma vuole proporsi come luogo di discussione con studiosi magistrati avvocati e forze politiche. A questo proposito è stato organizzato per il 23 aprile il convegno su 'Crisi e riforma della giustizia del lavoro'.

fonte:http://www.cgil.it/DettaglioDocumento.aspx?ID=13456

sabato 20 marzo 2010

DDL LAVORO: NESSUN AVVISO COMUNE SU ARBITRATO, LA NORMA E' INCOSTITUZIONALE

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DDL 'Lavoro': attacco all'articolo 18
CGIL, svilite norme di legge e contratto collettivo nazionale attraverso la certificazione e larbitrato

Epifani, si continua ad abbassare le tutele e i diritti dei lavoratori. Disegno 'preordinato' che mira a dividere e renderli più deboli. Rafforzate le ragioni dello Sciopero Generale di domani

Una vera e propria 'imboscata'. Così è stata definita dalla CGIL la convocazione di oggi, presso il Ministero del Lavoro, che aveva come tema un “confronto sulla modulazione dell’orario di lavoro” - come si legge nella convocazione - ma che ha visto invece al centro del dibattito la proposta della CISL di una dichiarazione comune, tra le parti sociali, sulla legge che prevede l'inserimento dell'arbitrato, come strumento di risoluzione delle controversie, nei contratti di lavoro.

La proposta, che è stata rimandata al mittente dal Sindacato di Corso d'Italia, ha evidenziato forti contrasti sia sul merito che sul metodo. Il giudizio della CGIL sul DDL 'Lavoro', recentemente approvato, “è pessimo e si ravvisano elementi di incostituzionalità sulla norma”, spiega Claudio Treves, coordinatore del dipartimento nazionale CGIL 'Politiche del Lavoro', presente oggi al tavolo, che poi aggiunge “siamo stati convocati sul tema della modulazione dell'orario di lavoro e invece ci siamo trovati di fronte a un'azione, presumo preordinata da parte dei sindacati confederali e delle associazioni datoriali, su una norma di una recente legge peraltro non ancora comparsa sulla Gazzetta Ufficiale"

Netto il giudizio del Segretario Generale CGIL, Guglielmo Epifani, che punta il dito contro un avviso comune ed un provvedimento legislativo con elementi di palese incostituzionalità, e contro un disegno 'preordinato' che mira a dividere e rendere più deboli i lavoratori. “Il collegato lavoro è incostituzionale perché viola, tra gli altri, l’articolo 24 della costituzione che riconosce il diritto di ogni cittadino a ricorrere al giudice per difendere i propri interessi”. Afferma Epifani nell'aggiunge: “Dunque anche l’avviso comune, chiaramente preordinato da Sacconi e dagli altri firmatari, assume un carattere incostituzionale. Nessuno si illuda: la CGIL risponderà sia sul piano legale che su quello sindacale a questo attacco ai lavoratori per tutelarli nella loro prerogativa a difendere i propri diritti come meglio credono, a cominciare dai diritti dei lavoratori più giovani e più deboli”.

Secondo Epifani “prosegue il disegno che punta ad abbassare tutele e diritti. Le imprese si assumono così un’ulteriore responsabilità verso i lavoratori proprio mentre, a causa della crisi, centinaia di migliaia di persone sono in cassa integrazione o perdono il proprio lavoro”. Inoltre, continua il numero uno della CGIL, “il segretario della CISL aveva affermato che non avrebbe acconsentito ad alcun ricatto nei confronti dei lavoratori al momento dell’assunzione: ma il senso dell’intesa sottoscritta oggi è esattamente questo. Così si dividono ancora di più le strade fra i sindacati e tutto questo rafforza le ragioni dello sciopero di domani e la CGIL continuerà con tutte le forme di mobilitazione necessarie per vincere questa battaglia. Non si pensi - conclude il Segretario Generale della CGIL - di nascondersi dietro l’esclusione dall’arbitrato dell’articolo 18, cosa peraltro tutta da verificare, perché la legge riguarda l’insieme di tutti i diritti e ogni altro aspetto della vita e delle condizioni dei lavoratori”.

11/03/2010


Fonte: cgil.it

giovedì 18 marzo 2010

siglata unitariamente ipotesi di accordo rinnovo CCNL settore gomma-plastica


FILCEM CGIL, importante risultato segna punto di avanzamento e continuità nel settore manifatturiero. 130mila lavoratori interessati, aumento medio sui minimi salariali di 122 euro - Leggi il testo dell'ipotesi di accordo

FILCEM CGIL, FEMCA CISL, UILCEM UIL e la Federazione Gomma Plastica (associata Confindustria) hanno siglato l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale del settore della gomma-plastica, (scaduto il 31 dicembre 2009) per il triennio 1 gennaio 2010 – 31 dicembre 2012.

Sono circa 130.000 i lavoratori interessati, impiegati in più di 2500 imprese di piccole e medie dimensioni, unitamente ad alcuni “colossi” del calibro di Pirelli, Michelin, Bridgestone, Azimut, Prismyan Cavi, ed altri.

Tra i punti principali, oltre l’intesa salariale che prevede un aumento medio sui minimi salariali di 122 euro in tre tranche per un montante salariale di 3007 euro al livello F, l'ipotesi definisce positivamente la nuova regolamentazione sul mercato del lavoro in riferimento all’utilizzo dei contratti a termine e somministrazione, stabilendo una percentuale massima del 25% per il loro utilizzo nella singola azienda e un periodo massimo di 44 mesi, superato il quale tali rapporti saranno stabilizzati.

Inoltre è stata introdotta, per la prima volta, una percentuale del 3% per l’utilizzo del part-time dei lavoratori in forza e un miglioramento della normativa sul trattamento di malattia per i lavoratori apprendisti.

Altri punti dell’intesa prevedono: un incremento a carico delle imprese del contributo previdenziale della previdenza complementare; la costituzione del fondo dell’assistenza sanitaria integrativa con contributo paritetico tra le parti e la definizione del nuovo minimo contrattuale per ogni livello professionale, attraverso il conglobamento dei tre istituti della retribuzione (paga base, contingenza,E.D.R.).

L'accordo unitario arriva dopo la presentazione di piattaforme separate. “Abbiamo guardato al merito - dice il Segretario Generale FILCEM CGIL, Alberto Morselli - l'aumento previsto dal contratto è superiore a quello che proponevano le aziende in applicazione dell'accordo separato sul modello contrattuale del gennaio 2009”.

Per la FILCEM CGIL, questo importante risultato segna, in un settore manifatturiero, un punto di avanzamento e di continuità di un lavoro che con i precedenti rinnovi contratti si era unitariamente assunto.

Ora l’ipotesi di accordo sarà sottoposta unitariamente al vaglio delle assemblee dei lavoratori che dovranno concludersi entro la prima metà del mese di aprile.

Fonte : http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=13377

lunedì 15 marzo 2010

DDL 'Lavoro': articolo 18 sotto attacco. Legge incostituzionale


Epifani, con questa legge si cerca di introdurre un arbitrato forzoso che costringe i lavoratori a rinunciare a quello che la Costituzione consente loro - Leggi il testo del ddl
» DDL 'Lavoro': attacco all'articolo 18, peggiore di quello del 2002
» DDL Lavoro: nessun avviso comune su arbitrato, norma incostituzionale
» Commento dell'Ufficio Giuridico della CGIL sul ddl Lavoro

Il DDL 'Lavoro' è una norma incostituzionale. Il leader della CGIL non ha dubbi, e lo ha ricordato anche da Padova, venerdì scorso, durante lo Sciopero Generale indetto dalla CGIL. “Con questa legge - spiega Epifani - si cerca di introdurre un arbitrato forzoso che costringe i lavoratori a rinunciare a quello che la Costituzione consente loro: cioè di ricorrere al giudice quando vengono violati i diritti di un contratto e i diritti di una legge. Quindi è una norma che noi combatteremo e faremo rimuovere”. Con l'arbitrato, spiega Epifani, un lavoratore “rinuncerà per tutta la sua vita lavorativa a rivolgersi ad un giudice del lavoro”, e aggiunge, “è una norma incostituzionale”.

Al centro delle critiche sono, in particolare, gli articoli 30 e 31 della nuova legge, approvata definitivamente la scorsa settimana con il voto favorevole del Senato. Secondo il testo di legge il lavoratore ed il datore di lavoro potranno concordare, al momento della stipula del contratto, di ricorrere ad un arbitro in caso di controversia. Sottoscrivendo questo accordo il lavoratore, non solo non potrà più rivolgersi al giudice in futuro, ma, oltretutto, otterrà un giudizio 'secondo equità', ovvero senza il rispetto delle norme di legge, compreso l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, e dei contratti collettivi.

“I datori di lavoro potranno utilizzare, su vasta scala, lo strumento offerto dalla nuova legge” ci spiega Lorenzo Fassina, dirigente dell'Ufficio Giuridico della CGIL Nazionale, in un'intervista rilasciata pochi giorni fa. Il sindacalista sottolinea come “approfittando della condizione di debolezza delle persone in cerca di lavoro”, in particolare in un periodo come questo, in cui la crisi economica ha fatto salire la disoccupazione a livelli storici per l'Italia, sarà possibile “portare gli aspiranti lavoratori davanti ad una commissione di certificazione” per fargli sottoscrivere contratti in cui sarà sancita sia “la rinuncia alla normale azione giudiziaria” che “l’affidamento ad arbitri della risoluzione delle future liti”.

Sembra però che l'atteggiamento degli altri sindacati confederali, sulla questione arbitrato, vada in altra direzione. Infatti, giovedì scorso, durante un incontro al Ministero del Lavoro, convocato per discutere di 'modulazione dell’orario di lavoro', è stato proposto a sorpresa il testo di un avviso comune. Una iniziativa che, secondo Claudio Treves, coordinatore del dipartimento nazionale CGIL 'Politiche del Lavoro', presente al tavolo, si può definire una “vera e propria imboscata”. Il giudizio della CGIL sul 'DDL Lavoro', ha spiegato Treves nel corso di quella giornata, “è pessimo e si ravvisano elementi di incostituzionalità sulla norma”. Secondo il dirigente di Corso d'Italia, durante l'incontro, di Giovedì, al Ministero “ci siamo trovati di fronte a un'azione, presumo, preordinata da parte dei sindacati confederali e delle associazioni datoriali, su una norma di una recente legge peraltro non ancora comparsa sulla Gazzetta Ufficiale". La CGIL, ascoltate le proposte, ha deciso di non apporre la propria firma all'intento di avviso comune.

Bisogna inoltre ricordare che, per il Sindacato di Corso Italia, la questione viene da lontano. Infatti che vi fossero delle forti critiche sul tema dell'arbitrato e circa la volontà del Governo di riformare il processo e il diritto del lavoro è cosa nota già dall'autunno 2008. All'epoca la CGIL aveva organizzato un convegno dal titolo 'La controriforma del processo e del diritto del lavoro', per poi andare avanti con molte altre iniziative fino all'appello contro il DDL 1441 quater-B 'Fermiamo la controriforma del diritto del lavoro'. Appello che ha raccolto le firme di importati giuslavoristi come Luciano Gallino, Umberto Romagnoli, Massimo Paci, Tiziano Treu e giuristi come Massimo Luciani e Andrea Proto Pisani, e sulla quale si sta ancora lavorando.



fonte: http://www.cgil.it/DettaglioDocumento.aspx?ID=13341

venerdì 5 marzo 2010

LE VISITE DI IDONEITÀ VIA FAX



IERI È APPARSA SUI QUOTIDIANI UNA NOTIZIA UN PO' DEFILATA CHE, IN EFFETTI, INSERITA NEL COMPLESSO DELLE INTERCETTAZIONI SUL MALAFFARE ATTORNO ALLA PROTEZIONE CIVILE È POCA COSA MA ESPLICITA CIÒ CHE, GLI ADDETTI AI LAVORI, GIÀ CONOSCEVANO.

CANTIERE DI VALCO SAN PAOLO: IL 18 DI AGOSTO L'ARCHITETTO RESPONSABILE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO (DEFINITA "QUESTA STRONZA" NELLE INTERCETTAZIONI) IMPEDISCE AGLI OPERAI DI MARIO PISCITELLI DI ENTRARE IN CANTIERE IN QUANTO PRIVI DEL GIUDIZIO DI IDONEITÀ ALLA MANSIONE. PISCITELLI CHIEDE AL SUO CAPO CANTIERE DE ROSA COME FARE PER OTTENERE RAPIDAMENTE LE IDONEITÀ E DE ROSA SUGGERISCE DI UTILIZZARE IL MEDICO COMPETENTE DI UN LORO SUBAPPALTATORE DI SAN GIUSEPPE VESUVIANO. INFATTI QUESTO MEDICO ESEGUE LE VISITE "VIA FAX". PISCITELLI RIDE, SI GONGOLA, E DICE "AH, CHE MERAVIGLIA...E MO' ME LO FATE USCIRE?". "MA FACCIAMOLO PURE PER GLI ALTRI (TUTTI GLI ALTRI OPERAI)! SI...SE FA I FAX QUESTO È FANTASTICO....COSÌ CI SBATTIAMO 'STE CARTE (I GIUDIZI DI IDONEITÀ) IN FACCIA A QUESTA (L'ARCHITETTO)". "ALLORA LO NOMINIAMO NOSTRO MEDICO...ALLORA LO FACCIAMO DEFINITIVO....LI GUARDA VIA FAX GLI OPERAI". (FONTE: CORRIERE DELLA SERA DEL 4 MARZO 2010).

QUESTO FENOMENO ESISTE E LO SAPPIAMO TUTTI E RIGUARDA SOPRATTUTTO LE REALTÀ DI CANTIERE DI QUALSIASI TIPO. CHE CI SIANO PROPOSTE DA PARTE DI IMPRENDITORI (MA SI POSSONO DEFINIRE TALI?) PUÒ ANCHE ACCADERE......QUELLO CHE NON DOVREBBERO ACCADERE È LA CONNIVENZA DEI MEDICI COMPETENTI.

CAPITA A TUTTI DI NOI DI RICEVERE TELEFONATE DI QUESTO TONO ( A ME SETTIMANALMENTE): "DOTTORE STIAMO CERCANDO URGENTEMENTE UN MEDICO CHE CI FACCIA LE IDONEITÀ PERCHÈ TRA 2, 3, 4 GIORNI (O DOMANI) DEVONO ENTRARE IN CANTIERE E NON CE LI FANNO ENTRARE SENZA LE VISITE".

GIÀ IL FATTO CHE UN DATORE DI LAVORO SI PREMURI DI NOMINARE IL MEDICO COMPETENTE SOLO PERCHÈ ALTRIMENTI NON PROSEGUE L'OPERA DI CANTIERE.....LA DICE LUNGA. QUANDO POI SI CERCA DI SPIEGARE LORO CHE NON È POSSIBILE EFFETTUARE LE VISITE PRIMA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI, DEL SOPRALLUOGO E CHE, IN OGNI CASO, LA VISITA MEDICA È INTEGRATA DA ESAMI DI LABORATORIO, STRUMENTALI ED EVENTUALMENTE VISITE SPECIALISTICHE......ESSI RISPONDONO "MA LEI DOVE VIVE?" O, IN UN CASO "MA VADA A DAR VIA IL CULO LEI E LE VISITE SPECIALISTICHE" .......NON RIMANE CHE TACERE CON NON POCO SENSO DI FRUSTRAZIONE. QUESTO SUCCEDE NON SOLO CON I CANTIERI MA ANCHE CON REALTÀ DI SERVIZI O PRODUTTIVI QUANDO IN CORSO DI CERTIFICAZIONI "GLI ISPETTORI" CHIEDONO LA NOMINA DEL MEDICO COMPETENTE.

L'ULTIMA "PERLA" IN ORDINE DI TEMPO È QUELLA DI UN IMPRENDITORE CON UN PO' PIÙ DI SCRUPOLI DI ALTRI CHE MI HA PROPOSTO "UNA VISITA PRELIMINARE". EH SI...DOPO LA VISITA PREVENTIVA, PERIODICA, SU RICHIESTA DEL LAVORATORE, DOPO 60 GIORNI DI MALATTIA, ALLA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO.....C'È ANCHE LA VISITA PRELIMINARE. DOVENDO ENTRARE IN UN CANTIERE OVE È STATO RICHIESTA L'IDONEITÀ, IL DATORE DI LAVORO PROPONE UNA VISITA MEDICA IMMEDIATA CON RILASCIO DEL GIUDIZIO DI IDONEITÀ E POI, SUCCESSIVAMENTE FARANNO GLI ESAMI E VERRÀ RILASCIATA UNA IDONEITÀ DEFINITIVA.

PARE OVVIO CHE IL GIUDIZIO DI IDONEITÀ APPARE AGLI OCCHI DELL'IMPRENDITORE COME UN ATTO FORMALE E SCONTATO: "OVVIAMENTE TUTTI IDONEI".

ESISTONO POI STRUTTURE DI MEDICINA DEL LAVORO OVE AL MATTINO ARRIVANO GLI OPERAI E ESCONO POCO DOPO CON LE IDONEITÀ, SENZA SAPERE LE REALI ESPOSIZIONI, I RISCHI EVIDENZIATI SUI D.V.R.

MA ANCHE QUESTA È VICENDA NOTA.

NON È UN QUADRO UN PO' DESOLANTE?

FONTE: HTTP://MEDICOCOMPETENTE.BLOGSPOT.COM/2010/03/LE-VISITE-DI-IDONEITA-VIA-FAX.HTML

giovedì 4 marzo 2010

Il Senato approva il ddl lavoro, a rischio 'art.18'

Epifani, lavoratori "più deboli" e "più ricattabili" - Leggi il testo del DdL
» L'intervista del Segretario Generale CGIL, sul quotidiano 'La Repubblica'
» 12 marzo: Sciopero Generale CGIL
04/03/2010
Approvato dal Senato, con 151 voti favorevoli, 83 contrari e 5 astenuti, il ddl 'lavoro' che nei fatti mette a rischio l'efficacia dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Le norme sull'arbitrato, contenute nel testo passato all'esame del voto, prevedono che le controversie tra il datore di lavoro e il dipendente, qualora specificato nel contratto, possano essere risolte anche in sede di arbitrato, in alternativa al giudice del lavoro, dove sarà presa una decisione “secondo equità” e non sulla base della legislazione.

Il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, in un'intervista a 'Repubblica', parla di una legge, voluta dal Governo, i cui effetti renderanno i lavoratori "più deboli" e "più ricattabili". "L'impressione è che - spiega Epifani - ci sia più di una norma in contrasto con la Costituzione" ed annuncia l'ipotesi di una ricorso. “Il punto vero” prosegue il leader sindacale “è che nel momento dell'assunzione il datore di lavoro può chiedere a un lavoratore di rinunciare alla via giudiziale per la tutela dei propri diritti. E, in quel particolare momento, il lavoratore è più debole e più 'ricattabile'. Per questo potrebbe accettare la proposta, precludendosi per tutta la durata del rapporto di lavoro di ricorrere al giudice”.

La Consulta Giuridica del Lavoro della CGIL aveva già denunciato i rischi di questo radicale cambiamento, parlando di un attacco ai diritti dei lavoratori, e di limiti imposti all’azione della magistratura, paventando il rischio concreto di una “controriforma” del processo del lavoro, in una materia particolarmente delicata come quella dei licenziamenti.

Per la Consulta Giuridica della CGIL, “gli arbitri possono decidere ‘secondo equità’, che in realtà significa anche poter non tener conto di leggi e contratti, ma solo di un loro ‘buon senso’ e se per di più ciò può essere legittimamente disposto nella lettera di assunzione, nel momento in cui il lavoratore è più debole, se ne capisce il senso di ‘controriforma’”. Inoltre, in una materia particolarmente delicata come quella dei licenziamenti, “il giudice dovrà tener conto delle nozioni di giusta causa e giustificato motivo espresse dalle parti in sede di certificazione; nozioni che, qualora fossero definite nel contratto di assunzione, finirebbero per capovolgere i fondamenti del diritto del lavoro, nato per tutelare il contraente debole nel rapporto di lavoro”.




fonte: cgil.it