martedì 12 maggio 2009

MIGRANTI:TRATTATI COME CRIMINALI


Andate a visitare i lager della Libia
"I campi di raccolta degli immigrati in Libia sono dei lager, abbiamo diverse testimonianza di donne violentate, mentre molti immigrati sono ricattati dalle guardie che chiedono denaro, e non si tratta di fatti isolati". Lo afferma padre La Manna del Jesuit service refugee

"Le donne e i bambini che si trovano sui barconi sono criminali? Certo, se devo giustificare certe scelte devo dire che ci sono criminali a bordo, perché se riconosco che invece ci sono dei richiedenti asilo vado in crisi...".  Lo afferma padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli di Roma, sede italiana del Jesuit service refugee, l'organismo dei Gesuiti che si occupa dell'accoglienza dei profughi in diversi Paesi del mondo, che sottolinea: "A noi interessa la persona, non la politica".

Quanto alla situazione che i profughi trovano in Libia, padre La Manna sottolinea:  "I campi di raccolta degli immigrati sono dei lager, abbiamo diverse testimonianza di donne violentate, mentre molti immigrati sono ricattati dalle guardie che chiedono denaro, e non si tratta di fatti isolati". Per questo, dice, "a chi oggi esulta chiediamo di andare a vedere cosa accade in Libia prima di esultare. Peraltro - spiega il gesuita -non bisogna dimenticare "che in Libia la gente di colore viene discriminata".

"Secondo i dati delle Nazioni Unite, il 70% di quelli che sbarcano solo a Lampedusa fa richiesta d'asilo e il 50% delle domande viene accolta sotto forma di asilo politico o di protezione sussidiaria: cioè si riconosce che la persona va aiutata perché nel suo Paese d'origine ha dei problemi - chiarisce ancora padre La Manna - Senza contare che spesso chi si vede rifiutata la domanda fa ricorso e anche una parte dei ricorsi sono accolti. Per questo abbiamo chiesto che il ricorso blocchi il provvedimento d'espulsione, perché se poi il giudice da' ragione all'immigrato questo é già stato respinto". "L'unico organismo deputato a prendere una decisione sulle richieste d'asilo - ricorda il gesuita - é la Commissione nazionale asilo politico del ministero dell'Interno che é coadiuvata da commissioni territoriali che devono agevolare il lavoro sulle richieste. Come si fa allora a valutare in un contesto dignitoso queste richieste in mezzo al mare? Per questo - spiega - siamo perplessi e preoccupati".

Inoltre, racconta padre La Manna, "moltissimi profughi arrivano oggi via terra, e la maggior parte di quelli che arrivano a Roma sono afgani: per capirlo basta farsi un giro nei centri di accoglienza. Spendiamo una barca di soldi per la missione in Afghanistan ma poi non ci sono risorse per chi lavora qui per l'accoglienza".

Quanto agli immigrati che arrivano dall'Africa, "il problema si ripresenterà anche dopo i respingimenti. E' gente che paga fra i 1.200 e i 1.500 dollari solo per la traversata Tripoli-Lampedusa, appena riusciranno a mettere di nuovo quella somma ritenteranno". Infine padre La Manna solleva un'altra questione: "non sappiamo quanto i governi italiani degli ultimi anni spendano per questi accordi con la Libia. Nessuno ha mai detto quanto costa questa operazione".

FONTE:http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=118186