martedì 24 marzo 2009

TESTO UNICO



Le Regioni non ci stanno: così si ripetono le tragedie

di Francesco Sangermano

La tragedia di Barberino del Mugello, dove il 2 ottobre scorso morirono 3 operai precipitando da 40 metri di altezza, potrebbe ripetersi».

Enrico Rossi, assessore toscano alla sanità e coordinatore della commissione salute della Conferenza Stato-Regioni, lo dice senza mezzi termini. Il cammino intrapreso dal governo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro è pericoloso. «Dalle anticipazioni che abbiamo avuto, siamo molto preoccupati». Il motivo è semplice. «Sembrano prevalere due elementi - spiega Rossi - Da un lato l’attenuazione dei vincoli e delle sanzioni per la violazione delle normative relative alla sicurezza. Dall’altro la forte accentuazione dell’aspetto della bilateralità al punto che la stessa sembrerebbe farsi garanzia della certificazione della sicurezza stessa escludendo l’intervento pubblico».

Ecco allora che la mente ritorna a quel tragico pomeriggio di ottobre. «In seguito a quell’incidente - ricorda Rossi - abbiamo elaborato coi tecnici una “buona prassi” che però non è stata neppure presa in considerazione dal ministero, a cui la Regione Toscana l’ha inviata». Non solo. Perché adesso il governo intende riscrivere, senza il contributo delle stesse Regioni, il decreto legislativo 81 del 2008, vale a dire il Testo unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

«Il tutto - prosegue Rossi - dopo nemmeno un anno dalla sua emanazione. Un lasso di tempo, peraltro, di assoluta inoperosità da parte dell’esecutivo, che ha portato al progressivo snaturamento del decreto». Molti, infatti, sono i punti rimasti lettera morta. «Sono stati rinviati - spiega - sia l’aggiornamento del documento di valutazione rischi sia i decreti applicativi per i vari settori di attività. Il sistema informativo nazionale non è stato avviato, la “cabina di regia” che avrebbe dovuto governare con le Regioni le politiche per la sicurezza e la “commissione interpelli” non sono state insediate».

Adesso, sul tavolo, arrivano nuovi elementi tutt’altro che rassicuranti. «La tutela della salute è un diritto dell’individuo e un interesse della collettività. Non può essere concepita come un oggetto di trattativa ma deve essere ferma la posizione e la presenza dello Stato. Attenuare le sanzioni ed affidare ad enti bilaterali la certificazione della corretta applicazione delle norme di sicurezza va esattamente in senso opposto». Eppure il ministro Sacconi dice di non voler permettere a nessuno di dire che il governo abbassa la guardia... «Anche volendo - conclude Rossi - è francamente difficile credere alle sue parole».

23 marzo 2009

FONTE:L’UNITÀ