giovedì 5 marzo 2009

STRESS LAVORO CORRELATO



Lo stress lavoro correlato è divenuto occasione, in ragione degli adempimenti previsti dal d.lgs81/08, per l'espandersi di un business molto ampio col quale si stanno misurando seri professionisti, psicologi, medici competenti, esperti di organizzazione del lavoro. In parallelo si moltiplicano operazioni condotte da personaggi con pochi scrupoli che propongono "sistemi esperti" informatici "fai da te", ove con la compilazione di qualche form si attiva la stampa del documento di valutazione dei rischi..segue articolo 



Stress lavoro correlato al mercato ovvero il mercato dei test di valutazione dello stress lavoro correlato 

Lo stress lavoro correlato è divenuto oggetto, in ragione degli adempimenti previsti dal d.lgs81/08,    dell'espandersi  di un business improvviso col quale si stanno misurando seri professionisti, psicologi, medici competenti, esperti di organizzazione del lavoro. In parallelo si moltiplicano operazioni condotte da personaggi con pochi scrupoli che propongono "sistemi esperti" informatici "fai da te", ove dopo  la compilazione di qualche form si attiva la stampa del documento di valutazione dei rischi....

La scadenza del 16 maggio 09, già  in proroga, ha posto in affanno Responsabili del personale, Rspp e sovrattutto Medici competenti che, per adempiere all'obbligo,  si affrettano ad ingaggiare   psicologi più o meno  freschi di laurea nella speranza di rimediare una ventina di paginette nuove di zecca  da allegare al DVR, vetusto e polveroso...

Tutta questa agitazione   ha rivitalizzato anche  editori più o meno  specializzati  che avevano nei cataloghi batterie di test su base cartacea ancora incellofanate che ora possono  essere smerciate rapidamente liberando metri cubi di magazzino.

Le batterie di test con le quali saranno bersagliati i lavoratori e le lavoratrici hanno qualità  diverse e con prezzi diversi.

Si va  dai software test più economici ( 299 euro + iva ) pagabili anche con paypal che promettono  queste virtu fondamentali: 
- realizzi rapidamente la valutazione rischi stress lavoro-correlato
- eviti le sanzioni previste dal Dlgs 81/2008
- puoi utilizzare il prodotto per migliorare l'ambiente di lavoro
- puoi impiegare il prodotto per un numero illimitato di lavoratori e di aziende (versione per consulenti)     
(dal sito che offre il prodotto,  un piccolo editore emiliano )

In buona sostanza un prodotto come quello sopra descritto equivale, come qualità e  valore d'uso, alle cinture di sicurezza dipinte sulle T-SHIRT in uso a Napoli qualche tempo fa.  Anche questi prodotti diversamente impresentabili avranno purtroppo spazio nel  mercato delle PMI e degli artigiani che temono le sanzioni.
Saliamo di qualità con altri prodotti sempre di software,  molto più ragionati,  che propongono un percorso di valutazione generale d'azienda, di mansione e di reparto, uno strumento che può agevolare la compilazione di una analisi un pò più seria del fenomeno. 

Infine entriamo nell'area dei prodotti seri e professionali, in gran parte derivanti dal mondo anglosassone, testati negli USA o in altri paesi e/o adattati da studiosi italiani.
In questi casi il costo è molto più elevato in quanto include la  elaborazione dei risultati che viene  svolta da equipes di psicologi professionali che conoscono in profondità il test ( costo circa 3000 euro più iva per 50 questionari ).
Alcuni di questi prodotti sono gestibili  giustamente soltanto da professionisti abilitati.
L'elenco di questi questionari sono  bene indicati nella presentazione della Dott.ssa Ballottin di Verona  in un recente Convegno

( vedi documento METODOLOGIE DI VALUTAZIONE DEI RISCHI STRESS LAVORO CORRELATO ): 

  JCQ - Job Content Questionnaire (Karasek 1998) robert_karasek@uml.edu
 • QUESTIONARIO ISPESL “le persone ed il lavoro” emanuela.fattorini@ispesl.it
PSS – Perceived Stress Scale (Cohen et al. 1983)
OSI - Occupational Stress Inventory (Cooper et al. 1988)
JSQ - Job Stress Questionnaire (Hurrel 1988, NIOSH)
OSQ - Occupational Stress Questionnaire (Elo et al. 1992)
JSS - Job Stress Survey (Spielberg 1994)
OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005)
ERI - Effort Reward Imbalance (Siegrist, 1996)
Benessere organizzativo PA – cantieri (Avallone 2004)
(Q-Bo) - Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nella prospettiva del benessere organizzativo (De Carlo 2008)
 
Oltre al mitico JCQ di Karasek rivolto in particolare a dirigenti e ruoli intermedi sembra emergere OSI. Anche questo strumento richiede competenza e appropriatezza nell'uso e non può essere propinato indiscriminatamente e da apprendisti psicologi come traspare da questo forum che abbiamo rintracciato per caso in rete . 
Cosa intendiamo dire ?
La valutazione del rischio  stress lavoro correlato sta diventando una sagra abbastanza disordinata e per certi versi un pò dilettantesca che si può riassumere in una distribuzione di questionari per lo più pensati per funzioni dirigenziali propinata a lavoratori ignari delle finalità e del senso dell'indagine cui vengono sottoposti. Tutto ciò avviene in molte aziende in queste settimane scandite dal soffio gelido della crisi, della cassa integrazione e  della incertezza per il proprio futuro. Altro che stress lavoro correlato, il clima è tale per cui la stessa compilazione  di un  questionario aziendale  peraltro nominativo,  in diversi casi, alimenta tra i lavoratori fantasie negative e ansie  : " perchè mi fanno queste domande ?" " tutta questa manfrina non servirà a selezionare chi resta e chi viene mandato in CIG ?" eccetera.
E' verosimile affermare che un'ampia schiera di psicologi che poco conoscono il mondo del lavoro, improvvisamente,  si sono trovati consulenti di medici competenti pressati dai dirigenti aziendali che vogliono "le carte in ordine" per il 17 maggio mattina. Questi professionisti memori di qualche lezione e seminario all'università hanno pensato bene di ridurre la valutazione del rischio stress lavoro correlato alla propina di un qualche questionario che promette individuazione e "pesatura" del fenomeno sui singoli lavoratori. La valutazione del rischio rispetto a ruoli , mansioni e reparti e contesti organizzativi  viene sostitutita dalla ricerca "del lavoratore stressato" senza interrogarsi cosa serva per davvero fare per ridurre il fenomeno dello stress...

Analisi della organizzazione del lavoro, analisi della metrica adottata nelle postazioni di lavoro, carichi , ritmi, cadenze e scadenze, turni, complessità e governance delle relazioni tra lavoratori e preposti, tutto questo rischia di rimanere in ombra rispetto al processo di sanitarizzazione del disagio derivante da una organizzazione del lavoro a volte spietata e opprimente.

 Se non rientra in campo la contrattazione delle condizioni di lavoro che metta i lavoratori in condizione di contrattare la sostenibilità di ritmi, turni, carichi, relazioni con la gerarchia aziendale, ben poco si potrà ottenere dalle capacità di autoregolazione dell'impresa, tramite la valutazione del rischio stress, finalizzata a realizzare il benessere psicologico dei lavoratori. Le persone adulte in genere non credono all'esistenza della befana o di babbo natale...


Il primo passo per frenare questo bricolage psicologista è quello di porre un limite allo scorazzare di indagini sulle persone che lavorano cui viene chiesto "per il loro bene" di rendere disponibile a professionisti  che non  hanno scelto e che non sono di loro fiducia il proprio profilo psicologico. I questionari debbono essere anonimi: vedi la nota della Cgil nazionale che giustamente richiama lo spirito dell'Accordo. ( vedi Accordo)

Gran parte dei problemi di stress oggi presenti nelle aziende sono correlati a scelte organizzative e di gestione del personale: carichi di lavoro pesanti, turnazioni, svalorizzazione del lavoro e insicurezza sulle prospettive, problemi di stress la cui soluzione poco ha a che fare con inteventi di natura psicologica...

Il bisogno che abbiamo  di fare chiarezza su ciò che sta accadendo nei fatti non deve essere confuso come una reazione negativa rispetto alla validità dell'Accordo interconfederale europeo e italiano sulla gestione del problema stress.

L'accordo per essere attuato richiede una strategia di miglioramento delle relazioni sindacali, della qualità del management aziendale nella gestione della organizzazione del lavoro "stress sostenibile" che va bel di là della scadenza  16 maggio 2009. 

Ripetiamo, sotto il soffio gelido della crisi è difficile per ciascuno trattare questo tema con appropriatezza, sobrietà ed efficacia: il primo passo intelligente dei dirigenti aziendali,dei Medici competenti, Psicologi e affini, Rspp e Rsl sarebbe quello di programmare la valutazione del rischio stress lavoro correlato pensando ad un percorso che va ben oltre il 16 maggio, che non si conclude con le venti paginette fotocopiate da consegnare al datore di lavoro "perchè si senta in regola". 

Gino Rubini
Bologna 5 marzo 2009 

fonte diario di prevenzione