
Calano i prezzi ma le tasche degli italiani non ne trarranno alcun giovamento, dato che manca una «vera polìtica dei redditi in grado di aumentare i salari reali».
Per il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, il dato sulla diminuzione dei prezzi al consumo, passati dal +0,9% di maggio al +0,5% di giugno, non deve essere interpretato -come ; una boccata d'ossigeno per il Sistema Paese: «In quindici anni -ha commentato Epifani - in termini di potere d'acquisto, le retribuzioni lorde contrattuali sono rimaste sostanzialmente ferme». Ecco perché, visto che ora «siamo proprio nel pieno della crisi», per Epifani occorrerebbe «una nuova politica dei redditi che dovrebbe muoversi in tre direttrici fondamentali: la contrattazione, il fisco eilwelf are». Una crescita dei salari, insomma, legata alla produttività e non solo all'inflazione reale.
A parte le critiche della Cgil e lo scontro a distanza fra Con-fcommercio e Coldiretti, ieri, a parlare di «uno scenario preoccupante che occorre affrontare con rinnovate politiche economiche e di carattere sociale» è stata anche la Confederazione italiana degli agricoltori, preoccupata per la drastica discesa dei prezzi dei prodotti agricoli alla fonte (-15,6% nelsolo mese di giugno), dinamica che ha però contribuito a rallentare la corsa dei prezzi sugli scaffali dei supermercati Marcate, in particolare, le flessioni dei prezzi di cereali (-33,3%), frutta fresca (-21/%), ortaggi (-10,6%), vini (-23,6%) eolio d'oliva (-20,4%).
Analisi parzialmente differente quella di Confagricoltura, secondo cui «la forbice dei prezzi deiprodottialimentari tra produzione e consumo non si è affatto ridotta». «In generale - spiega l'associazione di categoria - il capitolo di spesa alimentare presenta un incremento dell'1,9% tra giugno 2008 e giugno 2009, a fronte di un indice generale dei prezzi al consumo aumentato nella media dello 0,5 per cento. Ma tale incremento - conclude Confagricoltura - non permette alleimprese agricole direcuperare la flessione di ben dieci punti percentuali registrata nell'arco dei soli mesi di maggio ed aprile 2009 e che investe, in particolare, il comparto zootecnico»