sabato 1 agosto 2009

Decreto correttivo testo unico sicurezza lavoro


Via libera al correttivo al Testo Unico salute e sicurezza, il governo continua azione di riduzione dei diritti lavoratori

CGIL, contraria a questa ennesima controriforma, continua il suo impegno per l'integrità psicofisica dei lavoratori

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo correttivo delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Tra le novità contenute nel nuovo testo l’istituzione di una ‘patente a punti’ per le imprese, rinviata a un Dpr, “necessaria soprattutto nel settore edile”, come ha spiegato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e che può portare alla cessazione dell’attività dell’impresa se si verificano incidenti e se gli standard di sicurezza dei lavoratori non sono rispettati. Subisce una riformulazione della norma ‘salva manager’ che ne limita le ambiguità fortemente denunciate dalla CGIL mentre migliora “l’efficacia dell’apparato sanzionatorio, con l’obiettivo di assicurare una migliore corrispondenza tra infrazioni e sanzioni”, come recita la nota del Ministero del Lavoro

Rimane, quindi, immutata la filosofia di fondo di questo governo in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che non tollera il rispetto di ciò che definisce “formalismi” né tanto meno sopporta che a colpe accertate seguano sanzioni. La segretaria confederale della CGIL, con delega al tema, Paola Agnello Modica, replica duramente alla notizia del via libera al nuovo testo da parte del Cdm: “Il Governo con pervicacia continua la sua azione di riduzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, addirittura nel fondamentale ambito della salute e sicurezza nel lavoro”, spiega Agnello nel rilevare come dal testo ‘informale’ del correttivo “si evince che le ferme e vigorose proteste dei lavoratori, dei giuristi, delle Regioni, della CGIL hanno portato all’attenuazione di alcuni punti particolarmente negativi, quali quello della responsabilità dei datori di lavoro e della certificazione da parte degli enti bilaterali”.

Ma per la segretaria confederale “altri gravi punti sono rimasti ed altri se ne sono aggiunti, in direzione del rafforzamento dei poteri dei datori di lavoro a scapito dei lavoratori e loro rappresentanti”. Tra questi punti, elenca la sindacalista, “lo svuotamento delle norme di contrasto al lavoro nero e irregolare; la visita preassuntiva svolta dal medico aziendale; la riduzione dei diritti in caso di sopravvenuta inidoneità alla mansione; il controllo della funzionalità dei rappresentanti dei lavoratori da parte degli organismi paritetici: il prossimo passo sarà che Confindustria o Confapi potranno dare i voti in sede bilaterale all’attività del sindacato? E l’accordo separato Confapi addirittura prevede che l’attività degli RLST dipenda dalle priorità definite in sede bilaterale”.

Nello stesso solco, continua, “la scelta di ridurre la valutazione dei rischi da interferenza negli appalti, di vincolare l’RLS all’esame del Dvr (Documento di Valutazione dei Rischi) solo all’interno dell’azienda. Anche le sanzioni sono state ampiamente ridotte, insieme al preventivo depotenziamento delle attività di vigilanza e ispezione deciso, con misure amministrative, dal Ministro Sacconi. Cosa che inficia in nuce la stessa ‘patente a punti’”. La CGIL, conclude Agnello, “ribadisce la propria contrarietà a questa ennesima controriforma e continuerà il suo impegno per l’integrità psicofisica di chi lavora nei luoghi di lavoro, con la contrattazione e attraverso puntuali verifiche giuridiche”.