venerdì 17 ottobre 2008

Sciopero, la Cgil contro Sacconi


Il sindacato di Guglielmo Epifani attacca le linee guida illustrate dal ministro del Welfare
"Tratti illiberali". La replica: "Imprese e cittadini non possono essere danneggiati"

Sciopero, la Cgil contro Sacconi
"E' un diritto, no alla riforma"

 


ROMA - Per adesso siamo solo alle linee guida, ma la polemica già cresce di tono. Da una parte il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, dall'altra la Cgil. Nel mezzo il progetto del governo che riforma il diritto di sciopero, soprattutto nei servizi pubblici essenziali. Cambiamenti che la Cgil contesta. "Lo sciopero è un diritto incoercibile e le linee guida confermano i tratti illiberali già denunciati nei giorni scorsi" si legge in una nota del sindacato di Epifani. Ma Sacconi insiste: "Cittadini e imprese non possono essere penalizzati".

Tocca al ministro del Welfare chiarire le linee guida del futuro decreto legge. Si parte dall'idea che lo sciopero potrà essere proclamato anche nel caso in cui venga indetto da una minoranza di lavoratori, ma il governo chiede di sapere "preventivamente quale sarà l'adesione" così da contrastare "l'effetto annuncio che crea disagi ai cittadini" dice Sacconi.

Ed ancora: via al referendum consultivo obbligatorio prima dello sciopero; adesione individuale preventiva per sapere quanti servizi verranno toccati; sanzioni affidate ai prefetti e non alla Commissione di garanzia, affinchè siano "effettive"; no al blocco di ferrovie, strade, aeroporti, no al danneggiamento irreversibile degli impianti.

La Cgil, però, non ci sta e mette in guardia il governo da rischi di incostituzionalità. "Le norme che attaccano i diritti dei lavoratori e della loro rappresentanza e appaiono sbagliate nel metodo, nel merito e sotto il profilo costituzionale". Il complesso delle misure annunciate, dice la Cgil, "conferma il chiaro intento di introdurre ulteriori e immotivate restrizioni al diritto di sciopero e alla libertà sindacale in una situazione nella quale le regole attuali offrono già all'utenza una protezione che non ha eguali negli altri paesi europei".


Poi il sindacato di corso d'Italia entra nel merito per ribadire la propria contrarietà all'allungamento dei tempi di intervallo; all'introduzione dello sciopero virtuale per legge; all'attribuzione ai prefetti del potere di esecuzione delle sanzioni individuali deliberate dalla commissione; all'attribuzione alla commissione di poteri di conciliazione e arbitrato; alle proposte sulla revoca dello sciopero che già prevedono oggi un preavviso minimo di 5 giorni. Siamo solo alle linee guida, ribadite il governo auspicando il confronto con sindacati e imprenditori. Ma viste le prime reazioni non è difficile prevedere che la polemica diventerà sempre più aspra.

(17 ottobre 2008) la Repubblica