sabato 20 marzo 2010

DDL LAVORO: NESSUN AVVISO COMUNE SU ARBITRATO, LA NORMA E' INCOSTITUZIONALE

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DDL 'Lavoro': attacco all'articolo 18
CGIL, svilite norme di legge e contratto collettivo nazionale attraverso la certificazione e larbitrato

Epifani, si continua ad abbassare le tutele e i diritti dei lavoratori. Disegno 'preordinato' che mira a dividere e renderli più deboli. Rafforzate le ragioni dello Sciopero Generale di domani

Una vera e propria 'imboscata'. Così è stata definita dalla CGIL la convocazione di oggi, presso il Ministero del Lavoro, che aveva come tema un “confronto sulla modulazione dell’orario di lavoro” - come si legge nella convocazione - ma che ha visto invece al centro del dibattito la proposta della CISL di una dichiarazione comune, tra le parti sociali, sulla legge che prevede l'inserimento dell'arbitrato, come strumento di risoluzione delle controversie, nei contratti di lavoro.

La proposta, che è stata rimandata al mittente dal Sindacato di Corso d'Italia, ha evidenziato forti contrasti sia sul merito che sul metodo. Il giudizio della CGIL sul DDL 'Lavoro', recentemente approvato, “è pessimo e si ravvisano elementi di incostituzionalità sulla norma”, spiega Claudio Treves, coordinatore del dipartimento nazionale CGIL 'Politiche del Lavoro', presente oggi al tavolo, che poi aggiunge “siamo stati convocati sul tema della modulazione dell'orario di lavoro e invece ci siamo trovati di fronte a un'azione, presumo preordinata da parte dei sindacati confederali e delle associazioni datoriali, su una norma di una recente legge peraltro non ancora comparsa sulla Gazzetta Ufficiale"

Netto il giudizio del Segretario Generale CGIL, Guglielmo Epifani, che punta il dito contro un avviso comune ed un provvedimento legislativo con elementi di palese incostituzionalità, e contro un disegno 'preordinato' che mira a dividere e rendere più deboli i lavoratori. “Il collegato lavoro è incostituzionale perché viola, tra gli altri, l’articolo 24 della costituzione che riconosce il diritto di ogni cittadino a ricorrere al giudice per difendere i propri interessi”. Afferma Epifani nell'aggiunge: “Dunque anche l’avviso comune, chiaramente preordinato da Sacconi e dagli altri firmatari, assume un carattere incostituzionale. Nessuno si illuda: la CGIL risponderà sia sul piano legale che su quello sindacale a questo attacco ai lavoratori per tutelarli nella loro prerogativa a difendere i propri diritti come meglio credono, a cominciare dai diritti dei lavoratori più giovani e più deboli”.

Secondo Epifani “prosegue il disegno che punta ad abbassare tutele e diritti. Le imprese si assumono così un’ulteriore responsabilità verso i lavoratori proprio mentre, a causa della crisi, centinaia di migliaia di persone sono in cassa integrazione o perdono il proprio lavoro”. Inoltre, continua il numero uno della CGIL, “il segretario della CISL aveva affermato che non avrebbe acconsentito ad alcun ricatto nei confronti dei lavoratori al momento dell’assunzione: ma il senso dell’intesa sottoscritta oggi è esattamente questo. Così si dividono ancora di più le strade fra i sindacati e tutto questo rafforza le ragioni dello sciopero di domani e la CGIL continuerà con tutte le forme di mobilitazione necessarie per vincere questa battaglia. Non si pensi - conclude il Segretario Generale della CGIL - di nascondersi dietro l’esclusione dall’arbitrato dell’articolo 18, cosa peraltro tutta da verificare, perché la legge riguarda l’insieme di tutti i diritti e ogni altro aspetto della vita e delle condizioni dei lavoratori”.

11/03/2010


Fonte: cgil.it