domenica 28 dicembre 2008

cancellata la gratuità del processo del lavoro





Il governo ha introdotto un emendamento che cancella la gratuità del processo del lavoro

Una norma che colpirà solo i lavoratori, che dovranno pagare oltre 100 euro per poter agire in giudizio e tutelare i propri diritti. E' paradossale che cio' accada in un momento di crisi economica e chiediamo, quindi, di eliminare un'odiosa tassa contro la tutela dei diritti dei lavoratori". Lo dichiara Bruno Sazzini, segretario dell'Associazione nazionale forense, secondo il quale "in un momento di grande crisi economica, si stanno mettendo in atto provvedimenti che andranno a colpire ulteriormente solo i lavoratori" L'articolo 26 del disegno di legge in materia di lavori usuranti collegato alla Finanziaria, spiega Sazzini, attualmente all'esame del Senato, "prevede che per le cause di lavoro venga introdotto il contributo unificato di 103,30 euro. Fino a questo momento le cause di lavoro erano gratuite, proprio per mettere i dipendenti nelle condizioni di adire le vie legali in caso di torti subiti sul posto di lavoro. In un momento di recessione economica e di grave crisi, un provvedimento del genere non fa altro che colpire i lavoratori, dipendenti e non, che per chiedere giustizia dovranno mettere mano a risorse economiche magari gia' esigue".Lo stesso provvedimento, sottolinea l'Anf, prevede che per le stesse cause vi sia l'esenzione da bollo, imposta di registro e da ogni altra tassa o spesa e le due disposizioni sono in contraddizione come osserva il dossier del centro studi del Senato allegato al ddl.

Per questi motivi, l'Associazione nazionale forense chiede all'esecutivo e alle aule parlamentari di rivedere la norma. (AGI)

Tratto dal sito del sirs