sabato 11 luglio 2009

Lavoro: maglia nera d'Italia


Cassintegrati e assunzioni peggio di tutti

Cassa: 155 ore a testa, il doppio dell’Italia. A maggio crollo
dei nuovi posti: - 30%

MARINA CASSI

TORINO
Ogni lavoratore piemontese ha avuto sulle spalle nei primi sei mesi dell’anno 155 ore di cassa integrazione. Il doppio del suo collega lombardo e più di quattro volte di veneti e emiliani. E la media dell’Italia è di 70 ore. La crisi che martella la regione si può raccontare in tanti modi, ma questo dato è illuminante nella sua brutalità. Lo ha fornito l’assessore regionale, Angela Migliasso, che ha inanellato cifre durissime. E annunciato che, per dare una mano ai tanti che perdono il lavoro, da settembre la Regione utilizzerà anche lo strumento del microcredito; ci saranno probabilmente 2 milioni iniziali per aiutare a partire chi si vuol mettere in proprio.

Malgrado siano finalmente stati sbloccati i 50 milioni per la cassa in deroga - che coinvolge 24 mila piemontesi - Migliasso ha fatto due conti e ha scoperto che se si va avanti così ne servono 102 per pagare fino alla fine dell’anno. Così ha preso carta e penna e scritto al governo per chiederne altri 50. «Non vogliamo correre il rischio di rimanere senza in una situazione autunnale che sarà sicuramente molto difficile».

I numeri della cassa ordinaria sono incredibili: 62 milioni in sei mesi con un incremento del 1351 per cento e un picco di 19 a maggio. Negli ultimi vent’anni, quando era andata proprio male, nel durissimo 1992, erano state 52 milioni, ma in tutto l’anno. Nel corso di questi terribili sei mesi il tasso di disoccupazione è salito al livello più alto fra tutte le regioni del Centro Nord: è il 7 per cento. Era il 4% nel 2007, il 5 nella media del 2008, il 6% nell’ultimo trimestre dell’anno scorso 2008. E nella regione che ancora rimane uno dei più importanti insediamenti industriali europei ci sono 140 mila persone che cercano lavoro, erano 90 mila a inizio del 2008. E sono gli uomini - tradizionali addetti dell’industria - a soffrire di più: l’aumento della disoccupazione, infatti, è in prevalenza maschile tanto che il divario di genere - che ancora nella prima metà del 2008 era netto con il 4,8% per gli uomini e il 6,5 per le donne - si è sensibilmente ridotto. Nel primo trimestre è arrivato al 6,7% per i maschi, al 7,3 per le femmine.

Quella in corso è una crisi dura, per ora tenuta sotto controllo dagli ammortizzatori sociali, ma è cresciuto del 65% il numero di chi si è iscritto alle liste di mobilità: sono 15 mila, erano 9100. E tutto questo mentre le assunzioni sono crollate a partire da ottobre: a maggio 2009 la caduta è del 30% con un meno 50 nella metalmeccanica. Tiene solo la piccola agricoltura mentre iniziano a calare gli avviamenti anche nei servizi.

La Regione cerca di fronteggiare come può l’emergenza quotidiana di aziende in crisi. Ieri ha firmato una convenzione con l’Inps sulla cassa in deroga per accelerare il più possibile i pagamenti che procederanno in ordine cronologico a partire dalle domande di marzo. I primi assegni arriveranno a fine luglio. E il nuovo direttore regionale dell’Inps, Giuliano Quattrone, ha annunciato che per smaltire questa massa di lavoro ci saranno 53 ragazzi interinali negli uffici.

Mercedes Bresso ha anche fissato per il 29 luglio il tavolo di crisi, chiesto dal sindacato, nel quale saranno analizzate le iniziative da prendere. Per certo la Regione definirà a breve la cifra che può utilizzare per anticipare la cassa integrazione straordinaria ai lavoratori la cui azienda è fallita e che abitano in un Comune che non è in grado di pagarla; a settembre verrà avviato il bando per il sostegno al reddito dei lavoratori in difficoltà; finora con 7 milioni e 755 mila euro sono stati aiutate 2215 persone.

Dopo lo sblocco dei 50 milioni per la cassa in deroga Cgil, Cisl e Uil hanno revocato il presidio organizzato per lunedì prossimo. Anche se i segretari Vincenzo Scudiere, Giovanna Ventura e Gianni Cortese rimangono molto preoccupati per la crisi e chiedono che l’Inps accelerino le procedure di pagamento della cassa.


fonte lastampa.it