mercoledì 12 novembre 2008

Sciopero generale il 12 dicembre



TORINO 11/11/2008 - «Serve una mobilitazione generale che raccolga tutte le iniziative di protesta e duri nel tempo». La Fiom muove verso lo sciopero generale per chiedere un cambio di marcia per fronteggiare la condizione di disagio che riguarda migliaia di lavoratori, ultimo anello della catena produttiva, che stanno subendo gli effetti più pesanti dello tsunami che ha colpito anche l’economia italiana. A chiedere lo sciopero generale è stato ieri il segretario della Fiom di Torino Giorgio Airaudo davanti alla platea dei delegati del Piemonte riuniti al Sermig. La crisi coinvolge quasi 25mila lavoratori in provincia di Torino. Considerando anche le famiglie, circa 70mila torinesi vivono ormai con redditi sempre più vicini alla soglia di povertà.«La priorità in questo momento - ha detto Airaudo - è fermare i licenziamenti in corso ed evitare la chiusura delle imprese. Serve inoltre un’estensione della cassa integrazione». Agli imprenditori il leader Fiom ha detto che «non hanno certo brillato per lungimiranza», e al contrario «abbiamo visto molti imprenditori che poi si sono trasformati in speculatori». Il punto è quindi gestire «la forte emergenza sociale - ha aggiunto il segretario generale Gianni Rinaldini - per la quale serviranno ingenti risorse».I metalmeccanici della Cgil hanno l’olfatto più sensibile di altri per percepire gli umori della piazza. Per questo guardano oltre lo steccato delle mobilitazioni di categoria e aprono i cordoni della protesta ai lavoratori pubblici e agli studenti. All’appuntamento di ieri hanno preso la parola, tra gli altri, uno studente universitario dell’Assemblea no-Gelmini e il segretario della Funzione pubblica della Cgil Salvatore Chiaramonte.Rinaldini ha confermato: «Siamo in contatto con la Funzione pubblica perché il 12 dicembre (mobilitazione nazionale della Fiom, ndr) potrebbe diventare lo sciopero nazionale dei metalmeccanici e del pubblico impiego». Oggi e domani «abbiamo il direttivo nazionale della Cgil. È evidente che il moltiplicarsi di iniziative come quelle degli ultimi giorni richiedono un percorso che porti allo sciopero generale e che permetta alla protesta di durare nel tempo». Aggiungendo le energie fresche degli studenti - è il ragionamento - la mobilitazione si allargherebbe a quelle fasce di popolazione che raramente trovano contatto con il sindacato.A Torino nel frattempo resta da gestire l’emergenza delle 391 aziende metalmeccaniche che hanno dichiarato la crisi nel corso del 2008. Non solo Fiat e indotto, ma anche piccole e medie imprese che hanno avviato procedure di cassa integrazione e mobilità. Il settore dell’auto «è il paradigma della situazione mondiale», ha spiegato Rinaldini. Al punto che «dal 15 dicembre al 12 gennaio si fermeranno tutti gli stabilimenti d’Europa».«Probabilmente - ha concluso il segretario Fiom - siamo di fronte alla crisi più grave dal Dopoguerra ad oggi. È entrato in crisi un intero modello di sviluppo e di crescita che ha segnato gli ultimi decenni, un modello che tiene assieme basse retribuzioni, la deregolazione del lavoro, la precarietà nelle sue forme molteplici, con un sistema dei consumi fondato sul credito». Le mobilitazioni della Cgil proseguiranno nei prossimi giorni. Dopo lo sciopero del pubblico impiego lo scorso venerdì, il prossimo appuntamento è lo sciopero generale di Torino, indetto dalla Confederazione generale per il 21 di novembre.

Alessandro Barbiero