lunedì 23 febbraio 2009

SICUREZZA NEL LAVORO NELLA CRISI




SICUREZZA NEL LAVORO NELLA CRISI ECONOMICA E SOCIALE. IL DISEGNO DEL MINISTRO SACCONI

Grandi temi della vita e della morte sono stati al centro della comunicazione mediatica di queste settimane. Sono temi che animano passioni e coagulano schieramenti contrapposti incapaci di trovare sintesi ragionevoli in grado di garantire la coesione sociale tanto più necessaria in una fase di crisi di sistema. Le ragioni della ragione, la pietas e il rispetto dell'altro in questi frangenti stentano ad emergere o vengono sommersi dal rumore di fondo della diatriba, nel contempo il fiato gelido della  crisi avvolge e oscura i fatti correnti della vita quotidiana di migliaia di uomini e donne  che temono per il lavoro che stanno perdendo o perdono la speranza di averne uno in futuro. E' in questo scenario che il governo, senza una opposizione organizzata che ne mitighi le dissennatezze, procede a tappe forzate per destrutturare le regole che hanno garantito negli ultimi decenni la dignità dei lavoratori dipendenti , dal contratto nazionale al diritto individuale  di sciopero ... Affrontiamo in questo articolo soltanto gli aspetti che riguardano l'attuazione del dettato normativo D.lgs 81/08 in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Gli interventi del governo per smontare le innovazioni del d.lgs 81 sono in atto da tempo. Con il decreto milleproroghe che va al voto di fiducia alla Camera in queste ore vengono rinviati adempimenti e procedure già in prorogatio al 1 gennaio 2009  al 16 maggio 2009. Le gravi  scelte di rinvio, previste nel "milleproproghe", assumono poi un significato ben più allarmante se prendiamo in esame anche il conflitto interistituzionale non ancora emerso pienamente alla luce del sole riguardante il rapporto tra Conferenza delle Regioni, Province Autonome e Governo. Quali sono i fatti e quali le mancate azioni e risposte del Governo ? Le Regioni e le Province Autonome avevano inviato al Ministero del Lavoro i nominativi dei propri componenti per l'attivazione dei tavoli previsti al Capo II  "Sistema Istituzionale" del titolo I° , costituenti il sistema di governance interistituzionale per l'attuazione della norma . Così come avevano riconfermato la disponibilità degli esperti regionali per il proseguimento della attività dei gruppi tecnici finalizzata alla revisione del decreto 81/08. Orbene, a fronte di queste disponibilità della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome si registra la mancata attivazione  da parte del Ministero del Lavoro dei tavoli ex art.5 "Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro", dell'art.6 "Commissione consultiva permanente  per la salute e la sicurezza sul lavoro" e per l'art.12 sull'istituto dell"Interpello". E' palese che con la mancata attivazione del tavolo previsto dall'art.5 si inibisce  il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza tra Stato e Regioni impedendo in tal modo la realizzazione di azioni congiunte. In modo analogo la mancata attivazione della Commissione di cui all'art.6 ostacola la definizione di criteri e modalità tramite i quali realizzare programmi concordati di prevenzione e promozione in ambito lavorativo. Per quanto riguarda poi  l'Istituto dell'Interpello siamo  al grottesco: la norma rischia, in breve tempo,  di venire reinterpretata e riscritta tramite una pioggia  "mirata" di interpelli cui risponde un dirigente del Ministero. Le tematiche riguardanti salute e sicurezza hanno una sede propria nella Commissione per gli interpelli  ex art.12 D.lgs 81/08 che non è  la Commissione ex.art.9 della Legge 124/04.  La reiterazione di risposte date dal Ministero a interpelli è di dubbia legittimità.
E' palese il malessere generato da questa gestione "creativa" delle norme da parte del Ministero che dovrebbe  attivare immediatamente la Commissione specifica competente.
D'altra parte il Ministro non ha fatto mistero delle sue opinioni in materia che cerchiamo di riassumere così: 1) il d.lgs 81/08 deve essere completamente riscritto con un intervento su diverse parti 2) secondo il ministro è necessario  togliere alle Regioni governo e governance del tema  della salute e sicurezza sul lavoro riportando la totale competenza  allo Stato centrale con la istituzione di una Agenzia centrale. 3) il ministro vuole  un ruolo più pesante degli Enti bilaterali  con l'assegnazione ad essi  di funzioni anche di certificazione e vigilanza. Un modello neocorporativo  che trasforma ad esempio i Rlst da rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza a tecnici dipendenti  dall'Ente bilaterale... con quello che ne consegue. Quindi, a parere di chi scrive,  non siamo di fronte a ritardi dovuti alla nota viscosità della burocrazia dello stato centrale: i ritardi, le mancate attivazioni sono parte integrante della strategia per svuotare il d.lgs 81/08 e fare spazio tra breve al  "nuovo" modello di Testo Unico voluto dal Ministro Sacconi, quello già bocciato dal Consiglio di Stato nel 2004. 
Gino Rubini Bologna 19 febbraio 2009  
fonte:.diario-prevenzione.it


la lettera che il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha inviato al ministro Sacconi si può consultare nella sezione prevenzione e sicurezza
S.