martedì 18 novembre 2008

Kragujevac arriva la FIAT



POST TRATTO DA “metropoLiS

 

 

Appunto di Fulvio Perini dopo la visita dal 15 al 19 ottobre 2008

Prima a Belgrado e, poi, anche a Kragujevac il mercato è arrivato. Si costruiscono palazzi e si insediano supermercati. In queste settimane è stato abbattuto il vecchio villaggio operaio di baracche di legno, il loro storico “villaggio Leuman”, per far posto ad un centro commerciale. Simbolicamente, si è salvata solo la casa più bella che, ai tempi vedeva abitare chi aveva responsabilità di comando; ma non il direttore che viveva nella palazzina in stile liberty che sta a lato del vecchio ingresso della fabbrica Zastava e che ora ospita gli uffici dei due sindacati aziendali.

Allora i lavoratori cominciano a stare bene, non c’è più bisogno di aiutarli.

Anche in Serbia c’è un ufficio di statistica nazionale che, proprio in ottobre, ha pubblicato i dati sul valore del paniere per i consumi di una famiglia tipo: 55.000 dinari. Un operaio della Zastava, se lavora tutto il mese, guadagno circa 20.000 dinari, 250 euro. Per rientrare nel livello di consumi medio previsto dal paniere ufficiale bisogna essere in due a lavorare in famiglia.

Ora arriva anche la Fiat. Dopo aver totalmente abbandonato gli stabilimenti auto e camion, ritirando la quota azionaria di minoranza e dopo essersi fatta pagare i debiti per antiche forniture, adesso compera tutto. Finora sono stati annunciati tre accordi: uno per il settore automobili, uno con l’Iveco per i veicoli industriali (sembra per la produzione di autobus) ed uno con la Marelli per produzioni di componentistica. È un bel cambiamento, sino ad oggi il governo serbo non aveva mai comperato un autobus dalla Zastava neppure per i servizi pubblici, mentre per le auto della polizia aveva preferito le nuove “Peugeot 204” alle vecchie “Zastava Yugo”.

Ora, finalmente, lo stato serbo è impegnato: il 29 settembre 2008 è stato siglato l’accordo tra la Fiat ed il governo per le nuove produzioni automobilistiche (per Iveco e Marelli, gli accordi, se ci sono, non sono ancora noti). Per la produzione di automobili verrà costituita una nuova società di proprietà al 66% di Fiat Auto ed al 33% dello stato. Il presidente del sindacato autonomo Zastava mi ha letto, nell’incontro che ho avuto il 16 ottobre 2008, alcune frasi contenute nell’accordo che aveva sottolineato:

1.   Per favorire il nuovo insediamento la nuova società, a maggioranza Fiat, non pagherà tasse allo Stato centrale ed al Comune di Kragujevac per i prossimi 10 anni;

2.   Lo Stato è impegnato a rimuovere tutti i vecchi impianti ed a bonificare ecologicamente il sito produttivo (lavoro già in corso con la supervisione di una società svizzera) in modo da predisporlo per i nuovi investimenti;

3.   Lo Stato si impegna a non far entratre più alcun lavoratore della vecchia Zastava nel nuovo sito produttivo, ad eccezione dei lavoratori assunti dalla nuova società;

4.    lo Stato è impegnato ad informare “in modo ragionevole” i lavoratori della Zastava dei contenuti dell’accordo.

Così la Fiat farà la nuova automobile “low cost” (a basso costo): with “low salary” and “zero tax” (a basso salario ed a zero tasse).

Nell’accordo non viene indicato il numero di lavoratori occupati; nelle notizie di agenzia, in Italia, si è parlato di 4/5.000 lavoratori, concretamente, nei prossimi anni, saranno occupati circa 1.000 addetti. Ora, alla Zastava Auto sono occupati circa 4.500 lavoratori (3.700 a tempo indeterminato e gli altri con un contratto che noi, qui in Italia, chiameremmo di “job calling”, il “lavoro a chiamata”. La modalità di selezione avverrà con colloqui personali.

Cosa succederà dei lavoratori in più? L’unica cosa certa, perché scritta nell’accordo, e che lo Stato serbo, proprietario di una società senza più scopi produttivi denominata Zastava automobili, non permetterà più ai sui dipendenti di varcare le recinzioni della fabbrica.

Il sindacato è stato escluso da ogni accordo, finalmente il governo serbo ha imparato da quello (di destra) italiano, quando il ministro Marzano escluse i sindacati dall’accordo di programma tra Stato italiano e la Fiat, all’inizio dell’ultimo ciclo della crisi dell’azienda.

Sul futuro dei lavoratori esclusi si fanno solo delle ipotesi: una è che sia lo Stato serbo a farsi carico di questi lavoratori attraverso una sorta di cassa integrazione guadagni pari al 60% dell’ultimo salario (150 euro mensili) ed una seconda prevede invece la stessa soluzione adottata l’anno scorso per i 4.000 e più lavoratori del “collocamento Zastava” (lavoratori licenziati, con una indennità di disoccupazione, in attesa di nuove proposte di lavoro, mai arrivate, offerte da un ufficio collocato presso la Zastava stessa), mandati definitivamente a casa con un indennizzo pari a 200 euro per ogni anno di anzianità di lavoro con la possibilità di pagarsi volontariamente i contributi per la pensione. L’anno scorso il sindacato autonomo dei lavoratori della Zastava si battè con lotte, occupazioni di strade e manifestazioni a Belgrado (sfilavano per la capitale con le loro bandiere assieme a quelle della pace e della Cgil e dell’Arci) ma fu sconfitto.

Ora la situazione è ancora più dura, nei prossimi mesi sapremo.