martedì 24 novembre 2009

Umbria Olii, al via il processo


OGGI, martedì 24 novembre, – a tre anni meno un giorno dalla tragedia e dopo un vero percorso ad ostacoli fino al rinvio a giudizio – prende finalmente il via a Spoleto (Pg) il processo per una delle più drammatiche stragi sul lavoro della recente storia italiana.


Il 25 novembre 2006, un sabato, è quasi ora di pranzo quando 5 operai di una piccola ditta metalmeccanica stanno effettuando dei lavori di manutenzione sui silos della Umbria Olii, oleificio tra i più grandi d'Europa, situato a Campello sul Clitunno, piccolo paese della valle umbra. Improvvisamente due dei giganteschi recipienti pieni di olio di oliva saltano in aria in un'esplosione terribile. Schizzano in cielo come fuochi d'artificio mentre a terra si sviluppa un incendio devastante dal quale si alza una colonna di fumo nero che viene avvistata a chilometri e chilometri di distanza. I corpi di 4 dei 5 lavoratori che stavano riparando i silos sono scomparsi, volati in cielo insieme alle lamiere e poi bruciati. I pezzi di 2 di loro verranno ritrovati a centinaia di metri di distanza, soltanto dopo ore di ricerche. Ci vorrà ancora più tempo per spegnere l'incendio. Quei lavoratori si chiamavano Maurizio Manili, Tullio Mottini, Vladimr Todhe e Giuseppe Coletti.

Oggi, martedì 24 novembre, – a tre anni meno un giorno dalla tragedia e dopo un vero percorso ad ostacoli fino al rinvio a giudizio – prende finalmente il via a Spoleto (Pg) il processo per una delle più drammatiche stragi sul lavoro della recente storia italiana. Sul banco degli imputati un unico uomo, Giorgio Del Papa, amministratore delegato della Umbria Olii, accusato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e violazione a norme per la sicurezza del lavoro.

Davanti al Tribunale di Spoleto sarà presente con un presidio la Cgil che si è costituita parte civile nel processo. “La vicenda Umbria Olii è una battaglia emblematica che intendiamo portare avanti con tutte le nostre forze, perché i familiari dei 4 operai uccisi possano avere giustizia”, ha commentato nei giorni scorsi il segretario della Cgil di Perugia, Mario Bravi.

Ed emblematica la vicenda Umbria Olii lo è diventata soprattutto nel momento in cui Del Papa, al tempo unico indagato per la strage, ha presentato al tribunale civile di Spoleto una richiesta di risarcimento di 35 milioni di euro rivolta all'unico superstite e ai familiari delle vittime, compresi i figli minorenni. Per il proprietario di Umbria Olii la colpa del disastro è dunque da imputare ai lavoratori della Manili, alle stesse vittime.

Secondo i consulenti del Tribunale che hanno svolto la perizia nel corso delle indagini preliminari invece Del Papa avrebbe dovuto avvertire Manili e i suoi operai della pericolosità delle sostanze presenti nei sili della Umbria Olii, per scongiurare l'utilizzo del saldatore che ha innescato la terribile esplosione.

Il processo che si apre oggi parte comunque con una pesante incognita e potrebbe immediatamente fermarsi di nuovo, visto che ancora pende in Cassazione l'ultimo ricorso dell'imputato contro il giudice dell'udienza preliminare.
fonte: www.sirsrer.it