sabato 9 maggio 2009

SOLO BRICIOLE

Ieri Agostino Megale, segretario confederale Cgil, ha citato quella dell'Italia che è al sesto posto tra i paese più diseguali tra quelli Ocse «con circa 13,6 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 1.300 euro netti al paese e 6,9 milioni che ne guadagnano meno di mille, di cui oltre il 60% sono donne». Con queste cifre, come meravigliarsi se la domanda interna è fiacca e molte imprese soffrono di crisi di sovraproduzione e la produzione e, di conseguenza il Pil, siano declinanti da mesi? Nessuno ovviamente se ne meraviglia, ma tutta l'attenzione viene concentrata sul sistema finanziario.

LAVORATORI ITALIANI SOLO BRICIOLE BOFA RICAPITALIZZA
DIARIO DELLA CRISI
Ci sono numeri che spiegano l'origine della crisi meglio dell'ingordigia del sistema finanziario. E sono quelli della distribuzione del reddito. Ieri Agostino Megale, segretario confederale Cgil, ha citato quella dell'Italia che è al sesto posto tra i paese più diseguali tra quelli Ocse «con circa 13,6 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 1.300 euro netti al paese e 6,9 milioni che ne guadagnano meno di mille, di cui oltre il 60% sono donne». Con queste cifre, come meravigliarsi se la domanda interna è fiacca e molte imprese soffrono di crisi di sovraproduzione e la produzione e, di conseguenza il Pil, siano declinanti da mesi? Nessuno ovviamente se ne meraviglia, ma tutta l'attenzione viene concentrata sul sistema finanziario.
Giovedì notte (troppo tardi per il manifesto) il segretario al tesoro Usa, Timothy Geithner ha presentato i risultati dell'indagine sugli stress test alla quale sono state sottoposte 19 banche per accertare se sono sufficientemente patrimonializzate: nessuna è a rischio di insolvenza, ma per la Fed servono a 10 banche mezzi freschi per un totale di 75 miliardi di dollari. Tra le banche più deboli c'è Bank of America - la BofA - che avrà bisogno di capitali per 33,9 miliardi di dollari. A seguire, sempre fra le banche più importanti, ci sono Wells Fargo che dovrà raccoglierne 13,7 miliardi, Gmac (11,5 miliardi), Citigroup (5,5 miliardi) e Morgan Stanley (1,8 miliardi). Fra i più capitalizzati, invece, Goldman Sachs, JPMorgan, Bank of New York Mellon, American Express, Capital One Financial e Metlife. L'ultimatum di Geithner sta già producendo i primi effetti. «Non importa a questo punto se gli stress test siano giusti o no: ci hanno chiesto di raccogliere nuovo capitale e lo faremo. Diciassette miliardi contiamo di raccoglierli emettendo nuove azioni, mentre altri dieci miliardi verranno dalla cessione di asset», ha dichiarato il ceo di BofA, Kenneth Lewis. Subito dopo Morgan Stanley ha fatto sapere di aver dato il via al collocamento di 146 milioni di nuove azioni con cui intende raccogliere 7,5 miliardi di dollari, contro gli 1,8 miliardi che gli erano stati chiesti dal Tesoro. Il partner giapponese di Morgan, Mitsubishi Ufj Financial Group, acquisterà il 17% della nuova emissione.
Chi avrà bisogno di un nuovo intervento (pubblico) è il colosso assicurativo Usa Aig che ha annunciato perdite per 4,35 miliardi di dollari nel primo trimestre. Nell'ultimo anno e mezzo Aig ha totalizzato perdite per 100 miliardi di dollari e nel quarto trimestre del 2008 ha registrato un rosso di 61,7 miliardi di dollari, il più elevato di tutti i tempi tra le grandi imprese. Insomma, segnali di miglioramento, ma perdite ancora colossali.
Non va meglio, anzi decisamente peggio, Fannie Mae che ha perso 23,2 miliardi di dollari nei primi tre mesi del 2009. Perdita di poco inferiore a quella (25,2 miliardi) dell'ultimo trimestre del 2008. Fannie Mae, specializzata nei rifinanziamenti ipotecari e dallo scorso settembre sotto la tutela dello Stato, ha dovuto chiedere altri 19 miliardi - dopo i 15,2 miliardi ricevuti a febbraio - al governo che tre mesi fa da 100 a 200 miliardi di dollari la linea di credito aperta verso Fannie Mae e verso la «gemella» Freddie Mac, per consentire alle due società di mantenere il valore dei loro attivi a un livello superiore a quello dei passivi.
Sul fronte del lavoro, ieri la Thyssenkrupp ha annunciato altri 1800/2000 mila licenziamenti, mentre Toshiba ha fatto sapere di aver perso nel 2008/2009 2,6 miliardi di euro e la Royal bank of Scotland ha comunicato perdite per 875 milioni nel solo primo trimestre 2009.

Galapagos
09/05/2009 |  Manifesto |  Economia
FONTE CGIL.IT