lunedì 4 maggio 2009

SETTORE AUTO PAURA PER LE FABBRICHE ITALIANE



Auto-rivoluzione

Fiat-Opel, paura per le fabbriche italiane


Se l’accordo siglato tra Fiat e Chrysler il 30 aprile era stato accolto sostanzialmente bene da lavoratori e sindacati italiani, la trattativa avviata dal gruppo torinese con la tedesca Opel fa venire i brividi sia ai primi, sia ai secondi. E il motivo è abbastanza semplice da capire: se l’accordo va in porto – temono le forze del lavoro – una somma sarà impossibile, quella dei cinque stabilimenti italiani della Fiat (Torino Mirafiori, Cassino, Pomigliano D’Arco, Melfi e Termini Imerese) e delle quattro fabbriche tedesche della Opel (Ruesselsheim, Bochum, Eisenach e Kaiserslautern). In questo caso cinque più quattro difficilmente potrà dare nove. Lo spiega chiaramente Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom Cgil di Termini Imerese (Palermo): “Siamo davvero molto preoccupati per l'affare Opel della Fiat. Purtroppo - dice il sindacalista all’Adnkronos - lavoriamo in un settore dove i segmenti di lavoro si sovrappongono, facciamo insomma le stesse automobili, come la Opel. Non è come l'accordo con la Chrysler che abbiamo salutato positivamente perché produciamo automobili totalmente diverse. Adesso c’è una sovrapposizione. (...) Nove stabilimenti, in questo periodo di crisi economica, sono tanti, troppi per il mercato. Sarebbe inevitabile chiuderne qualcuno”.


La preoccupazione degli italiani è speculare a quella dei sindacati tedeschi, i più acerrimi nemici finora dell’accordo. Ma se con l’IG Metall la Fiat è costretta a trattare, qui in Italia per il momento non parla con nessuno. E aumenta la preoccupazione. 

"Si parla con tutti meno che con il sindacato italiano" e anche per questo la Cgil vede "tanti problemi" nell'aggregazione tra Fiat e Opel della quale si sta parlando in queste ore. L’ha detto segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ricordando che la Cgil ha più volte chiesto un tavolo alla Fiat e al governo per avere chiarimenti sul futuro degli stabilimenti italiani.