Badanti, regolarizzazione sul web
Il modulo da compilare può essere scaricato dal sito del Viminale. «Procedura semplice»
ROMA - Un modulo da scaricare dal sito del Viminale: ecco come regolarizzare colf e badanti via Internet. Dopo il pagamento del contributo di 500 euro per ciascun lavoratore, possibile già dal 21 agosto scorso, dal primo al 30 settembre i datori di lavoro potranno fare domanda online per l'emersione dal lavoro nero dei loro collaboratori familiari. La procedura informatica è stata illustrata, al Viminale, alle associazioni e ai patronati interessati. Nella riunione, secondo quanto riferisce Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico aderente a Confedilizia), sono stati approfonditi e risolti alcuni problemi sorti in relazione alla nuova normativa. E la procedura viene definita «semplice e veloce» da un altro partecipante all'incontro, Pino Gulia del Patronato Acli.
VIA MAIL - «Il modulo - spiega Gulia all'Ansa - sarà on line dal primo settembre e fino al 30 del mese». Ovviamente, chi vorrà procedere alla regolarizzazione dovrà aver già pagato i 500 euro della cosiddetta «dichiarazione di emersione». Una volta inviata via mail la domanda, il datore di lavoro riceverà, sempre per posta elettronica, l'acquisizione della domanda da parte del Viminale. Entro 72 ore, poi, arriverà sempre via mail la ricevuta con i dati del datore di lavoro e del lavoratore, che dovranno ovviamente combaciare con quelli del modulo F24 con il quale si sono pagati i 500 euro. Una copia di questa ricevuta va data al lavoratore: insieme al suo documento di identità: servirà a dimostrare, a un eventuale controllo, che la persona è in attesa di regolarizzazione. Il datore di lavoro sarà poi convocato presso lo Sportello Unico Immigrazione per portare tutta la documentazione necessaria. E qui entrano in gioco patronati e associazioni, «che - ha riferito Gulia - sono stati invitati dal Viminale a verificare attentamente la documentazione dei richiedenti che si rivolgono a loro per aiuto nella domanda, affinché siano evitate dichiarazioni false o non rispondenti ai requisiti».
fonte. corriere.it