giovedì 2 luglio 2009

Giorgio Cremaschi - La rottura con la Cisl di Bonanni è strategica


Il segretario della Cisl ancora una volta adotta il linguaggio antico del sindacalismo rinunciatario. Su Il Sole-24 Ore elogia il governo, si allea con le aziende, rifiuta qualsiasi manifestazione. Siamo al punto che la Cisl si rifiuta persino di scioperare con Cgil e Uil dopo la strage di Viareggio. (...)

Con Bonanni la Cisl è diventata il sindacato più moderato e remissivo d’Europa. La sostanza è che c’è un evidente patto politico-sindacale che lega la presidenza della Confindustria - meglio ancora la sua vicepresidenza – Berlusconi, Sacconi e Bonanni.
Questo patto politico-sindacale porterà rapidamente ad accordi separati su tutti i principali contratti, che - nel paese con i più bassi salari d’Europa - produrranno risultati al di sotto dell’inflazione e, in ogni caso, tra i più bassi della storia sindacale degli ultimi trent’anni. Si andrà a una degenerazione delle normative contrattuali fondata, invece che sul tanto propagandato decentramento della contrattazione, sulla massima centralizzazione. Aldilà della forma, saranno in tre - Sacconi, Bonanni e Bombassei - a firmare tutti i contratti separati.

Questo mentre la crisi sociale si aggrava e le ingiustizie distributive crescono vertiginosamente, come dimostrano anche gli ultimi dati sugli stipendi dei grandi manager. E’ chiaro che a questo punto il conflitto sociale che si prepara e che sarà inevitabile, vedrà il più delle volte la Cisl non nel campo della lotta, ma sul banco degli accusati, per la complicità praticata con governo e Confindustria.

Per la Cgil questo significa inevitabilmente la definitiva conclusione di una fase di rapporti unitari e la necessità di trovare un'altra strada, sia nel rapporto con le lavoratrici e i lavoratori, sia in quello con gli altri sindacati.

Giorgio Cremaschi

Roma, 2 luglio 2009

fonte:RETE 28 APRILE