giovedì 15 gennaio 2009

Occhio! Il libro verde di Sacconi sta per diventare bianco




Di Leo Ceglia segretario Cgil Como


Stato sociale addio . Sembra essere questo l’obbiettivo che il Ministro Sacconi intende perseguire nelle linee programmatiche esposte nel Libro Verde apparso sul sito del Ministero il 25 Luglio 2008. Libro verde che sta per diventare Bianco : <<>> si chiamerà . Esso guiderà l’azione di Governo fino a fine legislatura in materia di lavoro , previdenza , sanità , politiche sociali. 
I mesi che ci separano dalla pubblicazione del Libro verde dovevano servire ( 3 mesi ) ad una consultazione on line aperta a chiunque avesse voluto presentare osservazioni e offrire il proprio contributo , dalle parti sociali alle istituzioni locali e nazionali fino al singolo individuo ( la CGIL ha presentato un corposo e puntuale documento il 23 ottobre 2008 e il suo giudizio è inappellabile : il libro verde è per essa <> ) . 
Quel che un tempo si chiamava concertazione e/o confronto con le parti sociali è divenuto “ascolto on line a senso unico” ( tale “ascolto” infatti verrà insindacabilmente e unilateralmente portato a sintesi dal Ministro ed andrà a comporre il Libro Bianco che , potete giurarci ,avrà di differente dal verde originario solo il colore.). 
Il Libro Verde (24 pagine) compie una duplice operazione : nel testo espone un corpus culturale ed ideologico , una “visione” la chiama il Ministro , sul futuro del modello sociale che egli immagina necessario a partire dalla insostenibilità economica dell’attuale modello (richiamata sommariamente e con dati facilmente contestabili) . Con domande retoriche poi prefigura i cambiamenti concreti che adotterà sui vari temi del lavoro , della sanità , previdenza , politiche sociali ecc. 
Vediamo prima il corpus ideologico e culturale . 
Le parole chiavi sono : persona , famiglia , sussidiarietà . Ecco come vengono declinate: 
<<>>. 
Pensiamo che basti . Qui in Lombardia il “modello” della sanità formigoniana ci reso familiare questo linguaggio e l’ideologia che lo sorregge. Ora questo “modello” lo si vuole esportare in tutto il Paese e si pensa di estenderlo a tutti i temi che compongono il Welfare . 
Qual’è la forza culturale di questo “modello” ? E’ quella del primato della cultura cattolica su tutte le altre culture del Paese . Proviamo a spiegarci . 
Nella nostra Costituzione , all’articolo 3 , secondo comma , troviamo scritto: 
<<>> 
Concentrate la vostra attenzione inizialmente su tre parole : cittadini , persona , lavoratori . Tre parole tre culture si potrebbe dire . La parola cittadino a fondamento della cultura liberale , persona a fondamento di quella cattolica , lavoratore a fondamento della cultura socialista e comunista . 

Tre parole che però indicano il medesimo soggetto, il destinatario dei compiti della Repubblica nei suoi confronti : quelli di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la sua libertà e uguaglianza , il suo pieno sviluppo come persona umana , la sua partecipazione alla vita complessiva del Paese . Queste tre culture hanno pari dignità nella nostra Costituzione . E su questo articolo si è edificato il Welfare che abbiamo , nella legislazione sul lavoro , su quella previdenziale , sanitaria , ecc. 
La cultura formigoniana accolta da Sacconi mette in secondo piano la cultura liberale e quella del lavoro. Esalta invece quella cattolica che fa perno sulla persona . Ne consegue che i diritti e i doveri del cittadino e del lavoratore nei confronti dello Stato , e viceversa , quasi scompaiono nel loro nuovo lessico . 
Il lavoratore ad esempio diviene “collaboratore”: <<>> , si chiede retoricamente il Libro verde a pag. 23. 
Con questa nuova cultura del rapporto capitale - lavoro , dove il lavoratore si trasforma in collaboratore dell’imprenditore , si cancellano due secoli di storia del movimento operaio e la cultura del conflitto e della azione collettiva come necessaria al mondo del lavoro , nei rapporti di produzione , per accorciare e ridurre la disparità tra chi detiene i mezzi di produzione e chi possiede solo la forza lavoro . Quella storia cioè che con le lotte del movimento operaio ha portato la democrazia, lo sviluppo economico e il benessere nell’occidente e nel mondo. 
Tutto cancellato . Il lavoratore è prima di tutto una singola persona . Che deve collaborare con il suo datore di lavoro e smetterla di rivolgersi al sindacato per risolvere i suoi problemi ( questa cultura ha già fatto passi da gigante nel nostro Paese , dove il tessuto produttivo è costituito quasi interamente da piccole e piccolissime imprese : è il modello nord-est inteso non come luogo geografico ma come metafora del declino della cultura e della forza del movimento operaio e delle forze politiche che ad esso si ispiravano). 
Non troverete mai nel testo neppure le parole <<>> che del Welfare che conosciamo sono la qualificazione più pertinente riguardo al rapporto tra Stato e cittadino. 
La rimozione della “miscela culturale” che informa la nostra Costituzione e l’affermazione del primato della cultura di ispirazione cattolica ha le conseguenze logiche e dirette sulle proposte concrete del nuovo modello sociale che Sacconi intende perseguire in questa legislatura . 
Così non sarà più la Repubblica ( il pubblico , lo Stato ) a garantire i diritti di cittadinanza su lavoro, mercato del lavoro , sanità , previdenza , assistenza , formazione professionale , scuola (università , superiori-medie-elementari-asili-materne ) ( in questo caso i ministri competenti sono Gelmini e Tremonti,ma ciò non cambia in nulla quel che stiamo dicendo ) . 
No , il pubblico deve fare un passo indietro ( tanto più che le risorse sono scarse e l’inefficienza la fa da padrona con tutti quei fannulloni che vi lavorano) . 
Il pubblico è uguale al privato e anzi il privato è meglio . Il pubblico deve limitarsi a compiti di regia e indirizzo e programmazione, poi sul libero mercato sussidiarizzato, privato e/o privato sociale, la persona , responsabilmente , libera di scegliere , provvederà a selezionare il servizio che più la soddisfa . 
Vediamo allora secondo questa logica, tema per tema , quali provvedimenti prefigura Sacconi nelle sue domande retoriche . Cominciamo dal lavoro . Qui il Libro Verde è già diventato Bianco . Nei DL (93, 97,112) poi divenuti Leggi questa estate e nella finanziaria si trovano diversi provvedimenti che hanno già modificato l’esistente e che erano tutti richiamati nel Protocollo del 23 luglio 2007 , trasformato in L. 247/07 . Parliamo delle modifiche al contratto di lavoro a tempo determinato , delle modifiche all’apprendistato , della riforma al processo di lavoro , della cancellazione dei processi di stabilizzazione dei precari , ecc. Con il plauso della Confindustria che pure quegli accordi aveva sottoscritto – vergogna!- ( i dettagli su tali provvedimenti li trovate in un altro articolo nel giornale ) . Sacconi su lavoro e mercato del lavoro intende procedere ad una completa deregolamentazione , perché nella logica della complicità del collaboratore d’impresa con l’impresa stessa , e il sottinteso primato di quest’ultima , il collaboratore non deve avere diritti che possono indurre al conflitto ( art. 18 compreso ) . Quanto ai contratti Sacconi ha da un lato sposato interamente la proposta di Confindustria ( le sanzioni a senso unico verso i sindacati sono assai indicativi della nuova “visione” culturale sul rapporto capitale – lavoro ) e Brunetta dal canto suo gli da una mano . 
Su questa impostazione culturale si è completamente sdraiata la CISL . 
La CISL ottiene via libera sugli Enti Bilaterali su mercato del lavoro, certificazione del contratto di lavoro , integrazione al reddito , formazione ecc ) . 
Sulla sanità sono già previsti tagli per 7,5 MLD di euro . La persona naturalmente , responsabilmente , dovrà nel nuovo modello sociale provvedere in tempo a forme di sanità integrativa ( anche qui Enti Bilaterali ). Idem per la previdenza che ha già visto stracciati gli accordi del 23 luglio sulla rideterminazione dei coefficienti relativamente alla copertura per i precari del 60% del cosiddetto tasso di sostituzione. Si prevede anche un ennesimo innalzamento dell’età pensionabile ( anche per le donne questa volta ). Quanto alla assistenza si è già provveduto al taglio di 270 milioni di euro al <> e non si fa alcun cenno al <> e, i tagli ai trasferimenti agli Enti Locali, si tradurranno in minori servizi( forse, nella logica apologetica della famiglia , solo quella d.o.c. s’intende , si crede di restituirle per questa via(l’assistenza casalinga) quella centralità lamentata come perduta . 
Alla scuola come sappiamo ci hanno pensato Gelmini e Tremonti . 
Indicativo poi è il tema dell’immigrazione . Neanche una parola . Per loro niente politiche di accoglienza e integrazione ( anche questo è welfare! ) . A loro ci pensa Maroni che da Ministro degli Interni leghista saprà lui come meglio accoglierli . 
Indicativo anche quel che ha già fatto Tremonti sui “poveri”. Per essi un provvedimento compassionevole e certificato e offensivo ; questo è la “social card” di Tremonti per gli anziani che hanno meno di 500 euro al mese. 
Non c’è che dire , un vero mutamento : dal Welfare universalistico e dei diritti di cittadinanza al Welfare privatistico e della “autoresponsabilità” della persona. 
Per la CGIL un progetto inaccettabile.
 
22/12/2008