martedì 25 agosto 2009

SALARI DIFFERENZIATI: L'ULTIMATUM DI SACCONI SUONA COME UN RICATTO ALLA CGIL


Il ministro del Lavoro chiede alle parti sociali di applicare l'accordo separato, o il governo bloccherà gli sgravi sulle retribuzioni. Cisl e Uil ci stanno. Cgil: "Ormai siamo ai ricatti, è un ministro paleoindustriale"

Salari differenziati oppure stop agli sgravi per la parte variabile delle retribuzioni. Lo dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervistato dal Corriere della Sera. "Una giusta distribuzione della ricchezza - a suo giudizio - si fonda sul riconoscimento dei meriti e dei bisogni. I salari vanno differenziati perchè non siamo uguali. Il banco di prova autunnale, con i primi contratti di metalmeccanici, alimentaristi, chimici e comunicazioni, sarà l'attuazione dell'accordo sottoscritto da tutti tranne che dalla Cgil".

Secondo il titolare del dicastero, infatti, "meno il contratto nazionale sarà invasivo, più ci sarà spazio per il contratto aziendale, detassato al 10%". Questo, puntualizza Sacconi, non vuol dire ricorrere alle gabbie salariali, accogliendo la richiesta di buste paga diverse fra Nord e Sud come suggerito dalla Lega. Anche il Carroccio, spiega il ministro, "è d'accordo con il nuovo modello. Nessuno ha parlato di gabbie salariali, meccanismo centralistico fissato per legge. Se il contratto si decentra, ineluttabilmente è più sensibile alle differenze di costo della vita e di produttività. Il punto vero è che sindacati e imprese, dopo aver firmato l'accordo, non possono cedere - conclude -, siamo rispettosi dell'autonomia delle parti, ma non indifferenti agli esiti".

Aperture da Cisl e Uil
Secondo il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, il governo "deve ridurre a zero l'aliquota, dando un incentivo in più, e deve elevare il tetto per la detassazione del salario di secondo livello". Angeletti si dice "assolutamente d'accordo" con il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e invitando l'esecutivo a sostenere di più la contrattazione di secondo livello. "Applicheremo l'accordo che rende la contrattazione più vicina al posto di lavoro - prosegue -, più flessibile, legata all'andamento della produttività". L'intesa separata sui contratti, a suo giudizio, è "un grande passo in avanti che porterà in aumento dei salari per i lavoratori". Le gabbie salariali, invece, "non sono neanche tecnicamente realizzabili".

Secondo Raffaele Bonanni, invece, le tasse sui salari di secondo livello bisogna arrivare ad eliminarle del tutto. "Mi sembra giusto adattare meglio la tassazione alla contrattazione territoriale e aziendale, spiega il segretario generale della Cisl. A Sacconi e anche al leader della Lega, Umberto Bossi, che pongono il problema di come esaltare meglio la contrattazione territoriale e aziendale, chiedo perché non tagliare del tutto le tasse: tasse zero per tutta la contrattazione di secondo livello. In questo modo anche Bossi (che vuole le gabbie salariali, ndr) sarà contento".

Cgil: un ricatto
La richiesta di Bonanni per la Cgil però "è un errore. Abbiamo già una norma che prevede la detassazione parziale del secondo livello ed è sufficiente: oggi la priorità è la detassazione del lavoro dipendente". È quanto spiega la segretaria confederale, Susanna Camusso, ad Affaritaliani.it. "Non si può infatti costruire - dice - una discriminazione per cui chi ha la fortuna di stare in un luogo dove si fa la contrattazione di secondo livello ha un doppio beneficio, mentre il lavoratore di un'azienda più povera o in difficoltà deve continuare a pagare tasse assolutamente eccessive rispetto al potenziale di reddito", spiega la Camusso la quale conclude: "C'è un errore di prospettiva, anche perché la contrattazione di secondo livello si esercita in neanche il 20% dei lavoratori dipendenti". "

In quanto ai temi sollevati da Sacconi nell'intervista al Corriere della Sera, per Camusso tradiscono un "approccio paleoindustriale". "Nel nostro Paese c'è libertà contrattuale - ricorda - e sta all'autonomia delle parti decidere come si affrontano e come si risolvono i singoli contratti". Per questo, prosegue, "l'atteggiamento di un governo che dice 'io applico i vincoli che ho solo in ragione del fatto che voi facciate la contrattazione come dico io' mi pare un atteggiamento per un verso autoritario e per un verso anche sbagliato, perché introduce una limitazione della contrattazione di cui non si sente alcun bisogno e che non corrisponde a nessuna finalità".

E' attualmente in vigore una legge sulla detassazione di secondo livello, ricorda Camusso, "e lui ha un onere che è quello di applicarla e di applicarla correttamente. Dovrebbe applicare delle norme che sono già in vigore - a suo avviso -, non può utilizzarle per ricattare rispetto al mantenimento di quella che, mi pare evidente, è una logica di divisione sindacale".

24/08/2009

fonte rassegnasindacale