giovedì 19 febbraio 2009

NO AI DIRITTI NEGATI






La CGIL è impegnata dentro e fuori i luoghi di lavoro per contrastare e cambiare le politiche del
Governo e le posizioni di Confindustria su:

i temi della crisi economica e produttiva


 i contenuti dell’Accordo separato siglato il 22gennaio scorso.

L’Italia è attraversata da una pesante crisi.
Il nostro territorio è drammaticamente il più colpito:circa 50.000 persone sono tutti i mesi coinvolte dalla cassa integrazione; nel mese di gennaio 1.677 lavoratrici e lavoratori sono stati iscritti alle liste di mobilità (licenziati); circa 10.000 precari sono stati lasciati a casa; le assunzioni
(anche quelle precarie) sono calate del 15% negli ultimi 3 mesi; i/le migranti regolari perdono il
posto e rischiano l’espulsione. Oltre 2.000 personesono in attesa che il Governo sblocchi i fondi
per la CIG in deroga.

• Le decisioni concrete tardano a venire, così l’Italia rallenterà ulteriormente rispetto al resto
d’Europa dove si è già intervenuti con manovre economiche e scelte industriali;

• Con mesi di ritardo, e solo grazie alle nostre mobilitazioni, il Governo ha finalmente riconosciuto
l’esigenza di ammortizzatori sociali per i precari e per i settori che ne sono privi. Le procedure sono difficili e lunghe. Il Governo deve dare SUBITO la sua parte di risorse perché in tutti i territori migliaia di persone da mesi non ricevono nessun sostegno al reddito.
La cassa integrazione si prolungherà nel tempo ed aumenterà: chiediamo che venga aumentato
da subito il tetto che riduce a 750 euro la retribuzione netta mensile, una cifra troppo bassa che non consente di vivere. SERVE un provvedimento anche per i lavoratori precari pubblici che non hanno nessuna tutela.
• Le misure per il sostegno al reddito sono inadeguate o episodiche, come il bonus alle famiglie,
la social card che continua a dimostrare i limiti di diffusione e di utilizzo, mentre i tagliagli Enti Locali, alla sanità, all’assistenza pesano sulle famiglie e riducono il ruolo e lavoro pubblico.

Per la CGIL sono invece indispensabili, da subito, risposte per tutti i settori attraversati dalla crisi, il rilancio degli investimenti nelle infrastrutture, una politica per la crescita dei redditi da lavoro e delle pensioni.

Il 22 gennaio scorso, a Palazzo Chigi, il Governo ha scelto di non dare risposte alla crisi e di forzare per raggiungere un Accordo separato sugli assetti contrattuali. La CGIL ha detto no a quell’Accordo perché, tra l’altro:
• non tutela i salari;
• indebolisce la contrattazione, a partire dalle deroghe che peggioreranno i contratti nazionali e dalla limitazione dell’autonomia contrattuale delle categorie;
• limita arbitrariamente il diritto di sciopero, attraverso una misurazione della rappresentatività noncondivisibile.

Di conseguenza, la CGIL:
• chiede ai lavoratori e ai pensionati di esprimersi con un voto sull’operato del Governo e delle
parti sociali.
• conferma la mobilitazione a sostegno di scelte diverse per affrontare la crisi e contro l’Accordo
separato e convoca:

LA MARCIA per il LAVORO e per la DIFESA del CONTRATTO

sabato 28 febbraio 2009-ore 9.30 in piazza Vittorio Veneto
corteo e comizio in Piazza Castello