mercoledì 22 aprile 2009

Sicurezza sul lavoro



Norma salva manager, retromarcia di Sacconi

Sulla responsabilità dei vertici aziendali in caso di infortuni il ministro del Lavoro accoglie i rilievi di Napolitano. Il Capo dello stato ha chiesto un intervento “anche agli effetti del processo Thyssen”. Sacconi: “La norma sarà riscritta”

Serve una riscrittura della cosiddetta norma "salva-manager" del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il provvedimento si rende necessario, dice, "per evitare interpretazioni che non sono state volute e che sarebbero pesanti anche agli effetti del processo Thyssen". Nella vicenda del lodo salva manager (denunciata dalla Fiom Cgil) entra, con tutta la sua autorevolezza, il Capo dello stato, chiedendo al governo di riscrivere la norma in modo che sia trasparente e non consenta sospetti sul fatto che i vertici delle aziende possano essere sgravati da responsabilità in caso di incidenti sul lavoro. Incidenti anche gravissimi, vere e proprie stragi. Come, oltre la vicenda Thyssen, il caso della Umbria Olii di Campello sul Clitunno (4 operai morti, vicino Spoleto, nel 2006), il cui amministratore è stato rinviato a giudizio poche settimane fa. 

Sensibilizzato anche dalla lettera ricevuta dai familiari delle vittime Thyssen, Napolitano pone un altolà sostanziale che produce subito i suoi effetti. “Il presidente Napolitano ha detto la verità. Ben prima della segnalazione della Fiom Cgil, avevamo avuto modo di vedere insieme il testo e abbiamo parlato dell'opportunità di renderlo più chiaro e certo”. Questa la replica, a stretto giro di posta, del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Pur sostenendo che il decreto attuativo della delega “non ha nulla a che fare con il processo della Thyssen”, Sacconi aggiunge che “la norma sarà riscritta con la stessa finalità”, che è quella di chiarire i casi di responsabilità del datore di lavoro quando vi è anche la responsabilità di un sottoposto.

» La norma incriminata