lunedì 20 aprile 2009

LODO ALFANO PER I TOP MANAGER, IL GOVERNO ECLISSA IL PROCESSO THYSSEN



Una norma inserita surrettiziamente al decreto correttivo con cui il ministro del Lavoro ha modificato il Testo Unico sulla sicurezza mette al riparo i vertici di tutte le aziende dalle responsabilità su tutti gli infortuni sul lavoro

Sacconi vuole salvare i manager Thyssen da una probabile condanna per strage. Una norma inserita surrettiziamente al decreto correttivo con cui il ministro del Lavoro ha modificato il Testo Unico sulla sicurezza mette al riparo i vertici di tutte le aziende dalle responsabilità su tutti gli infortuni sul lavoro. 

La denuncia arriva dalla Fiom Cgil. Ad accorgersi dell'articolo 10-bis introdotto nel decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri il 9 aprile sono stati i legali del sindacato: Elena Poli, Sergio Bonetto. Gli stessi che sono parte civile al processo Thyssen in corso a Torino e che vede imputati i vertici dell'azienda tedesca.

«L'articolo 10-bis va a ribaltare il senso delle responsabilità in caso di incidente sul lavoro – spiega Bonetto - . Per rimanere alla Thyssen finora la responsabilità della mancanza degli estintori è di chi aveva in potere di comprarli, che aveva il budget per farlo e quindi i manager al massimo livello italiano e tedesco. Se passerà questa norma si farà il contrario: la responsabilità sarà al livello più basso, quello più vicino all'evento. Se passerà questa norma, per il rogo di Torino al massimo a pagare sarà il responsabile dello stabilimento. I top manager italiani e tedeschi sarebbero non imputabili». La norma ha infatti applicazione immediata. «Si tratta di norme penali e quindi migliorando le condizioni degli imputati sono valide per i processi in corso e hanno anche valore retroattivo», completa la spiegazione Elena Poli.