mercoledì 22 luglio 2009

Occupazione


Cnel: allarme lavoro, mezzo milione a rischio



La disoccupazione si avvicina al 9%, 500.000 posti di lavoro sono a rischio e, per la prima volta nella storia italiana, il monte salari è in calo. D’altro canto, però, la crisi mostra i primi segni di attenuazione, anche perché gli ammortizzatori sociali hanno retto bene. E’ la fotografia di un mercato del lavoro gravemente ferito ma ancora in grado di risollevarsi dalle macerie della recessione quella scattata dal Cnel nel Rapporto sul mercato del lavoro presentato oggi (22 luglio).

Secondo quanto riportato nel rapporto del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, infatti, siamo ancora “in una fase di forte difficoltà e di grande incertezza”, tuttavia, “la crisi internazionale sembra mostrare alcuni segnali di attenuazione”. “A livello mondiale – si legge –vi sono indicatori che appaiono rivelare una ripresa, sia pure lieve, dell'attività economica”. dunque probabile che “il punto più basso della recessione sia stato superato”.

La crisi, però, ha già lasciato segni profondi. Nel 2009 sono ancora a rischio fino a mezzo milione di posti di lavoro. Entro la fine del 2009, si legge nel rapporto, “la disoccupazione continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo”. Più nel dettaglio, il Cnel stima nell'anno una perdita di posti di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurati in forze di lavoro e tra le 620mila e le 820mila in termini di Ula (Unità lavorative annue), mentre i disoccupati potrebbero aumentare in una forchetta che oscilla tra le 270mila e 460mila unità.

Il tasso di disoccupazione, dunque, potrebbe collocarsi nella peggiore delle ipotesi poco al di sotto del 9%. Nello specifico, le tabelle indicano una forbice tra il 7,9% e l'8,6%. Va peggio per le donne: per loro il tasso di disoccupazione è atteso al 10% nel dato medio annuo, nello scenario base, rispetto all'8,5% del 2008, mentre per gli uomini passerebbe dal 5,5 al 7,1%.

Gli ultimi mesi di quest’anno e i primi del prossimo, viene inoltre sottolineato, saranno “cruciali nel determinare caratteristiche e intensità della ripresa”. Per questo, prosegue il Cnel, “è importante che vi sia piena consapevolezza del fatto che nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito, così come diventa determinante anche l'impulso che le stesse parti sociali e le autorità regionali potranno dare agli strumenti in loro possesso (enti bilaterali, fondi interprofessionali, risorse regionali e soprattutto comunitarie)”.

Nel 2009, poi, il monte retributivo dei dipendenti potrebbe registrare una contrazione di circa l'1%. Sarebbe la prima volta nella storia d'Italia, secondo i ricercatori, che il monte salari complessivo registra una riduzione a prezzi correnti. Negli anni più recenti, infatti, questa variabile aveva registrato oscillazioni intorno a un tasso di crescita mediamente vicino al 4%. “La contrazione che dovremmo registrare quest'anno rappresenta quindi un cambiamento di regime sostanziale” affermano.

La conseguenza è che nel 2009 il Pil italiano potrà segnare un crollo fino al -5,7%. La soluzione più favorevole a partire dalle tendenze in corso invece è quello di una caduta del 4,7%. I consumi nazionale a prezzi costanti potrebbero invece segnare un calo del 2,3%. Per superare con i minori danni possibili i prossimi mesi, dunque, il Cnel afferma che “promuoverà tutte le azioni necessarie nelle sue competenze per assicurare al paese una strategia di uscita dalla crisi che sia virtuosa, efficace e che faccia riprendere una crescita basata sulla produttività, l'occupazione e la dinamica salariale”.

Le proposte del Cnel riguardano soprattutto le misure di sostegno al reddito. Sebbene gli ammortizzatori sociali si stiano “dimostrando più efficaci del previsto nel fronteggiare la caduta dell'occupazione” e le risorse stanziate dal governo coprano “la maggior parte dei lavoratori”, infatti, c’è comunque bisogno di una riforma dell’intero sistema. Il Cnel “porrà questo argomento al centro della riflessione dei prossimi mesi, unitamente a quella più complessiva sul futuro del sistema di welfare in Italia”.

La platea dei beneficiari non potrà comunque essere universale, secondo l'organo di consulenza per le Camere e per il governo, ma “una riforma degli ammortizzatori deve tenere conto di alcuni elementi determinanti”. A partire dalle “condizioni di accesso ai sostegni al reddito e le compatibilità di un livello di carattere universale con i costi in termini di sostenibilità finanziaria”, ma anche dal “rafforzamento delle azioni di formazione e di orientamento, ancora oggi troppo slegate dai bisogni reali del mercato del lavoro". E' questa la via indicata dal Cnel se si vuole "riorientare il sentiero di sviluppo dell'economia italiana sui cosiddetti green jobs o i white jobs", lavori legati ai servizi socio-sanitario-assistenziali alla persona o alle famiglie”.

22/07/2009 11:56

fonte:rassegna.it