venerdì 12 dicembre 2008

Sciopero Cgil, in Piemonte 100 mila in piazza



In Piemonte grande successo di partecipazione e di adesione nelle aziende e nelle fabbriche per lo sciopero generale indetto oggi dalla Cgil contro la crisi e contro il Governo. E’ la stessa confederazione piemontese a darne notizia comunicando che in tutto il Piemonte lavoratori, pensionati, precari, studenti hanno partecipato alle manifestazioni e ai cortei nei capoluoghi di provincia che hanno coinvolto circa 100mila persone, delle quali 50mila a Torino. In moltissime aziende piemontesi le adesioni allo sciopero sono state il doppio, e in alcuni casi anche il triplo degli iscritti della Cgil.

La manifestazione più grande – informa sempre la Cgil - si è svolta a Torino, con 50mila persone tra lavoratori, pensionati, studenti, precari che hanno sfilato da Piazza Vittorio a Piazza Castello, dove si tenuto l'intervento conclusivo di Enrico Panini, segretario nazionale Cgil. Il corteo era aperto da tre palle di neve (di un metro di diametro), metaforica interpretazione della "valanga" della crisi, e dallo striscione con lo slogan "contro la valanga della crisi più lavoro, più salario, più pensioni, più diritti". Tra i moltissimi cartelli di protesta particolarmente significativo quello contro la social card, rappresentata da una tessera annonaria, e dalla scritta: non elemosina ma diritti, non vogliamo la tessera del pane ma la detrazione fiscale.

Prima dell'intervento di Panini, la piazza ha osservato un minuto di silenzio per non dimenticare la tragedia delle morti sul lavoro, un'attenzione che la Cgil ha allargato anche alla memoria di Vito Scafidi, il ragazzo 17enne morto il mese scorso nel crollo della scuola di Rivoli. Nel suo intervento Panini ha sottolineato che "la crisi sta cambiando il volto delle città e la vita delle persone, delle famiglie, aggredendo con tremenda durezza centinaia di migliaia di precari e di lavoratori atipici", e ha ribadito le richieste della Cgil al Governo con un piano che "investendo oltre 20 miliardi di euro sostenga l'occupazione, il reddito, lo stato sociale".
E parlando di Torino, ha affermato che "la cassa integrazione a novembre è più che raddoppiata rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Oltre 240 aziende non ci sono più e per un numero quasi uguale di aziende questa sarà l'ultima settimana di lavoro". "Questa città, un punto di riferimento fondamentale per l'intero Paese - ha continuato Panini - rischia di scomparire così come l'abbiamo conosciuta e di essere ridimensionata per funzioni e ruolo. E' un prezzo che noi per Torino e per il Paese non siamo disponibili a sostenere: Torino, purtroppo, è l'emblema di questa crisi". Parlando della Fiat, Panini ha sottolineato che "le dichiarazioni del dottor Marchionne relativamente a una possibile vendita della Fiat sono molto, molto preoccupanti. Cominciamo con il dire che fatti di questa rilevanza non possono essere affidati a dichiarazioni sui giornali. Ma aggiungiamo anche che tutto questo non può essere sottovalutato ed il governo se ne deve occupare. Sarebbe sufficiente che dedicasse la metà del tempo utilizzato per intervenire sui temi della giustizia". "Le nostre priorità sono altre - ha proseguito Panini - Altro che la riduzione programmata delle retribuzioni che Confindustria vorrebbe farci firmare con le sue linee guida sulla contrattazione".