lunedì 11 maggio 2009

INIDONEA AL LAVORO: LICENZIATA!


È quanto capitato a una lavoratrice della Bignami di Anzola Emilia (Bologna), nota anche come “Agricola anzolese”, dove sono impiegati 140 addetti alla lavorazione di carni bianche. A denunciare l’accaduto è la Flai Cgil di Bologna, che definisce l’episodio come un “atto gravissimo di violazione dei diritti”.

A raccontare la storia è sempre la sigla di categoria della Cgil: “La lavoratrice viene sottoposta a visita collegiale medica su richiesta aziendale. Il collegio medico (composto di quattro componenti) che effettua la visita obbligatoria accerta la totale idoneità della lavoratrice a svolgere le mansioni affidate, previo tuttavia la necessaria sostituzione, da parte dell’azienda, dei guanti in lattice usati che provocano una non trascurabile allergia e, da qualche tempo, gravi disfunzioni fisiche alla dipendente. Il medico aziendale, che è anche il medico curante della lavoratrice stessa, non ha ritenuto di dover predisporre l’applicazione delle direttive del collegio medico e ha certificato, al contrario, l’inidoneità permanente al lavoro della lavoratrice (e sua stessa paziente), con la conseguenza dell’immediato licenziamento in tronco”.

Per la Flai “i fatti sono davvero inquietanti e gettano una pesante ombra sulla correttezza dei comportamenti, che non ci appaiono consoni con la necessaria e auspicabile etica professionale”. La sigla di categoria ha impugnato il licenziamento “per insussistenza di motivazione”, e anche per “riaprire le ragioni di allarme sindacale che ripetutamente e insistentemente sono state segnalate e manifestate in varie circostanze, persino alle autorità locali e in particolare al sindaco di Anzola Emilia, ricevendo in cambio un sommesso silenzio. La Bignami non è nuova a comportamenti da noi contestati anche per via legale, per fatti più o meno gravi che attengono a una spiccata vocazione antisindacale dell’imprenditore”.

Così conclude il comunicato: “In questo caso abbiamo a che fare con il coinvolgimento di una struttura medico-sanitaria, il cui presupposto dovrebbe essere quello di assistere alla integrità fisica dei lavoratori e alla tutela della salute. Al contrario, siamo di fronte a una situazione in cui ci appaiono evidenti le violazioni sui diritti individuali della lavoratrice, per cui abbiamo già dato mandato ai nostri legali di verificare in maniera approfondita i termini della vicenda”. 

fonte: rassegna.it