venerdì 29 maggio 2009

Processo Thyssen: testimone, sicurezza subordinata a conseguenze economiche

Gli interventi sulla sicurezza negli stabilimenti italiani della ThyssenKrupp erano subordinati a criteri di business.


Gli interventi sulla sicurezza negli stabilimenti italiani della ThyssenKrupp erano subordinati a criteri di business. È quanto emerso oggi al processo contro i vertici della multinazionale tedesca per il rogo che nel dicembre 2007 causò la morte di sette operai a Torino. A dirlo è stato il responsabile della produzione a freddo dello stabilimento di Terni, l’ingegnere Alessandro Segala, spiegando davanti alla Corte d'Assise che dopo l'incendio di Krefeld, che nel 2006 distrusse completamente una linea simile a quella andata poi a fuoco a Torino, “c’era stato un forte impulso al miglioramento dei sistemi di sicurezza”.

“Era nata una discussione per valutare i rischi e le contromisure necessarie - ha aggiunto l’ingegnere - ed era stato istituito un gruppo di lavoro incaricato di affrontare il problema”. L'azienda aveva anche deciso di investire delle risorse, circa 12 milioni di euro, che dovevano però essere spesi secondo criteri ben precisi: “Ci era stato detto di effettuare gli interventi in relazione alle conseguenze economiche di un'eventuale incidente”.

Anche per lo stabilimento di Torino, ha poi aggiunto Leonardo Lisi, impiegato presso l'ufficio tecnico della Thyssenkrupp di Terni, erano previsti miglioramenti della sicurezza: “L'azienda aveva stanziato a questo scopo un milione e mezzo di euro” inseriti nel bilancio 2006-2007. Soldi che però vennero spostati sul bilancio dell'anno successivo. Poi decise addirittura di investirli “una volta che l'impianto - ha detto - fosse stato trasferito a Terni”. Il dibattimento è durato in tutto 5 ore.


fonte:rassegna.it