giovedì 14 maggio 2009

FIAT-OPEL Primo incontro in Germania tra Ig-Metal e sindacati italiani


«NÉ STABILIMENTI CHIUSI, NÉ LICENZIAMENTI»
Alla fine i sindacati metalmeccanici tedeschi e italiani si sono incontrati. Ieri a Francoforte è andato in scena il primo atto di un rapporto ovvio quanto difficile, dentro una crisi pesantissima di tutto il settore automobilistico che le imprese e qualche governo utilizzano per ridefinire i rapporti di forza sociali, scaricando tutti i costi sui lavoratori. Fiat e Opel, ossia una multinazionale con i conti in rosso, tante idee ambiziose e una boccia già mandata in buca negli Stati uniti, e un'altra, la General Motors Europa che rischia di finire macinata dal sempre più incombente crack della casamadre americana.
Un rapporto ovvio, quello tra Ig-Metal e Fim, Fiom e Uilm, perché senza un coordinamento e qualche obiettivo comune - magari in futuro di lotta - a vincere sarebbero solo i padroni e a pagare gli operai, in uno scontro innaturale per qualsivoglia organizzazione sindacale tra stabilimenti e, dunque, tra lavoratori. Ieri sono state scambiate soprattutto informazioni, nel senso che i tedeschi le hanno date agli italiani: la Fiat presenta piani e tratta in America come in Germania con i rispettivi stati e sindacati, in Italia nulla di tutto ciò. Il governo Berlusconi si accontenta di ipotizzare un incontro tra le parti una volta concluse le operazioni del Lingotto con Chrysler e con Opel, cioè a babbo morto, quando le decisioni e le conseguenti ricadute sociali stato per stato e stabilimento per stabilimento saranno state prese. I sindacati italiani, poi, chiedono inutilmente da mesi un confronto con azienda, governo e regioni che non arriva, vuoi per gli eccessivi impegni del deus ex machina del Lingotto, Sergio Marchionne, vuoi per l'indifferenza di Palazzo Chigi. Con una lettera aperta a Berlusconi, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm chiedono che venga fissata subito la data di un incontro con la Fiat a cui siano presenti governo, regioni e, naturalmente, sindacati.
Le informazioni fornite dalla Ig-Metal, ampiamente anticipate dalla stampa tedesca, parlano di un piano lacrime e sangue che comporterebbe 18 mila licenziamenti e la chiusura di diversi stabilimenti in Europa, di cui due in Italia......CONTINUA SU FONTE>>http://www.cgil.it/rassegnastampa/articolo.aspx?ID=973