mercoledì 7 maggio 2008


il Gorilla

Il nuovo Parlamento, uscito dalle urne delle recenti elezioni politiche, per la prima volta nella storia del nostro Paese, non vedrà la presenza di una rappresentanza politica del mondo del lavoro dipendente; questo nuovo assetto dell’emiciclo parlamentare cercherà ugualmente di interpretare i bisogni e le necessità della classe proletaria, ma con un taglio analitico di tipo liberista calato su un mondo del lavoro completamente stravolto dagli effetti della competizione globale
Il lavoro ha ormai perso la sua centralità sociale, consegnatagli dal testo Costituzionale nell’immediato dopo guerra il primato di centralità, nell’era dell’Italia moderna, spetta al profitto e non al lavoro, quindi per coerenza bisognerebbe cambiare il testo della Costituzione Italiana e scrivere: l’Italia è una repubblica fondata sul profitto.
Sono sempre più rari i grossi insediamenti produttivi, mentre si moltiplicano le piccole o piccolissime aziende, alla produzione di un bene concorrono dipendenti di aziende diverse, di media e piccola dimensione, ( vedi FIAT con il suo indotto auto) , ai lavoratori di queste aziende vengono applicati Contratti Nazionali diversi secondo una logica di convenienza economica .
Il tessuto industriale di oggi si presenta come una costellazione di piccole o piccolissime aziende, dove il sindacato non c’è o stenta ad affermarsi, il rapporto tra azienda e lavoratori è di tipo paternalistico, l’aziendalismo tra i lavoratori è un fenomeno molto diffuso, accettano in silenzio regole vessatorie non scritte, ma ugualmente esigibili anche se esulano dagli articolati del Contratto nazionale di riferimento.
L’ ampio utilizzo di lavoratori precari, nei cicli produttivi, non genera quasi mai una stabilizzazione occupazionale, nonostante si consolidano i volumi produttivi che hanno giustificato la loro assunzione, questa tipologia di lavoratori vive il mondo del lavoro in estrema solitudine, sanno di non poter contare sulla solidarietà dei propri colleghi di lavoro, e sanno che l’azienda a loro chiederà di più che agli altri, anche il sindacato non è un punto di riferimento per loro; entrano ed escono dalle aziende senza lasciare traccia del loro passaggio, sono invisibili quando lavorano allo stesso modo in cui lo sono quando non trovano un impiego, precari nel lavoro nei rapporti umani negli affetti ; in poche parole “MODERNI”.
In alcuni casi lo sfruttamento si spinge oltre i limiti di decenza e di legge, il lavoro in nero diventa il perno di una strategia industriale, su cui l’azienda fa leva per competere sul mercato; vero e proprio sfruttamento fuori dal controllo delle autorità competenti, che raramente accertano tale irregolarità .
Il lavoro è diventato una merce, un bene da comprare dal miglior offerente, sui lavoratori si scarica il costo della competizione dei mercati globali, l’insieme di regole e tutele, conquistate dai lavoratori nel secolo scorso, sono considerate uno ostacolo da abbattere, a questo proposito il Contratto nazionale rappresenta un simbolo di unione e di forza dei lavoratori da cancellare , ridistribuisce ricchezza e diritti anche nelle aziende dove non c’è il sindacato, uno strumento di tutela collettiva insopportabile nell’era “MODERNA.”
Il sistema contrattuale nel nostro Paese ha sicuramente bisogno di una revisione, la situazione drammatica in cui versano salari e pensioni è la conseguenza di un meccanismo di moderazione salariale introdotta nell’ormai lontano luglio del 1993, quando per salvare l’Italia da una sempre più crescente crisi e svalutazione della moneta nazionale, si decise di scaricare costi e sacrifici , come sempre, alla classe sociale più debole, da quella data in avanti, in maniera esponenziale, le dinamiche di crescita di salari e pensioni si sono sganciate dal reale costo della vita, mentre i profitti delle aziende e le rendite finanziarie sono cresciuti a dismisura.
Il livello di ingiustizia sociale oggi ha delle dimensioni talmente evidenti che anche i poteri forti, del nostro sistema economica e politico, fanno fatica a nascondere, una sperequazione sociale diventata imbarazzante, secondo loro, la causa va ricercata nell’eccessivo prelievo fiscale, in poche parole la colpa è dello Stato, a cui si pagano troppe tasse, omettendo di dire che con le tasse si pagano i servizi essenziali ai cittadini, servizi dei quali loro possono permettersi di fare a meno; se venissero tagliati, per mancanza di fondi, genererebbero a loro volta povertà; mentre l’evasine del fisco rimane lo sport preferito dagli italiani che contano, occultano redditi e guadagni è si accaparrano ricchezze illecite che trasferiscono nei paradisi fiscali.
Insomma, e vero che non si arriva più alla fine del mese, ma i soldi per poter vivere del proprio salario in modo dignitoso, “NON SI PENSI” di chiederli al mondo delle imprese o delle finanze; non hanno nessuna intenzione di ridistribuire ricchezza, e se proprio devono, allora devono guadagnarci il doppio di quanto ti anno dato, “Per aumentare i salari è necessario un incremento di produttività la dove si crea ricchezza, cioè in azienda” tradotto significa: vieni a chiedermi i soldi dove sei solo e meno tutelato ed io mi porto a casa maggiori profitti dal tuo lavoro.
Occorre mantenere in vita il Contratto Nazionale, rinnovarli nei tempi giusti , ridargli vigore e autorità contrattuale, per adeguare i salari al reale costo della vita, per ridistribuire la ricchezza accumulata in questi anni nelle tasche delle imprese, per sancire diritti e restituire dignità a chi lavora; tutto questo deve essere fatto a livello nazionale perché e li che oggi si deposita la maggiore garanzia per i lavoratori .
Si deve lavorare per unire ciò che la globalizzazione economica ha diviso, ricostruire le filiere produttive e raggrupparle coerentemente sotto lo stesso Contratto, fare contrattazione di secondo livello in tutte le aziende, dove non c’è il sindacato instaurare un livello di contrattazione di sito o territoriale in modo da ricucire il tessuto contrattuale con le piccole aziende che si sottraggono alla contrattazione collettiva.
Temo invece che le ricette che usciranno dal Parlamento per una società moderna, avranno ben altre intenzioni, faccio alcuni esempi:
Mercato del lavoro libero da vincoli di garanzia per i lavoratori quindi: tutti licenziabili senza giusta causa, non sarà più necessario stipulare contratti a tempo determinato, in questo caso si potrà assumere con contratti a tempo indeterminato.
Detassazione degli straordinari, moderna formula di incremento salariale, devi affrontare il rincaro dei prezzi? Basta lavorare 12 ore al giorno e risolvi il problema dell’aumento dei prezzi.
Meritocrazia come elemento aggiuntivo della tua busta paga, se sei meritevole quindi : fai gli straordinari, non ti ammali, non pretendi troppa attenzione, lavori per due e giuri fedeltà assoluta alla tua azienda potrai sperare in un aumento al merito .
Dimenticavo: cerca di renderti simpatico con chi deve giudicare i tuoi meriti .
Revisione del sistema contrattuale in chiave moderna, Contratto Nazionale depotenziato, con il solo compito di adeguare il salario all’inflazione programmata dal Governo, nessuna redistribuzione di ricchezza a livello Nazionale, questa è delegata a livello aziendale dove si produce ricchezza detassata, se poi il rapporto di forza è tutto sbilanciato nelle mani dell’azienda porti a casa le briciole, se invece non esiste il sindacato e non hai forza contrattuale, ti resta lo straordinario e il merito come unico strumento per resistere al caro vita.
Pensioni e sanità sempre più private, l’ausilio delle finanze pubbliche ridotte al lumicino, per effetto della riduzione delle aliquote fiscali e dell’evasione fiscale perseguita solo a parole.
Revisione del testo unico sulla sicurezza dei posti di lavoro, meno vincoli e sanzioni, meno partecipazione attiva degli RLS alle politiche preventive, le notizie sulle morti bianche saranno filtrate dagli organi di informazione per non creare allarmismo; il continuo ricorso allo straordinario aumenta l’incidenza del rischio,i tempi di lavoro intensificati dal crescente incremento di produttività aumenta l’incidenza del rischio, la precarietà aumenta l’incidenza del rischio, la mancanza di formazione e informazione aumenta l’incidenza del rischio; queste argomentazioni saranno bandite dai ragionamenti sulla sicurezza, bollandole come vecchi ritornelli ideologici comunisti.
Il lavoro moderno ha bisogno di gorilla ammaestrati che svolgono il lavoro punto e basta, obbedienti ed instancabili, non serve pensare, ragionare, partecipare, il tempo libero serve solo per recuperare la stanchezza e inutile sognare un futuro migliore a questo provvedono loro, al gorilla basta soddisfare solo il suo istinto di sopravvivenza giorno per giorno, alle persone questo ovviamente non basta e questo è un limite alla MODERNITA’.